12 luglio 2009

Marino, Bianchini e le mele marce

Marino, Bianchini e le mele marce
di Roberto Maurizio

Ariecco Marino

Il caso Luigi Bianchini, lo stupratore seriale di Roma, spacca il Pd. Ignazio Marino si erge, giustamente, a difensore delle donne sottoposte a violenze inaudite, senza interessarsi di colpire direttamente gli “apparati” delle Antiche Botteghe Oscure dalle mani pulite, da “noi veniamo da lontano”, da “noi siamo gli unici non corrotti della Terra, da noi che l’Emilia e la Romagna teniamo in alto la bandiera della nostra diversità: onestà, pulizia, integrità. Praticamente, il Pd, come il Pci, è l’immagine pura della Tavola Rotonda di Re Artù (Enrico Berlinguer), con l’Ancillotto (Dario Franceschini), il Mago Merlino (Pier Luigi Bersani) e la giovane Ginevra (Debora Serracchiani), la vecchia strega rosa. Ma la volete finire? Se prendete i voti dagli italiani (anche se in calo), siete come gli italiani, o no? L’onestà e la castità lasciatela all’Italia dei Valori (bollati) e a Beppe Grillo, il vostro prossimo candidato. Spalancate la strada a Ignazio Marino, l’unico che può ricondurre il partito a soggetto politico serio e moderno. L'unico che ha detto pane al pane e vino e al vino. Come è stato possibile avere tra i responsabili del Pd un irresponsabile?

E se fosse un altro Joe Codino?


Joe Codino

Marino compie la sua "mission" "onorevolelmente". Ma se si sbagliasse? Se Bianchini fosse una "bufala", un errore da parte degli "inquirenti". Se fosse come Joe Codino, al secolo Sergio Marcello Gregorat, che alla fine degli anni Ottanta divenne personaggio di primo piano della cronaca romana per i suoi numerosi strupri nella capitale? Joe Codino compì e confessò tredici aggressioni a sfondo sessuale e per questo venne processato e condannato a cinque anni di prigione che scontò per tornare in libertà nel mese di luglio del 1995. Per altri due anni non fece più parlare di sé: era ritornato al suo lavoro di liutaio e conviveva con una giovane donna, Maria, che lo difese con tutte le sue forze quando nell’aprile del 1997 venne accusato di avere violentato un’altra donna al Nomentano. Un’inchiesta che portò all’arresto di Gregorat, ma che non tranquillizzò né le donne né la polizia, tanto che si parlò di un altro violentatore ancora libero. Joe Codino venne poi assolto per quel reato.

Se tre stupri sembrano pochi
Bianchini, 33 anni, ragioniere e coordinatore del circolo Pd del Torrino, è accusato di tre stupri, di sequestro di persona e porto abusivo d’arma. Venerdì sera, in questura, davanti al pm Antonella Nespola che cercava di convincerlo a collaborare, il laureando in Giurisprudenza è scoppiato più volte a piangere. Ma non ha confessato, anzi. Seduto su una poltroncina, stringendo un braccio davanti al petto, ha detto solo poche parole. «Avete manipolato il Dna, mi volete incastrare: ho sbagliato solo una volta nella vita, quando ero giovane, ecco perché mi trovo qui. Ma è tutto un errore». E in quello stesso momento, in un’altra stanza sul corridoio, anche la sua ex fidanzata, una ragazza di Cassino, sotto choc non riusciva a trattenere le lacrime: «Conoscevo un altro Luca... Stavamo insieme da tempo, ma non mi sono mai accorta di nulla». A Regina Coeli, Bianchini è tenuto sotto stretta sorveglianza. E’ in isolamento e la polizia penitenziaria ha ricevuto l’ordine dalla Nespola di non perderlo di vista nemmeno per un attimo per prevenire il rischio di un gesto estremo. Ha trascorso tranquillamente la giornata, ha mangiato solo frutta e ha rifiutato l’ora d’aria. «Prima di essere un cliente è un amico al quale voglio bene - ha spiegato Olmi -. Vederlo lì, è stato uno strazio: non è un mostro, è una persona gentile, affabile, che gode di una stima sociale assoluta. A casa non gli hanno trovato il passamontagna dello stupratore, ma solo un taglierino di 3 centimetri e mezzo. E poi, i testimoni non avevano notato uno che zoppicava?». Per gli investigatori, che ieri hanno divulgato un filmato della notte del 25 maggio nel quale si vede il violentatore in un garage che aggredisce una donna e fugge dopo la reazione, gli indizi contro Bianchini sono invece schiaccianti. Al ragioniere sono state sequestrate mappe degli stupri, ritagli di giornali (uno relativo alla rapina ai danni di Lamberto Sposini, commessa all’ingresso del garage di casa sua, l’anno scorso, da un gruppo di romeni) e un lungo elenco manoscritto di presunte violenze: dal ’97 al maggio scorso, da Tor Carbone a Vigne Nuove, fino all’Aurelio. Una lista ancora tutta da decifrare: «Grotta Perfetta 1-1. Via Millevoi X-1. Val Cannuta X-2». Il diario di altri stupri? Secondo gli inquirenti si potrebbe trattare di sopralluoghi (X) e di successive aggressioni (1-2) su cui adesso sono in corso accertamenti. Sospetti tutti da verificare: di due episodi analoghi, il 3 luglio di 12 anni fa, venne accusato un altro stupratore seriale (soprannominato Joe Codino per i capelli legati dietro alla nuca), che però fu poi scagionato.

