L’uomo sulla Luna
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
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Un mare di tranquillità
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Il 20 luglio 1969, il modulo lunare “Eagle”, con a bordo Neil Armstrong e Edwin (Buzz) Aldrin venne separato dal “Columbia”, sul quale rimase Michael Collins. Dopo un attento controllo visivo, “Eagle” accese il motore e iniziò la discesa. Durante questa fase, gli astronauti si accorsero che il sito dell'atterraggio era molto più roccioso di quanto avessero indicato le fotografie. Armstrong prese il controllo manuale del modulo lunare, che fece allunare alle 20:17:40 Utc. Il primo sito di atterraggio dell'Apollo, nella parte meridionale del Mare della Tranquillità a circa 20 km a sud-ovest del cratere Sabine D, fu scelto perché ritenuto abbastanza piano e liscio dai rilevamenti effettuati dai lander Ranger 8 e Surveyor 5, così come dalle mappe tracciate dal Lunar Orbiter.
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Una bastonata per le femministe: tre uomini, due dei quali sulla Luna, e un bel “mankind”
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Dopo 40 anni l’emozione resta la stessa che fece “attaccare” al video milioni di telespettatori. In Italia, quando Armstrong pronunciò l’ormai frase storica “A little step for a man, a big step for mankind”, erano le 4.56 del 21 luglio 1969. l’Italia insieme con il resto mondo assistette con febbrile emozione al compiersi di una storica tappa dell’umanità: lo sbarco dell’uomo sulla Luna. E se anche quell’incredibile viaggio vedeva come diretti protagonisti solo tre uomini, in realtà milioni di persone sparse in tutto il pianeta erano parte della missione «Apollo 11».
Orlando il furioso e Tito tra i tetti ritinti e tra una shadow e l’altra
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In Italia, il sacerdote di quella lunga e, per chi l’ha vissuta, indimenticabile diretta televisiva è stato Tito Stagno. Fu lui, insieme con Ruggero Orlando da Houston, ad accompagnare gli italiani in quella straordinaria avventura. Adesso, come durante la fine della seconda Guerra mondiale, si scoprono altri protagonisti, come Piero Angela, allora un perfetto sconosciuto. Quello che resterà impresso nella mente degli italiani di quel giorno indimenticabile, sono le voci di Tito Stagno e di Ruggero Orlando e basta.
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Le celebrazioni negli Stati Uniti
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Gli Stati Uniti d’America celebrano i 40 anni dallo sbarco sulla Luna con una raffica di iniziative che hanno riportato in primo piano i tre astronauti protagonisti della storica missione dell'Apoll0 11. La più attiva, nella corsa alle celebrazioni, è stata indubbiamente la Nasa che offre sul sito web la trasmissione in “tempo reale” della intera missione degli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins (che restò in orbita lunare): dal lancio ieri dell'Apollo 11 fino al ritorno con successo sulla Terra il 24 luglio. La trasmissione consentirà di rivivere il 20 luglio il famoso 'primo passo' di Armstrong sul nostro satellite. Per l'occasione la Nasa ha inoltre presentato una versione restaurata (con l'aiuto di una compagnia di Hollywood) delle immagini delle passeggiate lunari di Armstrong e Aldrin. Ieri la Nasa ha diffuso muove immagini del punto di atterraggio di Apollo 11 scattate dal Lunar Reconnaissance Orbiter, che è in orbita lunare. Oggi sarà la National Symphony Orchestra del Kennedy Center di Washington a celebrare l'impresa con un concerto dedicato ai temi musicali di film come 'Guerre Stellari', 'Star Trek' e 'E.T.'. Il giorno dell'anniversario, lunedì 20 luglio, la Nasa terrà una conferenza stampa a Washington con la partecipazione di Aldrin (di gran lunga il più attivo tra i tre membri dell' Apollo 11) e di altri famosi astronauti come James Lovell (Apollo 8 e 13), Thomas Stafford (Apollo 10) e Eugene Cernan (Apollo 10 e 17).
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E la Luna bussò
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Michael Collins, Roma
Lo sbarco del 20 luglio 1969 ebbe come protagonisti parecchi italiani, o ritenuti tali, oriundi, nati per caso, cittadini onoris causa, siamo lontani da Cristoforo Colombo. Il più illustre di tutti, in questa vicenda, è Michael Collins, nato a Roma il 31 ottobre 1930. Michael, sicuramente il più simpatico della “comitiva”, rimase a bordo del “Columbia”, che ricorda vagamente il “genovese”. Per parecchie ore, Michael rimase oscurato e ignorato da tutto il mondo, per questo viene ancora ricordato come l’uomo più solo nell’Universo.
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