30 giugno 2008

Zingari e Zanzare

Leggi speciali contro Zingari e Zanzare
di Roberto Maurizio


foto di Roberto Maurizio

Il gaggio
Quando nasce un italiano, per il suo riconoscimento, occorrono due testimoni, la presenza del padre e pagare la marca da bollo. L’italiano comincia a pagare le tasse dalla culla fino alla tomba. Il 55% degli introiti degli italiani, dalla culla alla tomba, va allo Stato. Che ti ha dato lo Stato in contropartita? Un ospedale pieno di formiche alla tua nascita, una scuola materna con 32 insegnanti e bidelli, una scuola elementare con 55 maestre e segreterie, una media “inferiore”, nel nome e nei fatti, con 88 professori, bidelli e segreterie, una superiore con 134 professori, collaborati scolastici cococo e coccodè. L’università, poi, si scatena: milioni di euro per un apprendimento minimo. Poi la ricerca del lavoro. Le tasse, le imposte. Finalmente, la famiglia. Altre migliaia di euro. Poi il pensionamento. L’arretramento nella piramide sociale, per diventare poi vecchio, cioè inutile, cioè uno che prega di passare “a miglior vita”. Una vita d’inferno, dalla nascita alla morte, e lo Stato pretende. Lo zingaro è diverso: beato lui. Fa il comodo suo: nasce e nessuno lo sa, cresce e nessuno lo sa, muore e nessuno lo sa. Sono veramente liberi. Ti viene subito in mente di catalogare queste diverse etnie: la prima (quella dei gaggi, cioè noi, non uomini) e quella dei rom, zingari (liberi). Chi è il più stronzo? La risposta è troppo facile. Ma, se qualcuno che ha ancora la capacità di pensare si chiede perché mai i secondi sono liberi e i primi sono gaggi e non si ribellano? Che cosa è stato chiesto ai Rom? Quanti figli hai, dove vivi, come lavori (tutto quello che viene chiesto ai gaggi). Fin qui, tutto bene, credo. Chiedere, però, la schedatura dei bambini con le impronte digitali, mi sembra eccessivo. In questo modo si verrebbe a sapere come i genitori si siano altamente disinteressati dei figli, e se hanno un’eredità passa all’ultimo figlio avuto con l’ultima donna.

La zanzara
E’ vergognoso il ricorso alle impronte digitali per i soli zingari. Dovrebbero essere fatte anche alle coppie dei gaggi (non uomini) che con i loro divorzi abbandonano i figli e gli regalano solo un soldo, cioè, quanto vale un Gaggio divorziato (cioè, niente). Dovrebbe, poi, essere esteso alle famiglie ricche e povere che non si curano dei figli. Prendiamo le impronte digitali dei figli dei Rom e nello stesso tempo prendiamo le impronte ai figli dei Gaggi divorziati e degli altri che abbandonano i figli a se stessi. La legge Maroni, credo, che voglia proteggere i piccoli Zingari che sono uguali ai figli dei Gaggi divorziati e a quelli che non posseggono nessuna protezione. L’Ue ha affermato che esiste discriminazione quando una legge di riferisce ad un’etnia specifica. Ed è giusto. Prendiamo le impronte digitali di tutti, a partire dai figli dei Gaggi separati che vivono una vita che messa a confronto con quella dei bambini zingari è di vera e propria crudeltà. Occorre trovare il colpevole di chi ha voluto ridurre l’Italia in un paese perdente: la demagogia (ancor'oggi imperante), e una zanzara pronta a pungere le ferite degli Zingari e dei Gaggi, senza nessuna distinzione.

Nessun commento:

Posta un commento