di Roberto Maurizio
Roma, 3 giugno 2008. Vicino alla Fao. "Di tutto riposo"
Oggi, 6 giugno, il giorno più lungo, si commentano su tutti i giornali del mondo i risultati della fine del Vertice della Fao. La data scelta per il Summit mondiale era stata scelta con cura dai cervelli della Fao. Dal 3 al 5 giugno 2008, non erano previste partite di calcio importanti. La Diplomazia internazionale e, soprattutto, quella italiana, è molto sensibili all’audience sottratto per campionati mondiali, europei, africani, latinoamericani, e di Portocannone (una ridente località albanese-molisana).
Ahamadinejadh e Mugabe
Il Summit e la grancassa
Chavez e Mugabe
Tutto sembrava procedere per il verso giusto. Apertura altisonante. I soliti rompipalle che attiravano le mosche al miele: Ahmadinejad, Mugabe e Chavez. Mugabe, Presidente dello Zimbabwe, è passato sotto tono. Ahmedinejad, intervistato da Rai 1, ha realizzato molti punti a suo favore. La giornalista, appiattita di fronte alla grande personalità iraniana, ha fatto fare il bello e il cattivo tempo al “Presidente che vuole distruggere Israele” facendogli affermare che non è lui né l’Iran a voler distruggere gli ebrei, ma è la storia che lo vuole. Se Mugabe si è dimenato come un cane bastonato con la coda in mezzo alle gambe, se il Presidente iraniano vince ai punti, o quanto meno pareggia, il punto più basso nella graduatoria dei leader politici è stato raggiunto dall'America Latina, ancora legata all'ideologia del "Gruppo dei 77". Se si esclude il grande Presidente del Brasile, Lula, tutti gli altri si sono accodati alle idee di Chavez.
La guardia del corpo di Mugabe "blocca" un cameramen canadese
America Latina ferma agli anni ‘70
Il testo approvato dalla Fao è stato contestato da Venezuela e Cuba. Due paesi “comunisti”. Nulla da eccepire. L'ira del Venezuela si è scagliata contro ''alcuni Paesi che si sono opposti a un riferimento alla convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici'' e contro una ''prevaricazione unilaterale di un Paese che è capace di prevalere sugli altri, tornando a imporre i propri voleri''. Battaglie di retroguardia. Mettiamoci nei loro panni. Ovviamente, Venezuela, o meglio, Chavez, e Cuba stanno parlando degli Stati Uniti e di Israele, di converso. Quello che più ha sbalordito è l’atteggiamento della Presidentessa dell’Argentina che si è aggrappata alla squallida cordata, scalata anche da Bolivia, Ecuador e Nicaragua, di un becero politicismo strutturalista e marxista latinoamericano. Meno male che c’è Lula! America Latina, svegliati! La guerra è finita!
Il testo, approvato dalla Fao al termine dei 3 giorni di passione per Roma, dopo ore di aspro confronto tra le diverse aree del mondo impegnate a difendere interessi nazionali a scapito di quelli più generali, si articola in cinque pagine, divise in misure a breve, a medio e a lungo termine. A breve termine si indicano due percorsi: una risposta immediata alle richieste di assistenza che arrivano dai paesi più colpiti dalla crisi alimentare, un’azione di immediato sostegno alla produzione agricola e al commercio. A medio e lungo termine si prevede l’aumento degli investimenti nell’agricoltura nel Sud del mondo, considerando una chiave di sviluppo sostenibile la biodiversità, un investimento decisivo nella ricerca scientifica e tecnologica in campo agricolo e alimentare, la riduzione di barriere e politiche distorsive del mercato agricolo globale, la considerazione dei biocarburanti come sfida e opportunità per la sicurezza alimentare, l’energia e lo sviluppo sostenibile (per questo si richiede maggiore impegno scientifico e di ricerca).
Ban Ki-moon, la luna nel pozzo
Oltre a Lula e, suo malgrado, a Ahmadinjad, un altro personaggio che ha spiccato su tutti è stato il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che ha chiesto e ottenuto la creazione di
una task force, costituita da Fao, Pam, Ifad, Fmi e World Bank, per superare la crisi alimentare mondiale. Il Segretario dell’Onu è un po’ come il nostro Presidente della Repubblica. Speriamo che Moon (è più bello chiamarlo così), non faccia gaffes come quella di Napolitano che finora si era xomportato da grande Statista ed è caduto sull’uccello della monnezza di Napoli che proviene dal Nord Italia.
La difesa di Diouf
Il Direttore della Fao, il senegalese Jacques Diouf, non può fare altro che dire: "Credo che oggi siano stati raggiunti risultati all'altezza delle nostre aspettative. Non è stato facile mettere d'accordo i rappresentanti di 183 paesi diversi". Sono stati "riconfermati gli obiettivi del millennio ha aggiunto Diouf, specificando anche che la Dichiarazione riprenderà i "punti essenziali e salienti dei precedenti accordi". L'obiettivo principe è "raddoppiare la produzione alimentare mondiale entro il 2050". Il problema è che non è specificato come farlo. Poi l'elenco dei contributi: gli Stati Uniti daranno 1,5 miliardi di dollari; stessa cifra quella della Banca islamica per lo sviluppo, mentre dalle Nazioni Unite arriveranno 100 milioni. Il Giappone contribuirà con 50 milioni di dollari, il Kuwait con 100 milioni, i Paesi Bassi con 75 milioni, la Nuova Zelanda con 7,5 milioni, la Spagna con 773 milioni, la Gran Bretagna con 590 milioni, il Venezuela con 300 milioni, la Banca Mondiale con 1,2 miliardi di dollari di cui 200 milioni in forma di sovvenzioni. Tanti soldi appunto. Ma da spendere come?
Ciao prof, sono Valeria Donnarumma.
RispondiEliminaLe sto scrivendo sul blog perchè è da tre giorni che sto cercando di contattarla. Le ho inviato la tesina su due indirizzi di posta elettronica e spero di poterne ricevere al più presto risposta.
Saluti.
Ciao Valeria, tutto Ok. Il blog serve anche a questo. Ci sentiamo prossimamente.
RispondiElimina