18 giugno 2008

Gelmini promossa in Italiano

Finalmente una prova decente di Italiano
di Roberto Maurizio



Al di là dell’errore su Montale, i versi del grande poeta erano rivolti ad un uomo e non a una donna, quest’anno il Ministero ha superato sé stesso. Per la prima volta, i temi proposti erano “affrontabili” e anche interessanti. La Ministra Mariastella Gelmini, che in occasione della prima prova scritta, si è recata in un Liceo scientifico della “periferia” romana, per augurare agli alunni un sereno esame, senza traumi e senza paure, ha scelto bene. Quasi tutti gli argomenti proposti erano veramente interessanti. Il ruolo della donna dopo nel XX secolo, i rifugiati e, soprattutto, la tutela del lavoro, le morti bianche. Sembra che la responsabile del Dicastero dell’Istruzione abbia letto questo blog. Ecco cosa era, tra l’altro, scritto sul post del 12 giugno 2008 di “Stampa, Scuola e Vita”: Titolo “Spoon River” alla catanese. Un epitaffio da Mineo”. Domani la seconda prova. Speriamo che sia “abordabile” come la prima.



Nei giovani governano le idee
Per sconfiggere l’olocausto delle morti bianche…
La mia proposta è la seguente: iniziamo con la scuola, innestando la Cultura della Sicurezza. L'innesto è un fenomeno naturale. Si innesta un fiore, una pianta, un albero. La nostra vita è stata "innestata" sulle religioni, sulle scoperte, sulla scienza, sui lumi. Concetti che vengono trasmessi attraverso la famiglia, la scuola, la società. La scuola, il primo grande gradino dopo la famiglia, può essere il volano di nuove idee. Il prossimo 18 giugno, circa 500.000 studenti affronteranno l’Esame di Stato 2007-2008 per conseguire un diploma di Secondo grado. Il Ministero della Pubblica (Pubblica di nuovo cassata) Istruzione prepara in segreto (quanto segreto non si sa) le tracce per il tema della Prima Prova: Italiano. Perché mai, il Ministero (che non è un Mistero) non pubblica le tematiche che gli alunni dovrebbero affrontare? La Ministra Gelmini, in altre parole, dovrebbe dire: “ragazzi e ragazze preparatevi sulle tematiche relative alle morti bianche” . Quale potrebbe essere il risultato? Invece di continuare a parlare di Cavour (con tutto il rispetto), di Mazzini e di Garibaldi (non ne parliamo) o di Giolitti, Mussolini (il più gettonato) e della crisi del ’29, quando il petrolio costava 3 centesimi di dollaro al barile, contro i circa 200 0 250 dollari attuali, perché non vi preparate per bene sulla protezione della vita in ambiente lavorativo, dandoci anche dei consigli (nei giovani governano le idee).


Il governo della "mano invisibile"


Il verbo governare, transitivo, della prima coniugazione, che significa, tra le altre cose, condurre tra gli scogli e le secche, tra le tempeste e i venti contrari, metaforicamente, reggere il timone dello Stato, temperare, regolare, custodire, provvedere ai bisogni, fornire del necessario, operare, fare, in questo contesto è stato utilizzato per affermare la presenza di una specie di “invisible hand” che guida i giovani nell’attraversamento di scogli e di secche verso una spiaggia piena di sogni che si tramutano, con il tempo, la volontà e la perseveranza, in realtà.
Ieri, 17 giugno 2008, non ho fatto in tempo a pubblicare questo articolo, già pronto. La nazionale italiana e la sua bella vittoria sulla Francia mi hanno impedito, come nel caso dell’accreditamento alla Fao, l’invio. Esperti informatici possono constatarlo facilmente. Ad ogni buon conto, ecco l’articolo.

