14 giugno 2008

La cronaca nera delle morti bianche

La cronaca nera delle morti bianche
di Roberto Maurizio



La morte non ha un colore
Ancora vittime sul lavoro, in Sicilia e in Lombardia. A due giorni dalla strage di Mineo, costata la vita a quattro impiegati e a due operai (questa divisione marxista mal si addice alla situazione attuale dove gli operai non esistono quasi più e gli impiegati sono trattati peggio degli operai) e per i quali sette persone, tra cui il sindaco del piccolo capoluogo etneo, risultano indagate per omicidio colposo. «Di fronte al ripetersi di tragedie sul lavoro come quella di Settimo Milanese, al di là delle parole si impongono fatti concreti» ha ammonito il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al prefetto di Milano. Il Capo dello Stato ha espresso cordoglio per i nuovi episodi di incidenti mortali sul lavoro.



Due morti arabi
Due morti bianche a Settimo Milanese e una vittima a Termini Imerese. Nel capoluogo (termine tecnico poco conoscito dai cittadini comuni: in genere una città o un paese sede di una divisione amministrativa) lombardo due operai (questa volta veri operai) sono morti nel crollo di un’impalcatura, mentre un terzo lavoratore è rimasto ferito in maniera gravissima. I deceduti sono due ragazzi di 27 e 28 anni, Hassan Mohammed e Salama Awad Omar, morti sul colpo; Hassan Khamis, 38 anni, cugino di Mohammed, sposato e padre di due figli, è ricoverato in gravi condizioni all'Humanitas di Rozzano. Tutti sono cittadini di nazionalità egiziana, irregolari in Italia, residenti a Milano nel quartiere Stadera. I ponteggi per la costruzione del complesso residenziale in una frazione di Settimo Milanese sono crollati durante la fase di smontaggio. Awat, cugino di una delle due vittime - il giovane Mohammed, di 27 anni - e del ferito, ha raccontato: «Lavoravano in nero, con chi non lo so. Erano i miei cugini: ora uno è morto e uno in ospedale». Il giovane egiziano ha poi aggiunto che i cugini erano stati assoldati in piazzale Lotto, a Milano, dove spesso i «caporali» offrono impieghi a manodopera di origine straniera. L’azienda appaltatrice dei lavori è la ditta Delta di Nerviano, ma a quanto sembra ad avere in subappalto la gestione dei ponteggi era l’azienda Ecoponteggi di Trezzano sull’Adda. Non solo: pare che vi fosse stato un ulteriore subappalto ad un'altra ditta di Milano.



A Termini Imerese
A Termini Imerese, nel Palermitano, un operaio di 44 anni è caduto da un'impalcatura morendo sul colpo. È accaduto intorno alle 9 del 13 giugno, sant’Antonio. L'uomo, originario di Trabia, è precipitato da un'altezza di circa tre metri. Lavorava alla centrale termoelettrica dell'Enel, ma per una ditta esterna, e stava eseguendo dei lavori di manutenzione ai supporti meccanici, insieme ad altri colleghi. Indagini sono in corso per accertare la responsabilità di terzi o se si è trattato di un malore accusato dall'operaio mentre eseguiva lavori di manutenzione. L'operaio morto, che ha battuto con violenza la testa, si chiamava Domenico Cagnina, dipendente della ditta Marine Srl di Messina che aveva in appalto dall'Enel alcuni lavori nella centrale di Termini Imerese. Sul posto nel momento dell'incidente, da quanto si apprende, c'era anche il figlio dell'operaio. A terra è stato trovato un casco, ma non è certo che lo indossasse al momento della caduta.





Crocifisso su un palo
Anche la Sardegna entra nella cronaca nera delle morti bianche. Secondo incidente mortale sul lavoro nelle ultime 48 ore in Sardegna. La vittima si chiama Fausto Serci, e aveva 55 anni. Mentre lavorava nel pomeriggio in un cantiere dello stadio comunale di Donori, piccolo centro a 25 chilometri da Cagliari, è stato violentemente colpito al torace da un palo della luce crollato per cause ancora da accertare. In un primo momento l'uomo si è rialzato e ha ripreso a lavorare. Ma dopo due ore si è sentito male. Gli operatori del 118 sono intervenuti immediatamente, ma l'operaio è morto all'ospedale Marino di Cagliari. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Dolianova. Mercoledì scorso era morto poco dopo il ricovero nell'ospedale di Nuoro Francesco Ziranu, un operaio di 46 anni, di Orani, caduta da un ponteggio nel centro del paese. L'uomo stava eseguendo dei lavori di manutenzione di un'abitazione privata, da solo, quando, per cause ancora da accertare, ha perso l'equilibrio ed è caduto, facendo un volo di alcuni metri.



Tra folgorazioni e impalcature
Incidente sul lavoro anche a Sestriere (Torino). Un uomo di 32 anni è rimasto folgorato e ha riportato gravi ustioni mentre stava lavorando alla manutenzione di una turbina. È successo all'interno della ditta Metanalpi. Sembra che l'operaio, residente a Fiorano Canavese, stesse lavorando con un trapano e con la punta abbia inavvertitamente toccato un fascio di cavi ad alta tensione. È stato trasportato al Cto di Torino, dove è ricoverato in prognosi riservata. Ha riportato ustioni di secondo e terzo grado sul 45 del corpo, in particolare a volto e torace. Un operaio di 53 anni, Francesco Immariso, originario di Santo Stefano di Camastra (Messina) è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell'ospedale Cannizzaro di Catania. L'uomo è precipitato da un'impalcatura alta 4 metri mentre stava lavorando in un cantiere nella zona di viale Africa per il raddoppio della tratta ferroviaria.





La risposta del sindacato: per un pugno di dollari



Per protestare contro lo «stillicidio» delle morti bianche tutti i lavoratori metalmeccanici sciopereranno per un'ora, martedì prossimo: l'astensione, proclamata da Fim Fiom e Uilm, è stata indetta dalle ore 11 alle ore 12 (ultima ora per i turnisti) per protestare contro. Non abbiamo i dati definitivi delle morti bianche, degli omicidi sul lavoro, sugli incidenti quotidiani che non smetteranno mai di arrestarsi. Quello che balza subito all’occhio. è che un’ora di sciopero dei compagni della Fim, della Fiom e dell’Uilm equivale più o meno a un milionesimo di risarcimento morale e civile per i compagni lavoratori caduti sul lavoro per un pugno di dollari.

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