15 giugno 2008

Il Trattato di Lisbona

Lisboa Antigua
di Roberto Maurizio

Irlanda, un caso di coscienza
L’Europa è davanti all’incubo di una nuova crisi istituzionale, dopo che la maggioranza degli irlandesi (53,4%) ha bocciato, il 13 giugno 2008, con un referendum il Trattato Ue. L’Irlanda, prima ruba tutti i benefici provenienti dall’Europa, diventando una potenza economica, e poi vota contro! La Storia è la disciplina più bella tra tutte le altre, perché nel suo indice non mette mai la parola fine. Ci sono delle interruzioni, come la scomparsa dei dinosauri, la scomparsa dell’impero romano, la scomparsa dell’impero cinese, la scomparsa di Hitler, la scomparsa di Stalin, la scomparsa della tigre della Tasmania, la scomparsa della Juventus in serie B, ma la Storia non mette mai il punto finale, il punto definitivo. La tecnologia è sviluppata a tal punto che ogni cosa verrà letta fra 100 anni nelle sue giuste dimensioni. Fra cento anni si potrà leggere la verità. La verità è qualcosa di impalpabile oggi, come il borotalco, ma un domani sarà svelata e sarà in grado di rivelare, valutare opportunamente tutti i comportamenti degli uomini. Questo blog, anche se verrà cancellato da Google, resterà per sempre, perché la parola, il verbo, è stata lanciata nello spazio siderale (sidus = astri) e rimarrà intatta per l’eternità. Negli astri, gente intelligente, con tecnologia superiore alla nostra, saprà leggere, raccontare e valutare. Non si ha ancora la certezza delle menti extraterresti. Per ora esistono gli argonauti di Internet. Colgo l’occasione di salutare i miei amici internauti siriani, palestinesi, israeliani, cinesi e indiani. Un saluto anche ai latinoamericani che hanno accumulato 30 anni di ritardo, per rincorrere ideologie malsane basate sulla violenza. Presto anche per loro ci sarà la rivoluzione della pace che cancellerà dalle loro menti gli elementi infetti della loro inferiorità. Come avrete capito, sto scherzando, i marziani non esistono, come non esiste Chavez, Cuba, l’Iran e le Farc. La democrazia è qualcosa di difficile da raggiungere. E anche quando si raggiunge, manca sempre un metro alla fine. Il voto contrario dell’Irlanda a Lisbona è un pretesto per la stampa e per i politici di “sbattere il mostro in Prima Pagina”. Effettivamente, però, nessuno può negare che la scelta dell’Isola Verde non avrebbe mai fatto piacere a Vivien Hewitt.

Solo la bellezza di questa immagine dovrebbe garantire l'adesione al Trattato di Lisbona


Il singhiozzo di Prodi
“Sono molto addolorato per l'esito del referendum irlandese anche perché questo viene da un popolo che più di ogni altro ha goduto i vantaggi della sua appartenenza all'Unione Europea e ha avuto tassi di sviluppo elevatissimi e aiuti economici che non hanno confronto in situazioni analoghe", afferma Romano Prodi in una nota. "E' chiaro - aggiunge - che la volontà popolare va rispettata ma è altrettanto chiaro che l'Unione Europea deve andare avanti e che i popoli che decidono in modo autonomo e democratico di rifiutare i trattati sottoscritti dai loro governi ne traggono coerentemente le conseguenze. L'Europa - conclude Prodi - non può più procedere a singhiozzo bloccata dai veti di coloro che non si sentono più appartenenti a questa grande impresa".


