12 maggio 2009

Occhi rossi di una nera

Occhi rossi di una nera
di Roberto MaurizioGli occhi rossi di una donna africana. Da "Libero"

Adesso basta con il razzismo! Feltri mette sul suo “giornale” la foto di una donna africana con gli occhi rossi e tumefatti: rossi come la vergogna di appartenere ad un continente che non riesce a decollare, tumefatti perché chiede aiuto e nessuno, da nessuna parte, alza un dito per dare una mano, soltanto elemosine vengono offerte come risposte meschine ed egoistiche; rossi come le arterie “incompiute” dei bambini africani che muoiono in quantità da supermercato; rossi come la sporcizia del Pd, che si riempie la bocca di annunci, e annunzia con l’Annunziata, un Veltroni in Africa mentre sta a Velletri, e non sa che pesce prendere; rossi come quelli di una Acnur o Unhcr (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), sedotte dalla noia, vendute all’ipocrisia, schiave della burocrazia che chiedono ancora cose che i cittadini italiani non capiscono: diritto d’asilo; rossi come quelle dell’Onu, di un carrozzone che va riformato immediatamente, incapace di trattare problemi reali dei popoli della Terra; rossi come quelli di Bossi e della Lega che vorrebbero respingere, giustamente, i delinquenti, ma che buttano in mare anche donne in cinta, raccolte molto spesso sulla sabbia senza vita; rossi come quelli di Berlusconi, che perde colpi, perché, in questo momento elettorale sferrare un attacco, contro le donne (lasciamo perdere il caso pietoso della moglie miliardaria Veronica) che non assomigliano per niente alla diletta consorte Veronica, né nella cassaforte che la povera ha in camera da letto, né nelle sue cure che nessuna donna italiana abbia mai avuto l’onore di ricevere (parlo delle cure mediche, pagate profumatamente dal marito, mentre la calabrese di Reggio deve fare la fila per una lastra al piede); rossi come quelli dei “clandestini, rifugiati, spacciatori, terroristi, meridionali in transito per il Nord Europa, gente sbandata, giovani senza lavoro, uomini, donne e bambini” che chiedono solo di essere aiutati; rossi come quella della giovane ragazza in cinta che non ha le stesse possibilità di Veronica, la ex Fist Lady; rossi di fuoco come quelle delle bellissime eritree o somale, o ciadiane o senegalesi, o etiopi o molisane, che cercano di ottenere un loro status riconosciuto non dalla Convenzione di Ginevra, non dalla Costituzione italiana, ma dal Dna degli esseri civili; rossi per la vergogna di non sapere affrontare e risolvere un problema semplice: facciamo in modo che nessuno prenda un barcone mettendo a rischio la propria vita e aiutiamoli a venire in Italia, in maniera legale, dopo aver fatto del tutto per poter convincerli che l’unica terra disponibile al mondo è la propria. Obama, ovviamente, non sarà d’accordo, Veltroni neanche e Berlusconi ha dato tanto di quel lavoro ai pugliesi che si sente anche lui un po’ meridionale e un po’ partenopeo. Dopo tangentopoli, la sinistra ha distrutto la cooperazione italiana, l’ha massacrata. Successivamente, l’aiuto pubblico allo sviluppo è stato ridotto a pedalino bucato e a continuato ad essere il fanalino di coda di sempre. Esistono, oggi, gli accordi con la Libia. Facciamoli funzionare. Ma raddoppiamo, triplichiamo le risorse per andare incontro ai nostri fratelli africani. Non esistono solo gli abruzzesi da rimettere in carreggiata (anche perché a Pescara, a Chieti e a L’Aquila sanno come fare, detengono un ottimo know how), esistono anche gli occhi rossi di una donna nera che un Feltri malvagio e “paraculo” poteva evitare di sbattere come mostro in prima pagina.

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