di Roberto Maurizio
Dal calcio alla politica, il passo è breve: basta riconoscere le facce da culo!
Una tifosa interista, pardon, juventina
Alle 16 meno un quarto, proprio quando Roma veniva squarciata da un violento temporale, compare su Rai 3 Lazio, il volto enigmatico di Pietro Pasquetti (dizione in ciociaro, paiscuietti, quello del baiscquiet, cioè del Basket, uno sport che in Italia stenta ad emergere, forse anche per come viene presentato nelle Tv). Tanto affetto avevamo riservato a Pietro, questa figura storica dello sport romano e laziale che conosce tutto e tutti. Sa, addirittura, che numero di pedalini porta il portiere della Viterbese. A Trigoria è il re del calcio. A Formello è la Treccani (ogni riferimento a due o a tre cani, è puramente casuale, chi scrive è romanista, quindi senza par condicio). Invece, che fa? A corto di giornalisti esperti di politica, quelli che avrebbero potuto inchiodare i fannulloni delle ex Circoscrizioni, Pietro, al Tg3 Lazio, Pasquetti fa anche il presentatore politico! E qui cade un mito. Su Internet, nemmeno una foto di questo “grosso” giornalista tuttofare. Sembra che sappia anche ricucire le reti. Baiscquest, invece, conduce, si fa per dire, una trasmissione, si fa per dire, politica, si fa per dire, su un avvenimento elettorale prossimo venturo. Vi risparmiamo i dettagli, miserevoli. E poi, la chiamano democrazia!
Ilaria D'Amico e Pietro Pasquetti, dal calcio alla politica: un pallone sporco?
Ma come può un paese civile, e qui inizia la predica, pretendere che il bel “fornito”, il più bel fiore del Bigonzo, il giornalista Pasquetti, con il numero 46 di scarpe (evenienza che è stata scoperta grazie da poco dai tgisti laziali che inquadrano gli speakers e le “matrone”, che dovrebbero saper parlare in italiano e non presentare solo “i loro bacini circostanti”, come quelli di Anzio e Nettuno, che non sono purtuttavvia tanto circostanti ma quanto “allonastanostanti”. Come può un povero “pecoraro”, come Pietro, essere onnisciente! L’offesa, se sarà condotto in giudizio, dovrebbe essermi rivota dai “pecorari” che hanno la loro dignità, e sanno di saper fare il loro lavoro, un lavoro che viene apprezzato da tutta la comunità laziale e internazionale. Invece, Pietro si occupa di calcio, e va bene, di Basket, e va bene, di corsa campestre, e va bene. Ma chi gli permette di occuparsi anche di politica?
Amo' che te paro?
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