ESAMI DI STATO 2007-2008: la morte sul lavoro (17 giugno 2008)
Il tema di italiano e la seconda prova negli istituti tecnici commerciali, quest’anno, dovrebbero essere dedicati ai problemi inerenti la sicurezza sul lavoro. Questa non è una “soffiata”, ma una proposta concreta avanzata da “Stampa, Scuola e Vita” alla Ministra dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. 500.000 studenti, anche se per poche ore, dovessero riflettere su un argomento sul quale non si può più fare a meno di prendere decisioni concrete, come giustamente continua a sottolineare il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, due giorni sì e uno no, in occasione di disastri ormai annunciati e sicuri sul posto di lavoro.


Banalità disarmante
La banalità è l’arma spuntata in tasca agli studenti mediocri che affrontano problemi profondi con superficialità disarmante.


Esempio di svolgimento “banale” (Saggio breve)
Ormai, oggi, in Italia, le morti sul lavoro sono una penosa realtà che riempie i giornali e le televisioni degli italiani quotidianamente. L’assuefazione all’accettazione dello stillicidio di notizie sulla morte è, purtroppo, una constatazione evidente. Le prese di posizione da parte dei politici, dei policy makers e delle lobbies (imprenditori, sindacati, chiesa, etc.), sono tanto effimere quanto inefficaci. Basta con le morti degli operai nelle fabbriche, sui ponteggi, sul posto di lavoro! Occorrono leggi speciali per arrestare il fenomeno che getta lutto su migliaia di famiglie nella nostra penisola.




Karl Popper
"Un fatto smentisce cento teorie, 100 teorie non smentiscono un fatto”. Karl Popper.


