3 maggio 2009

Angelica, dalla perla alla giungla

Angelica nella “giungla d’asfalto”
di Roberto Maurizio
Fiori, colori e lettere per Angelica, sulla "giungla d'asfalto"

Gioiosa farfalla
L’unica cosa di capitale, a Roma, sono gli stipendi dei politici. Una ragazzina di 12 anni e qualche mese è stata barbaramente uccisa, il 30 aprile, alle ore 18.30, mentre attraversava viale Palmiro Togliatti, a Centocelle, angolo via dei Sesami. Angelica era una radiosa ragazzina di Gioiosa Marea, la "Perla del Tirreno", un paesello siciliano di 7.199 abitanti, in provincia di Messina. Per ironia della sorte, Gioiosa Marea fu anche il luogo in cui trovai ospitalità il 18 agosto 1978, di ritorno da Favignana, prima di prendere il favoloso Ferry Boat che ti traina su, verso il “continente”. Erano altri tempi! Con 10.000 lire, a Gioiosa Marea, trovai un “tetto” per la notte, dentro una cabina da spiaggia con stecche di Pvc da 30 centimetri, mentre, prima di dormire tra un chiasso gioioso di un complessino improvvisato, mi tornavano in mente le acque blu della grande farfalla egadina e gli sfavillanti lapilli schioppettanti dell’Etna, con la sua passione di eruttare mai sopita.

Gioiosa Marea, la "Perla del Tirreno". Il Paese di Angelica


Primo maggio di rabbia
Angelica C., la quasi tredicenne ragazzina siciliana, morta in seguito all’investimento da parte di un gigantesco bus della linea 451 di Roma, era arrivata da poco nella capitale, proprio da Gioiosa Marea. Sembra, soltanto da qualche mese. La notizia dell’orrenda morte di Angelica è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, il Primo maggio, nel “gioioso” paesino siciliano. Soprattutto rabbia, ma anche tanta commozione, hanno accompagnato la notizia della tragica morte della "bambina". A soffrirne di più, oltre ovviamente ai parenti stretti, sono stati i compagni di classe e gli insegnanti della Prima media frequentata a Gioiosa da Angelica l’anno scorso.


Il luogo dove Angelica ha trovato la morte, Viale Palmiro Togliatti

Un pullman nella "giungla". La corsia preferenziale su Viale Togliatti, un pullman ogni ora!

Romoletto, il selvaggio e il Pizzardone

Il 451

Lungi da me il pensiero di qualsiasi tentativo di difesa di chi abbia eventualmente commesso un reato, “in merito” alla morte della ragazzina a Centocelle, penso: i ragazzi, i nostri figli, di Roma, sono “allevati” come dei “selvaggi”. Contrariamente ad Angelica, i bambini e gli adolescenti romani hanno gli stessi anticorpi dei ragazzi che chiedono l’elemosina ai turisti tuffandosi nelle acque sporche di fiumi inospitali in Asia, Africa e America Latina. Appena nato Romoletto, il bambino romano, infatti, viene buttato in strada, in quella grande “giungla d’asfalto” che costeggia le case dove dormono i romani. Già dalla “carrozzina” percepisce il pericolo, sente l’ingorgo, lancia il suo grido di dolore contro il Pizzardone, nemico giurato che ha multato il suo potente mezzo di locomozione in divieto di sosta. Poi l’asilo, e il Pizzardone scompare. Un inferno, l’attraversamento di pochi metri. Romoletto viene strattonato dai “nonni vigili”.


I bulloni degli amministratori romani, una manna dal cielo per i motociclisti


Le “nonne vigilesse”, a Roma, non esistono, in quanto le "femmine" della città eterna stanno in cucina dall’età di 15 anni fino alla fine del loro lungo percorso. Il “nonno vigile”, invece, è una figura patetica inventata solo per pietà, e per motivi elettorali. Il nonno non molto vigile, infatti, viene cacciato da casa perché non solo non sa fare niente fra le quattro mura domestiche, ma impiccia pure. E poi, Romoletto va alle elementari. Qui le cose si complicano. Perché il piccolo romano ha a sua disposizione 2 macchine del padre, una della madre, una dell’amante della madre, due del fratello maggiore, un motorino e 3 motociclette del fidanzato della sorella, che si mettono in marcia, tutti insieme, per andarlo a prendere all’uscita di scuola che dista la bellezza di 400 metri.

