Onu. Troppe parole, pochi fatti
A New York, presso il Palazzo di Vetro, opera la squadra più fantasiosa del mondo. L’Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite), nata dopo le ceneri della Società delle Nazioni, nel 1945, è stata ed è sempre al centro di tutti i problemi del mondo. Il decisionismo non è mai stata di casa a New York, dove l'Onu è una specie di condominio formato da 192 paesi che deve occuparsi della sopravvivenza di circa 6,5 miliardi di persone, con gli annessi e i connessi. E’ un "grande animale" che deve cercare di far sbarcare il lunario a centinaia di migliaia di dipendenti provenienti da tutte le parti del globo. E’ un'Istituzione, sempre alle prese di perdita di consenso popolare, che va sicuramente riformata, ma anche salvata, perlomeno in alcuni rami essenziali della sua potente struttura (ad esempio, l'Undp). All'Onu si arriva all'esasperazione della democrazia degli Stati. Una testa un voto. Un paese un voto. Bhutan, Dominica, Figi, Samoa, Cuba, valgono come Stati Uniti, Cina, Russia e India. E’ giusto? Nel secolo scorso, dominato da comunismo, fascismo, nazismo, populismo, sfascismo, ma anche da democrazie a tutto tondo, poteva sembrare "normale". Oggi, nonostante tutti i cambiamenti avvenuti repentinamente negli ultimi trent’anni, l’Onu continua ad essere un "carrozzone" che non riesce a prendere decisioni. E' un organo che non governa e che non sa progettare il futuro.
Per nascondere quest’impotenza e giustificare la sua esistenza, l’Onu, sin dal 1960, ha costruito la sua vita istituzionale più sulle parole che sui fatti. "Primo, Secondo e Terzo mondo"; "Movimento dei Paesi non Allineati"; "Millenni e Decenni per lo sviluppo"; "Giornate" per ogni genere di problema (la fame, le mine, la donna, gli indigeni, etc.), sono tutte espressioni lessicali scaturite in seno all'Organizzazione. Fino ad oggi, l'unica cosa che non hanno inventato è la settimana bianca (tanta cara al nostro leader massimo).
I Decenni Onu: “Qua e pezz e qua o sapon”
L’Onu, per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale su problemi e realtà di rilevanza internazionale, giustamente, infittisce il suo calendario di eventi celebrativi per illustrare i suoi programmi avviati per la soluzione di problemi planetari. Ad ogni tema trattato vengono dedicati una giornata, una settimana, un anno, un mese, un decennio, addirittura un millennio. Ufficialmente, le Decadi più significative sono state, 1975-1984, Decennio per le donne; 1981-1990, Decennio per lo sviluppo, 1991-2000, Decennio dell’educazione allo sviluppo sostenibile (Dess); 1994-2003, Decennio per i popoli indigeni; 1995-2004, Decennio per l’educazione ai diritti umani; 2001-2010, Decennio per una cultura di nonviolenza e di pace per i bambini del mondo; sempre con la stessa scansione, 2001-2010, Decennio per sconfiggere la malaria nei Paesi in via di sviluppo; per finire con il Decennio, promosso a Obiettivo del Millennio 2005-2014, “No excuse 2015”, che probabilmente vorrà dire “niente scuse nel 2015”, “qua e pezz e qua o sapon” (proverbio napoletano).
Passiamo agli anni. Senza tornare molto indietro, citiamo l’anno del volontariato (2002) e l’anno dello Sport (2005). Il 2007 è stato l’anno dei Diritti umani e del Delfino e il 2009 sarà l’anno dell’Astronomia. Ma, a parte il delfino, che gode della simpatia di tutti, l’Onu ha superato se stesso quest’anno: il 2008 è stato dichiarato “Anno della Patata” (e, come si sa, la patata non piace proprio a tutti!). Il 2008 sarà, e meno male, anche l'Anno internazionale del pianeta Terra, l'Anno internazionale dell'igiene e l'Anno internazionale delle lingue. Ma è alla Patata che l’Onu dedica molta attenzione.
Il Palazzo di Vetro ha spiegato le finalità e gli intenti della celebrazione: «incrementare la consapevolezza dell'importanza della patata e promuoverne la coltivazione». Un’intera pagina del sito ufficiale dell'Onu riassume la storia del tubero, le sue origini peruviane presso il lago Titicaca, circa 8.000 anni fa. Un’altra pagina affronta l’aspetto tassonomico (famiglia solonacee) e le capacità nutritive. L’Onu non bada a spese: la Patata ha un suo logo, creato dal designer italiano Giancarlo de Pol.
E’ proprio questa propensione delle Nazioni Unite a non stringere i cordoni per le celebrazioni che innalza il fabbisogno annuo di dollari del Palazzo di Vetro, che viene finanziato tramite quello che in gergo si chiama aiuto multilaterale, tanto caro al nostro Ministero degli Affari Esteri. Le spese di rappresentanza e di pubblicità, in un’azienda privata, sono alla base della progettazione economica finanziaria e patrimoniale del breve e medio termine. Ma l’Onu è al di sopra del tempo. L'effettiva valutazione dell’impatto sulla sensibilizzazione dell'opinione pubblica ottenuta con i Giorni, Mesi, Anni, Secoli, Millenniai non è mai stata dimostrata con dati inoppugnabili e non è mai stata sottoposta a verifica ex post, ma neanche ex ante. Ovviamente, stiamo parlando di centinaia di migliaia di euro. Ma passiamo ai Giorni dell'Onu.
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