Esempio di svolgimento “intelligente” (Articolo di giornale)
ROMA - «Quando si verificano assurde e atroci tragedie sul lavoro in angosciosa sequenza in cui perdono la vita dei lavoratori, si leva ancor più fortemente il grido "basta!". Non può continuare così non ci si può rassegnare come una inevitabile fatalità dobbiamo tutti rimboccarci le maniche», ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano celebrando presso la sede dell'Inail la Festa del Lavoro nella ricorrenza del Primo Maggio.
INCIDENTI SUL LAVORO - Il Presidente della Repubblica ha ricordato che «gli incidenti non discriminano, essi colpiscono ugualmente lavoratori nazionali e immigrati. Anzi, dal momento che i lavoratori immigrati sono più spesso assunti nell’economia sommersa sono anche più a rischio. Chi lavora in nero, infatti - ha concluso Napolitano - manca di formazione e spesso degli strumenti necessari a proteggersi contro gli incidenti. E oggi tra le categorie a rischio troviamo in modo particolare i precari, anch’essi poveri di formazione, e gli anziani, sui quali pesano maggiormente condizioni di stress».
LA MANIFESTAZIONE DI RAVENNA - Il sindacato è pronto a riformare il contratto di lavoro. Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato oggi, in occasione della Festa dei lavoratori al comizio organizzato a Ravenna, l’avvio della discussione con il coinvolgimento di tutti gli organismi sindacali e dei militanti per la riforma del contratto di lavoro. La svolta era stata anticipata dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, poco prima di partecipare al corteo partito da piazza Baracca, corteo che ha poi raggiunto i giardini pubblici di Ravenna dove si è svolto il comizio finale dei tre segretari confederali.
RIFORMA - A chi gli chiedeva se si è arrivati ad un accordo sul tema dei contratti del lavoro, Bonanni ha risposto: «Sì. Questa mattina comunichiamo che siamo d’accordo tutti e tre ad avviare una discussione con il coinvolgimento degli organismi sindacali, quadri e militanti perché si apra una stagione nuova». Questo, secondo il segretario della Cisl, «aiuterà il Paese a crescere a condizione che anche altri facciano la stessa cosa, le imprese, le autorità, le Istituzioni e le forze politiche. Ognuno - insiste Bonanni - si dia una regola, ognuno capisca che l’elemento essenziale per la comunità Italia è la collaborazione, la tolleranza e la disponibilità dell’uno verso l’altro».
POSSIBILE COLLABORAZIONE CON IL NUOVO GOVERNO - «Se il nuovo governo avrà intenzione, così come l'ha il sindacato, di confrontarsi ognuno con le proprie responsabilità e cioè, il sindacato rappresentando i lavoratori e il governo rappresentando tutta la comunità, a quel punto la collaborazione ci potrà essere. Noi dobbiamo sperare che questo avvenga», ha detto ancora Bonanni. Apertura anche da parte del leader della Cgil Guglielmo Epifani: «Naturalmente non andiamo in discesa: dopo di che i governi vanno sempre rispettati e giudicati per le cose che fanno», ha detto ricordando che ci sono tanti problemi da risolvere, dalla sicurezza alla precarietà, dai rinnovi dei contratti alla riduzione fiscale per lavoratori e pensionati: «Da questo partiremo e valuteremo». Mano tesa anche da parte del segretario della Uil, Luigi Angeletti, convinto che «il rapporto con il governo non sarà più difficile». Certo, ha aggiunto il segretario della Uil, «dipenderà da quanto saprà dare risposte positive per gli impegni che ha assunto. Se farà delle cose positive per il Paese il dialogo sarà semplice».
EPIFANI: «SARA' INTESA DI ALTO PROFILO» - Quella dei sindacati sulla riforma contrattuale «sarà un'intesa di alto profilo» ha poi spiegato Epifani che ha chiarito i termini dell'accordo di massima raggiunto dai tre leader di Cgil,Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale. «Abbiamo in corso una discussione e a giorni prenderemo una decisione: siamo in condizione, da qui a qualche giorno, di presentare un'intesa di altro profilo», ha detto Epifani ricordando che tra i punti qualificanti della proposta ci sarà il tema della rappresentatività del sindacato «un bagno di democrazia che vale per ciascuno di noi».
EPIFANI: CONFINDUSTRIA ESPELLA AZIENDE IRREGOLARI - Così come Confindustria in Sicilia ha deciso di espellere tutte le imprese che pagano il pizzo, da Confindustria nazionale deve arrivare un segnale altrettanto chiaro nei confronti di chi non rispetta le regole sulla sicurezza nei posti di lavoro. Lo ha chiesto successivamente dal palco sempre Guglielmo Epifani. «Come sindacati - dice Epifani - abbiamo salutato favorevolmente come gesto non solo simbolico quello di Confindustria Sicilia» che ha deciso di espellere le imprese che pagano il pizzo. «Confindustria - ha continuato poi il segretario - può fare lo stesso per le imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza. Oppure la sicurezza vale meno del pizzo?».
LE MANIFESTAZIONI NELLE ALTRE CITTA' - Altre manifestazioni, oltre a quella nazionale di Ravenna, si sono svolte anche nelle principali città italiane. In particolare a Milano si è svolto il tradizionale corteo. In testa al corteo - che ha poi raggiunto Piazza Duomo, dove hanno preso la parola i segretari generali milanesi di Cgil, Cisl e Uil - i gonfaloni della città di Milano e di altri comuni limitrofi alla metropoli.
(Fonte: Il Corriere della Sera, 2 maggio 2008)


