di Roberto Maurizio
La stele di Axun
La stele non era solo di conforto al cubo modernista di marmo e travertino, architettonicamente più vicino al Policlinico Gemelli che alla Farnesina, ma era anche un segnalibro per i viandanti diretti a San Pietro. La sua collocazione, prima del Circo Massimo, era la bussola verso la Basilica cristiana più importante del mondo. Sulla stele di Axun, Stampa, Scuola e Vita, farà un approfondimento. L'immagine riprodotta è dell'Ansa, con la didascalia "obelisco" di Axun. Non è un obelisco ma una stele. Quest'ultima indicava e indica il luogo della seportura.
Poliziotti italiani a guardia del Vertice, vicino alla statua di Mazzini
Africa. Core business
La Fao è come un grande ministero senza portafoglio per la fame altrui e l’agricoltura. Il suo Core business è l’Africa. Fintanto che il reddito operativo del continente tocca bassi incrementi di produttività e di efficienza, la Fao potrà continuare a giustificare la sua esistenza. Presso l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite di viale Aventino, lavorano 2.200 persone, ma non si parla italiano. Le lingue riconosciute, quelle nelle quali è impresso su gigantesche lastre di marmo il Preambolo della Fao che accoglie i visitatori, sono solo cinque, nell’ordine: cinese, inglese, francese, spagnolo, arabo. E, naturalmente, non si è in territorio italiano. E’ così da quando, con un trattato di 25 pagine, l’Italia ha ceduto l'edificio alla Fao, «per la somma totale di un dollaro degli Stati Uniti d’America all’anno, da pagarsi in annualità anticipate», come recita appunto l'accordo, premurandosi di specificare che «non è applicabile l’usucapione», ovvero che la proprietà resta all’Italia (che si accolla così tutte «le riparazioni maggiori di carattere straordinario»).
Chine Room, Gabon Room, Iran Room
Il Segretario generale della Fao, Diouf, domina l’Organizzazione mondiale dell’agricoltura, ormai,da quasi 14 anni e manterrà la poltrona per altre 2 anni almeno. Come Nerone, che governò Roma dal 54 a.c. alla sua morte, 6 giugno 68. 16 anni. In comune Diuof e Nerone che cos’hanno? L’adorazione dei palazzi. Il primo per la Doms Aurea, il secondo per i tre piani del palazzo “fascista”, che sono organizzati per stanze nazionali, China Room, India Room, Gabon Room e via elencando sino alla Finland Room, nuova di zecca e perfettamente simile a una grande sauna di betulla. Il Building A, entrando al mezzanino sulla sinistra, è stata zona rossa, vale dire off limits. Epicentro, la gigantesca sala delle conferenze, tavolo di Presidenza per Berlusconi e Diouf, con 191 posti per i capi di Stato, 191 bandiere e, al piano di sotto, una sua replica: 191 sherpa con la penna in mano per la dichiarazione finale. L’altro epicentro è stata la sala per gli incontri dei capi di Stato con la stampa, nel building B. Qui l’effetto è stato quello di una commedia di Feydeau: Berlusconi è uscito da una porta mentre dall’altra veniva fatto entrare Ahmadinejad. Che a sua volta, ha fatto la stessa cosa, ha usato un’altra porta ancora per non incontrare Zapatero. Ironia della sorte? La Fao, che è l’agenzia dell’Onu che si occupa di costruire agricoltura, pesca e allevamenti nei Paesi bisognosi, ha una governance ricalcata sul modello istituzionale americano. Ma, a differenza che all’Onu, gli Stati Uniti contano quanto il Belize, l’Italia, la Russia, la Cina e, appunto, l’Iran. E che la sicurezza abbia individuato proprio l’Iran Room, per via delle sue tre porte di accesso e dei 40 posti a sedere per i giornalisti (quelli accreditati sono 900), proprio quando il massimo scalpore è dato dalla presenza a Roma di Ahmadinejad, fa l'effetto di qualcosa in più che un’ironia della sorte.
Non aboliamo la Fao, aboliamo le guerre
Nonostante tutte queste accuse contro il "carrozzone", nonostante che sia facile prendersela con un’istituzione che da anni cerca di realizzare, forse, anzi, sicuramaente senza riuscirci, un mondo senza la fame e senza ingiustizie, è ingiusto e ingiustificato sparare a zero sulla Fao: è come sparare sulla Croce Rossa. Sprechi, divertimenti, festini, costituiscono la caratteristica di un’istituzione internazionale che produce anche studi seri sul terreno, che detiene un potenziale bibliografico e di dati al di sopra, forse, di qualsiasi altra organizzazione mondiale. Chiediamo a tutti quelli che vogliono abolire la Fao, perché non fanno abolire prima la guerra? Una Fao riformata ha le potenzialità per far contribuire a far scomparire o a ridurre verticalmente e definitivamente tutte le guerre del mondo.
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