La pista ciclabile su Viale Palmiro Togliatti, in qualsiasi ora, vuota, i ciclisti romani sono ammazzati altrove


Abbandono scolastico: per Angelica è per sempre


E poi le medie inferiori e superiori, dove i “professori” (mass media, famiglia e scuola) fanno del tutto per insegnare a Romoletto come trasgredire ogni regola: non devi rispettare il semaforo, non devi passare sulle strisce, non prendere mai la strada per il verso giusto, quello vietato è molto più fico.



L'intelligenza umana! Provate ad attraversare...

I pochi eletti che frequentano ancora le scuole medie inferiori e superiori (l’abbandono scolastico a Roma e una vera e propria piaga sociale che fino a quando esisterà l’assistenzialismo peloso non potrà mai essere risolto: non l’ha risolto il “bucaniere”, quello delle buche, Veltroni e non ha ancora messo mani il “montanaro”, l’alpinista, Alemanno), sono abbandonati a loro stessi, colpiti dai media per la loro volgarità su "Youtube", per la loro violenza in classe e fuori dalla scuola, sono quelli che ci rimettono realmente la pelle, sulle motociclette, sui motorini, sulle macchine dopo la discoteca, sulle strisce pedonali. La vergogna in assoluto è la mancanza di una progettazione scolastica degna di un paese civile che deve ospitare il G8 all’Aquila fra qualche mese. Un conto sono i problemi internazioni che devono essere affrontati insieme con Obama e Sarkozy, un conto è risolvere i problemi spiccioli, quelli dei cittadini lontani da Berlusconi e da Angela Merker.

I pedoni, come li vorrebbero gli "amministratori"?


Parola d’ordine: strangolare. Firmato “l’alluce puzzolente dei partiti”


Torniamo a Romoletto. Uno su 1.000 arriva all’università. Però, visto il suo curriculum, sa come attraversare via Casilina, via Prenestina, via Tuscolana. Ma resta imbottigliato per ore e ore sulla Palmiro Togliatti, forse più larga di un’autostrada. Ma che cosa è successo? Come è stato possibile strangolare un’arteria di così vaste proporzioni e di grande importanza strategica? E’ semplice. A comandare a Roma ci sono quelli che contano. I Comitati di quartiere, non votati da nessuno, senza primarie, senza nessuna democrazia. Come del resto gli pseudo partiti politici che ci governano. I Comitati comandano. Perché? Perché sono l’alluce puzzolente dei partiti, destra, sinistra, centro, gay, lesbiche, mafiosi, camorristi, con tutto il rispetto dovuto su alcune “categorie”. I Comitati si prendono gli onori di far emergere i problemi, ma poi non si incolpano, come giustamente dovrebbe fare, delle centinaia di morti, compresa quella di Angelica. Se ne fregano. La colpa è anche loro, perché non hanno vigilato e hanno fatto solo i loro sporchi interessi. Sugli umori della gente si mobilita, dunque, questa classe dirigente ombra, quella più schifosa di tutte, perché, senza dati, interpreta i “sentimenti” dei cittadini. Cosa vogliono i cittadini? I Comitati rispondono. La pista ciclabile. La pista ciclabile? Ok. Va bene. Facciamo la pista ciclabile. Cosa vogliono i cittadini, chiedono i nuovi “federali” come se fossero stati assunti da Nerone o da Mussolini dai rispettivi balconi? Tutelare il verde pubblico e gli immigrati. Il pubblico è sacro, il povero è sacro, figuriamoci gli immigrati e non alzano un dito per migliorare la loro situazione di degrado e di povertà. Così, la maggioranza degli italiani, quella invisibile agli occhi del Comitato, che paga le tasse e vota se la prende in quel posto, e poi si meravigliano dei risultati elettorali.


Al Centro di viale Palmiro Togliatti? Casini

Porci lavoratori, fate la fila e muti!


