1 maggio 2009

La pandemia di via Palmiro Togliatti

Aspettando la pandemia in via Palmiro Togliatti
di Roberto Maurizio

Jumbo killer?
Non esiste un sindacato delle morti per incidenti stradali? Certo che non. Questi morti sono di serie B. Mentre i sindacati Cgil-Cisl-Uil-Ugm-Sulp-Salz-Sgrin-Sforz-Scem si mobilitano, giustamente, e fanno sciopero per i lavoratori uccisi dalla mancanza di sicurezza sul lavoro, nessuno ha un momento di pietà per una categoria sociale allo sbando: gli automobilisti, i pedoni, i ciclisti, i motociclisti, i pestati, i calpestati e gli ammazzati tutti i giorni sulle strisce non. Nessun sindacato si mobilita per gli studenti schiacciati sotto le macerie o le ragazze di 13 anni (a novembre) travolte da “autobus jumbo lungo 20 metri”. In Italia, anche dopo Brunetta, il pubblico è ancora sacro, intoccabile. Psicologicamente, l’autista dell’autobus pubblico si sente protetto dal dio Veltroni, dal semidio Franceschini e dallo scalatore Alemanno. I "maledetti", secondo gli spasimanti del pubblico, sono gli automobilisti che hanno avuto l’ardire di comprarsi a rate l’autovettura che ottura il buco nell’ozono, i motociclisti che lasciano ogni giorno sul selciato migliaia di caschi e di teste. I peggiori di tutti, poi, sono i pedoni, quegli umanoidi che hanno ancora l’ardire di andare a piedi e sporcare con il loro sangue la carrozzeria degli autobus!



Autisti sacerdoti
«Noi, autisti pubblici – tutelati dall’ideologia e non dalla legge - siamo i sacerdoti dell’interesse pubblico: portiamo a casa i rifugiati politici neri, i marocchini, i veri lavoratori, mentre ad attraversare la strada è una 13enne, una pedona, forse bionda e anche un po’ italiana». Siamo costretti ancora a citare Totò e la sua Livella. Ma non sono morti anche quelli che perdono la vita a causa di un insano sistema stradale italiano? In via Palmiro Togliatti, una ragazzina di 13 anni, alle ore 18.30 del 30 aprile 2009, viene travolta e uccisa da un autobus dell´Atac all´altezza di via dei Sesami, a Centocelle, Roma. L´adolescente abitava nella zona e stava attraversando a piedi la strada, un intreccio tra corsie preferenziali (belle, profumate, inattaccabili) e corsie private (quelle dei quei porci cittadini che pagano le tasse e votano Alemanno).

Il nodo gordiano
“Stampa, Scuola e Vita” aveva già predetto, il 17 dicembre 2007, con l’articolo “Il nodo gordiano sul Rubicone”, la morte quasi sicura di un pedone su via Palmiro Togliatti. E' stata troppo facile la previsione. Ecco cosa scrivevamo quasi due anni fa: «Palmiro Togliatti angolo via Quinto Publicio è diventato un nodo gordiano. Dopo aver sventrato improbabili parcheggi con relativo prato, hanno costruito una corsia preferenziale per il servizio pubblico, che si immette su quello “privato” con una virgola che poteva venire in mente solo ad una mente eccelsa. È difficile raccontarlo, ma ci provo: i pullman enormi che provengono dalla Casilina sulla corsia preferenziale che ha sventrato i parchi, si immettono prima del semaforo a destra per proseguire o su via “Rubicone” o su via Publicio, ma lì trovano le macchine che devono andare o su via “Rubicone” o su via Publicio; i pullman che provengono dalla Tuscolana devono passare dalla preferenziale sulla privata. In ultima analisi è un casino».

Orrendo guazzabuglio
«Ma quello che voglio evidenziare è un’altra cosa (continua l’articolo di "Stampa, Scuola e Vita" del 2007). I pedoni. Adesso vi faccio il pedone che deve attraversare il Rubicone dal lato sinistro di viale Palmiro Togliatti direzione Casilina. Guardo a sinistra, poi guardo a destra, poi di nuovo a destra, poi a sinistra e infine a destra». È stato, forse, proprio questo che ha fatto la ragazzina di Centocelle: ha guardato a sinistra, da dove provenivano i jambo pubblici a tutta velocità; poi, al centro, per scoprire quelli che provenivano da sinistra che viaggiavano a destra; a destra, per non essere investita dai “peccatori privati” che da sinistra viaggiavano verso destra e poi da quelli che facevano il cammino inverso. «Una scelta tragica e incomprensibile», secondo i vigili urbani del VII gruppo, quella della ragazzina di non attraversare sulle strisce. Ma l’avrebbero investita anche lì, secondo me. Non è stata, sempre a mio avviso, la fretta della ragazzina che ha scelto la strada più breve per attraversare, ma l’orrendo guazzabuglio commesso da un pazzo che aveva in mente solo la velocità del trasporto pubblico, come se la ragazzina non fosse appartenuta alla nostra comunità, certo non alla loro, cioè di quei politici che vedono solo nei soldi la loro felicità e quella dei loro pazzi elettori.

Un corpo dilaniato, incastrato sotto le ruote


A. C., 13 anni, studentessa della scuola San Benedetto, è morta mentre veniva trasportata al policlinico Casilino. Quando sono arrivati i soccorsi il suo corpo era incastrato sotto le ruote e gli operatori del 118 hanno fatto fatica ad estrarla. A posto della ragazzina ci sarebbe dovuto essere, secondo me, quello che ha progettato via Palmiro Togliatti. Sarebbe stato bello anche vederlo sedersi su una sedia elettrica (ma, noi siamo contro la pena di morte). È stato subito chiaro che la situazione fosse critica: il bus le aveva schiacciato la cassa toracica. Sotto shock, l´autista della linea 451, F. B, di 33 anni, 9 di guida alle spalle. «Non sono riuscito a frenare», continuava a ripetere agli agenti guidati dal comandante Marco Giovagnorio. I segni della sua frenata sono lì, sulla corsia preferenziale di viale Palmiro Togliatti in direzione Cinecittà: una strisciata di una decina di metri sull´asfalto. Ma il mezzo era pesante, un autobus jumbo, e lo spazio per la frenata non è stato sufficiente: l´impatto è stato fortissimo. A nessuno, però, viene in mente di chiamare come correo (nel caso in cui si accertasse qualche sua colpa) del povero autista del 451 il vero responsabile della morte di una ragazzina: il progettista di via Palmiro Togliatti.


A. C., un angelo mandato in cielo
Come fa questa Italia ad eleggere, su liste bloccate, centinaia di onorevoli al Parlamento europeo, che prenderanno, forse, 30.000 euro al mese e che se ne fregheranno della povera ragazzina di Centocelle? Chi ripagherà il dolore dei genitori? La lettera di Alemanno? Vorremmo sulla forca i veri responsabili, cioè i politici che hanno permesso uno scempio annunciato, un omicidio previsto da “Stampa, Scuola e Vita” e rimasto inascoltato. Il problema vero è che, purtroppo, quest’Italia di merda aspetta sempre la pandemia per muoversi. La prossima di via Palmiro Togliatti? Vi bastano 100 morti? Non vi basta solo A. C.?

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