Ai quattro cantoni, gioca chi vuole
Il «no» dell’Irlanda alla ratifica del Trattato di Lisbona non può in alcun modo bloccare il processo delle ratifiche e il cammino dell’Ue. Lo dice senza mezzi termini il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano commentando gli esiti del referendum irlandese. «Non si può ora neppure immaginare di ripartire da zero - osserva Napolitano -. Né si può pensare che la decisione di poco più della metà degli elettori di un Paese che rappresenta meno dell’1% della popolazione dell’Unione possa arrestare l’indispensabile, ed oramai non più procrastinabile, processo di riforma. L’iter delle ratifiche dovrà andare avanti fino a raggiungere in tempi brevi la soglia dei 4 quinti, perché il Consiglio europeo possa subito dopo, secondo l’articolo 48 del nuovo Trattato, prendere le sue decisioni». Napolitano ricorda quanto sia stato laborioso e faticoso il processo per arrivare al compromesso rappresentato dal Trattato di Lisbona dopo la bocciatura della Costituzione Ue da parte di Francia e Olanda. «Per ben sei anni - ricorda il Presidente -, i governi di tutti gli Stati attualmente membri dell’Unione si sono confrontati e hanno condotto negoziati su un nuovo Trattato: quello costituzionale, di cui non si completò il processo di ratifica, e poi quello di Lisbona. Entrambi i Trattati furono sottoscritti dai Capi di governo di tutti gli Stati membri». Il Trattato di Lisbona
Il 13 dicembre 2007 i leader dell’Unione europea hanno firmato il trattato di Lisbona, mettendo fine a diversi anni di negoziati sulla riforma istituzionale.
Il trattato di Lisbona modifica il trattato sull’Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea, attualmente in vigore, senza tuttavia sostituirli. Il nuovo trattato doterà l’Unione del quadro giuridico e degli strumenti necessari per far fronte alle sfide del futuro e rispondere alle aspettative dei cittadini.
1. Un’Europa più democratica e trasparente, che rafforza il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, offre ai cittadini maggiori possibilità di far sentire la loro voce e chiarisce la ripartizione delle competenze a livello europeo e nazionale.
· Un ruolo rafforzato per il Parlamento europeo: il Parlamento europeo, eletto direttamente dai cittadini dell’UE, sarà dotato di nuovi importanti poteri per quanto riguarda la legislazione e il bilancio dell’UE e gli accordi internazionali. In particolare, l’estensione della procedura di codecisione garantirà al Parlamento europeo una posizione di parità rispetto al Consiglio, dove sono rappresentati gli Stati membri, per la maggior parte degli atti legislativi europei.
· Un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali: i parlamenti nazionali potranno essere maggiormente coinvolti nell’attività dell’UE, in particolare grazie ad un nuovo meccanismo per verificare che l’Unione intervenga solo quando l’azione a livello europeo risulti più efficace (principio di sussidiarietà). Questa maggiore partecipazione, insieme al potenziamento del ruolo del Parlamento europeo, accrescerà la legittimità ed il funzionamento democratico dell’Unione.
· Una voce più forte per i cittadini: grazie alla cosiddetta “iniziativa dei cittadini”, un gruppo di almeno un milione di cittadini di un certo numero di Stati membri potrà invitare la Commissione a presentare nuove proposte.
· Ripartizione delle competenze: la categorizzazione delle competenze consentirà di definire in modo più preciso i rapporti tra gli Stati membri e l’Unione europea.
· Recesso dall’Unione: per la prima volta, il trattato di Lisbona riconosce espressamente agli Stati membri la possibilità di recedere dall’Unione.
Un’Europa più efficiente, che semplifica i suoi metodi di lavoro e le norme di voto, si dota di istituzioni più moderne e adeguate ad un’Unione a 27 e dispone di una maggiore capacità di intervenire nei settori di massima priorità per l’Unione di oggi.
· Un processo decisionale efficace ed efficiente: il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio sarà esteso a nuovi ambiti politici per accelerare e rendere più efficiente il processo decisionale. A partire dal 2014, il calcolo della maggioranza qualificata si baserà sulla doppia maggioranza degli Stati membri e della popolazione, in modo da rappresentare la doppia legittimità dell’Unione. La doppia maggioranza è raggiunta quando una decisione è approvata da almeno il 55% degli Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell'Unione.