La giungla dell'autostrada

Quei porci di lavoratori autonomi o quei dissidenti impiegati pubblici che prendono la macchina, cioè quelli che hanno dato i soldi all’Italia, alla Fiat, sono solamente merdosi, sostengono i Comitati. Devono morire, come credo stiano morendo oggi, mentre scrivo, 9 milioni di figli di puttana che hanno avuto l’ardire di avere ben tre giorni di riposo. Devono pagare il fio della loro imbecillità. E allora, che morissero sull’autostrada, sul raccordo. Gli avevamo detto che c’era la crisi. Miscredenti, irriverenti e forse anche po’ musulmani. Fate la fila e muti. Ma che Italia è questa? Che Italia vuole andare alle europee?

Romoletto, il pedofilo e l’ira di dio


Torniamo al nostro ragazzo romano che cresce e va a votare: Romoletto. Per chi vota? Per i nomi imposti dai partiti. Chi sono i partiti? Uno di sinistra estrema con falce e martello, una di sinistra blanda e giustizialista, del Molisano Di Pietro, una di sinistra cattolica pro Giovanni Paolo II, una di sinistra un po’ più spostata a destra di Benedetto XVI, una di sinistra-sinistra-centro di un certo Lambertini, aveva negli anni ’50 la Labretta, una di sinistra democratica, con Franceschini (ma il nostro sindaco, si chiede Romoletto? Veltroni? Dov’è? In Africa, speriamo), una di sinistra orientata verso la destra, Ramanigna (che vuole le espulsioni degli zingari e dei rumeni), una di centro, quella della bella faccia tosta di Casini, il cui volto gigante, grande quanto una bestemmia, è stato immortalato proprio nel luogo dove la povera Angelica è stata ammazzata, una di centro destra, ma qui le cose si complicano, non esiste nessun volto di destra. Ecco che splende nel suo massimo splendore nel silenzio solo uno: il Berlusconi, attaccato come un pedofilo dalla moglie. Dio ci scampi e liberi dalla giustizia dei giusti!

Signori politici, macchiati dal sangue dell’insensibilità

Signori politici (si fa per dire, perché i veri politici ascoltano i cittadini, mentre quelli italiani se ne fregano e soprattutto quelli romani sono come le tre scimmiette, non sentono, non vedono, non parlano) ci volete dire perché vi dobbiamo votare ancora? Una ragazzina, Angelica, forse sprovveduta, credeva, il 30 aprile alle 18.30, fosse ancora al cospetto di un ruscello da attraversare nella sua Sicilia e non di affrontare una diabolica arteria, viale Palmiro Togliatti, costruita appositamente per soffocare i cittadini e quando capita anche decapitarli, come è successo in Iran con Delara Darabi. Angelica pensava solo che fosse ancora immersa nella gioiosa primavera siciliana e non nella “giunga d’asfalto”, nel “corridoio di mobilità” voluto da Veltroni, di una Roma che di capitale ha solo lo stipendio dei politici. Angelica ha perso la vita anche per il disprezzo con il quale i politici affrontano la realtà romana.
Se vi capita di passare, almeno una prece! Politici e amministratori, i romani già lo fanno

Angelica, di Gioiosa Marea, omen nomen, la "Perla del Tirreno", un piccolo paese incantato, come è incantata tutta la Sicilia, fatta di cittadini per bene, operosi, laboriosi, pronti al rispetto, pronti a farsi sacrificare per una giusta causa, pronti a combattere la Mafia, poteva andare a scuola e vivere tranquillamente se rimaneva nel suo paese, senza problemi. Il destino l'ha portata a Roma. Il padre di Angelica voleva un futuro diverso per lei. Se Angelica fosse rimasta a Gioiosa poteva visitare zia Carmelina a tutte le ore, poteva inserirsi nelle fiabe che lei stessa si raccontava e che diventano giorno dopo giorno realtà, mentre crescevano in lei, lentamente, le voglie di essere quasi "donna". Sicuramente, Angelica non avrebbe mai voluto "scendere" al suo paese in una bara bianca, macchiata dal sangue dell’insensibilità.

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