8 gennaio 2008

Liliana Magrini. Dossier Maghreb

Dossier / Maghreb
Tentativi di integrazione ed elementi di divaricazione
di Liliana Magrini

Presentiamo l'ultimo articolo scritto da Liliana Magrini. Il saggio è la presentazione del Dossier/Maghreb da lei curato per la rivista "Politica Internazionale" n° 10, ottobre 1985. L'intervento completo si può leggere integralmente su "Articoli di Stampa, Scuola e Vita".

Fonte: Wikipedia
Abbiamo assistito di recente, tra i paesi maghrebini, a una fitta serie d'incontri in cui è stata tentata non solo una fallita me­diazione tra Algeri e Rabat, ma anche un ennesimo rilancio del progetto d'integrazio­ne del « grande Maghreb » nella sua acce­zione più estesa, e cioè comprendente, ol­tre a quel nucleo centrale che è costituito da Algeria, Tunisia e Marocco, anche Libia e Mauritania. I motivi di contrasto sono tuttora troppo rilevanti perché si possa ipo­tizzare a breve termine la realizzazione di questo obiettivo. Tuttavia l'insistenza con cui esso viene riproposto dopo ogni perio­do di più acute tensioni, e d'altra parte l'im­portanza che la sua attuazione potrebbe as­sumere per gli equilibri mediterranei e afri­cani, inducono ad una indagine sulla reale entità dei fattori di attrazione e di repul­sione inerenti a questo tenace mito orientatore.
Alla base di una appartenenza al Magh­reb sancita dalle rispettive Costituzioni, an­che il gruppo dei tre non ha alcuna tradi­zione di unificazione statuale, avvenuta sol­tanto per breve tempo (poco più di mezzo secolo) sotto l'impero degli Almohacli: oltre allo spazio geofisico, ha in comune soprat­tutto la cultura inerente a una medesima et­nia originaria (il mondo berbero) e alle me­desime sovrapposizioni esterne, dai fondaci e le città fenice alla conquista romana, alla profonda penetrazione e acculturazione ara­ba, alla amministrazione ottomana (salvo in Marocco) e infine alla medesima occupa­zione coloniale: insomma, una histoire-objet, per riprendere una espressione di Laroui, in gran parte definita da connotazioni e col­legamenti esterni. Una fusione statuale ap­pare oggi totalmente utopistica: non però quella concertazione politica ed economica, di cui viene periodicamente avvertila l'esi­genza.

Nessun commento:

Posta un commento