17 giugno 2008

La camisa negra

La camisa negra
Un pizzico di sale di Roberto Maurizio

Juanes, il tormentone del 2005

La fine degli studenti
Si è svolto oggi, 17 giugno 2008, su tutto il territorio nazionale la prova scritta prevista, quest’anno per la prima volta, a conclusione del primo ciclo d’istruzione che riguarderà l’italiano e la matematica. È quanto stabilito nella circolare n. 32 del 14 marzo 2008 sugli scrutini e gli esami per l’anno scolastico 2007/2008 (da oggi disponibile sul sito del Ministero, http://www.pubblica.istruzione.it/) e nella direttiva n. 16 del 25 gennaio 2008. Fare per forza indossare all'Italia l'uniforme, la camicia nera, il fazzoletto rosso, l'uguaglianza a tutti i costi, è invercocondo. In un'epoca di globalizzazione selvaggia, non tener conto delle differenze ancora esistenti tra le diverse regioni italiane e, a loro interno, tra un'area e un'altra, non sembra essere coerente con le scelte degli italiani che vogliono la "devolution", il "federalismo", il riconoscimento delle realtà locali per creare una nazione unita, un'Europa unita, un pianeta unito nella diversità.



Le cifre non hanno colore
A Rovigo, questa è la settimana degli esami, per gli alunni di terza media (circa 2.000) e gli studenti (1.875) che vanno a chiudere con la "maturità" il ciclo di studi secondario. Le stesse cifre di Rovigo, spalmate su tutt'Italia, confermano che gli studenti italiani stanno scomparendo dalle scuole superiori. Se gli alunni delle Terze medie, che affrontano l'esame UNICO (Uniforme, Nazionale, Italiano, Cognitivo, Organolettico) sono 600.000 mentre quelli che fanno gli Esami di Stato sono 500.000, tenendo conto dell'abbandono scolastico, dell'orientamento verso impieghi produttivi per i nostri studenti, del tasso di bocciatura sempre più duro e più penalizzante per alunni e insegnanti (finalmente, queste estate i professori saranno chiamati a colmare i debiti prodotti da loro stessi, dalle famiglie e dallo Stato con la complicità degli alunni, sempre con lo stesso stipendio da fame!), fra cinque anni gli studenti delle superiori saranno 330.000 e gli universitari iscritti 33.000. Il colore delle cifre possono cambiare solo se il ministero dell'Istruzione saprà ridare vitalità ad una scuola caduta al punto più basso della sua esistenza, senza idee, senza ideali, senza soldi. Il colore delle cifre potranno cambiare solo con l'aiuto di qualche milioni di immigrati in più, scuri di pelle e con la camisa negra.

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