· Un quadro istituzionale più stabile e più semplice: il trattato di Lisbona istituisce la figura del presidente del Consiglio europeo, eletto per un mandato di due anni e mezzo, introduce un legame diretto tra l’elezione del presidente della Commissione e l’esito delle elezioni europee, prevede nuove disposizioni per la futura composizione del Parlamento europeo e per una Commissione ridotta e stabilisce norme più chiare sulla cooperazione rafforzata e sulle disposizioni finanziarie.
· Migliorare la vita degli europei: il trattato di Lisbona migliora la capacità di azione dell’UE in diversi settori prioritari per l’Unione di oggi e per i suoi cittadini. È quanto avviene in particolare nel campo della “libertà, sicurezza e giustizia”, per affrontare problemi come la lotta al terrorismo e alla criminalità. La stessa cosa si verifica, in parte, anche in ambiti come la politica energetica, la salute pubblica, la protezione civile, i cambiamenti climatici, i servizi di interesse generale, la ricerca, lo spazio, la coesione territoriale, la politica commerciale, gli aiuti umanitari, lo sport, il turismo e la cooperazione amministrativa.
Un’Europa di diritti e valori, di libertà, solidarietà e sicurezza, che promuove i valori dell’Unione, integra la Carta dei diritti fondamentali nel diritto primario europeo, prevede nuovi meccanismi di solidarietà e garantisce una migliore protezione dei cittadini europei.
· Valori democratici: il trattato di Lisbona precisa e rafforza i valori e gli obiettivi sui quali l'Unione si fonda. Questi valori devono servire da punto di riferimento per i cittadini europei e dimostrare quello che l’Europa può offrire ai suoi partner nel resto del mondo.
· I diritti dei cittadini e la Carta dei diritti fondamentali: il trattato di Lisbona mantiene i diritti esistenti e ne introduce di nuovi. In particolare, garantisce le libertà e i principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali rendendoli giuridicamente vincolanti. Il trattato contempla diritti civili, politici, economici e sociali.
· Libertà dei cittadini europei: il trattato di Lisbona mantiene e rafforza le quattro libertà fondamentali, nonché la libertà politica, economica e sociale dei cittadini europei.
· Solidarietà tra gli Stati membri: il trattato di Lisbona dispone che l'Unione e gli Stati membri sono tenuti ad agire congiuntamente in uno spirito di solidarietà se un paese dell’UE è oggetto di un attacco terroristico o vittima di una calamità naturale o provocata dall'uomo. Pone inoltre l’accento sulla solidarietà nel settore energetico.
· Maggiore sicurezza per tutti: la capacità di azione dell'Unione in materia di libertà, sicurezza e giustizia sarà rafforzata, consentendo di rendere più incisiva la lotta alla criminalità e al terrorismo. Anche le nuove disposizioni in materia di protezione civile, aiuti umanitari e salute pubblica contribuiranno a potenziare la capacità dell'Unione di far fronte alle minacce per la sicurezza dei cittadini.
Un’Europa protagonista sulla scena internazionale, il cui ruolo sarà potenziato raggruppando gli strumenti comunitari di politica estera, per quanto riguarda sia l’elaborazione che l’approvazione di nuove politiche. Il trattato di Lisbona permetterà all'Europa di esprimere una posizione chiara nelle relazioni con i partner a livello mondiale. Metterà la potenza economica, umanitaria, politica e diplomatica dell’Europa al servizio dei suoi interessi e valori in tutto il mondo, pur rispettando gli interessi particolari degli Stati membri in politica estera.
· La nuova figura di alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che sarà anche vicepresidente della Commissione, è destinata a conferire all'azione esterna dell'UE maggiore impatto, coerenza e visibilità.
· Un nuovo servizio europeo per l’azione esterna assisterà l’alto rappresentante nell’esercizio delle sue funzioni.
· La personalità giuridica unica conferita all’Unione ne rafforzerà il potere negoziale, potenzierà ulteriormente la sua azione in ambito internazionale e la renderà un partner più visibile per i paesi terzi e le organizzazioni internazionali.
· La politica europea di sicurezza e di difesa, pur conservando dispositivi decisionali speciali, agevolerà la cooperazione rafforzata tra un numero ristretto di Stati membri.


Il Trattatino

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