La «231» vigila ma apre ai modelli aziendali


di Marco Bellinazzo


In caso di gravi infortuni sul lavoro, le imprese dovranno fare i conti anche con le sanzioni dettate dal decreto legislativo 231 del 2001. A meno che non abbiano adottato "idonei" modelli organizzativi.Il testo unico sulla sicurezza del lavoro – approvato giovedì dal Consiglio dei ministri – completa, infatti, l'introduzione della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche alle violazioni delle norme antinfortunistiche da cui derivino la morte o lesioni gravi. In queste circostanze per le aziende potrebbero esserci pesanti conseguenze: da multe che possono arrivare a 1,5 milioni di euro a sanzioni interdittive come il divieto di contrattare con la Pa e l'esclusione da agevolazioni e finanziamenti pubblici.I modelli organizzativi Per la prima volta dall'introduzione della responsabilità amministrativa, però, nelle ipotesi di violazione di norme antinfortunistiche sarà "garantita" alle imprese una via d'uscita. Mentre infatti, di solito, spetta al giudice valutare l'efficacia dei modelli organizzativi scelti dall'impresa per decretarne l'esonero dalle sanzioni, nel caso della sicurezza, la forza "esimente" dei modelli è sancita direttamente dalla legge. In altre parole, se le imprese adotteranno le misure "standard" indicate nello schema di decreto, atteso ora al vaglio del Parlamento per i pareri, avranno la certezza di sfuggire agli effetti della «231». Non a caso, l'articolo 30 del testo di attuazione della legge delega 123 dell'agosto 2007 disciplina dettagliatamente i contenuti dei modelli di gestione, che dovranno assicurare un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi relativi, tra l'altro: al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a impianti, agenti chimici, fisici e biologici; alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione conseguenti; alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; alle attività di sorveglianza sanitaria; all'informazione e formazione dei lavoratori.Il modello organizzativo, inoltre, dovrà prevedere un sistema di controllo sull'attuazione delle prescrizioni antinfortunistiche. Peraltro, le imprese fino a 50 lavoratori potranno ottenere finanziamenti per l'adozione dei modelli. In questa prima fase poi sarà sufficiente optare per modelli di organizzazione conformi alle Linee guida Uni-Inail del 28 settembre 2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007.Le sanzioni In realtà, è possibile far valere già dall'agosto 2007 la responsabilità delle imprese, inserita tra le norme immediatamente operative della legge 123/07 (articolo 9). Lo schema di decreto legislativo varato da Palazzo Chigi, oltre a certificare l'esimente dei modelli, ha provveduto tuttavia a rimodulare l'impianto delle sanzioni per graduarle alla gravità degli incidenti.La sanzione pecuniaria più incisiva – pari a 1.000 quote, corrispondenti a una somma che può variare da 250mila a 1,5 milioni di euro – e quelle interdittive da tre mesi a un anno, troveranno applicazione solo per i casi più gravi, come l'omicidio colposo, commesso con la violazione degli obblighi non delegabili del datore (valutazione e documentazione dei rischi aziendali) nei settori produttivi più esposti. Nei casi di omicidio colposo derivante dal mancato rispetto degli altri obblighi posti a carico del datore di lavoro e dei dirigenti troverà spazio una sanzione pecuniaria variabile tra 250 e 500 quote (più le sanzioni interdittive da tre mesi a un anno). Mentre in caso di incidenti che provochino lesioni gravi o gravissime scatterà una sanzione pecuniaria in misura non superiore a 250 quote e sanzioni interdittive sotto i sei mesi.Effetti da «231» Omicidio colposo/1 Se il dipendente muore sul lavoro perché il datore ha violato gli obblighi non delegabili ai dirigenti (come la valutazione e la documentazione dei rischi aziendali), l'impresa può essere colpita con una sanzione pecuniaria in misura pari a mille quote (da 250mila a 1,5 milioni di euro). Inoltre troveranno applicazione sanzioni interdittive (da tre mesi a un anno) tra cui la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, l'esclusione da agevolazioni, finanziamenti e contributi o il divieto di contrattare con la PaOmicidio colposo/2 In caso di omicidio colposo causato dalla violazione degli altri obblighi posti a carico di datore e dirigenti si applicherà una sanzione pecuniaria compresa tra 250 e 500 quote. Inoltre troveranno applicazione sanzioni interdittive da tre mesi a 1 annoLesioni gravi o gravissime Per le lesioni personali gravi o gravissime, commesse violando le norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria fino a 250 quote e sanzioni interdittive per una durata non superiore a sei mesi
8 marzo 2008

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