Calderoli caldeggia la castrazione

La vicenda dello stupratore seriale di Roma, che ha portato all'arresto di Luigi Bianchini, il 32enne sospettato di essere l'autore di numerose aggressioni nella capitale, non ha solo agitato una polemica interna al Pd, dopo le parole del senatore Ignazio Marino che ha parlato di "una questione morale enorme" nel partito (Bianchini coordinava un circolo dei democratici in un quartiere di Roma). Il Ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, torna a caldeggiare la castrazione chimica come unico rimedio contro le violenze sessuali. Una proposta già da tempo cavallo di battaglia dell'esponente leghista. A dare lo spunto a Calderoli sono le dichiarazioni del criminologo Francesco Bruno che, intervistato da alcuni quotidiani, parla della necessità della castrazione chimica in casi come quello dell'uomo arrestato a Roma. "Quando proposi io la castrazione chimica, peraltro già in uso in vari Paesi nel mondo - rammenta Calderoli - sembravo pazzo. Oggi leggo con soddisfazione che anche dal mondo scientifico arrivano proposte in questo senso". "Se l'uomo arrestato a Roma fosse stato sottoposto alle cure adeguate fin da quando a 19 anni venne coinvolto in una vicenda di questo tipo - aggiunge Calderoli - non si sarebbe arrivati alle conseguenze odierne". Ma Calderoli non risparmia un giudizio anche sulla questione interna al Partito democratico. E commenta le parole di Ignazio Marino: "Ha sbagliato - dice - ad attaccare il Pd romano e i suoi vertici per la faccenda Bianchini. Perché una mela marcia nel cesto può sempre capitare, a chiunque".

Basta, comunque, con i bastardi

Le mele marce sono dappertutto, ma non nel Pd. Questa è la versione ufficiale dei “nuovi apparati Pd”. Il bipartitismo renderà finalmente l’Italia uguale agli Stati Uniti. Due Partiti e basta, di cui uno corrotto, incestuoso, con televisioni e minorenni a iosa e l’altro composto da seminaristi, buonisti, terzomondisti, metodisti, calvinisti, evangelisti, fideisti, sansepolcristi, obamisti, in pratica, tutto lo scibile buono esistente in questo mondo di ladri. Anche se fino a prova contraria non si può crocifiggere un innocente, Bianchini, infatti, non è colpevole fino all’emanazione della condanna definitiva da parte della giustizia italiana, Marino ha sollevato un’obiezione giusta: sorveglianza, senza la puzza sotto il naso, “semo i mejo e incorruttibili”. Ma, da questo, a passare alla castrazione, di strada ce ne vuole. La castrazione è come la pena di morte. Chi, in un momento di rabbia, non vorrebbe la pena di morte? Lo strangolatore di un bambino violentato, fatti a pezzi e buttato nella spazzatura non sarebbe difeso da nessun essere umano. Lo Stato, però, non può sostituirsi agli istinti “bestiali” e “emotivi” della “plebe”. La pena di morte, per me, è come l’aborto e l’eutanasia, e la castrazione è una violenza inaudita come i punti sulla patente. Ma credete veramente che con questi mezzi si possa sconfiggere uno tra i reati più infamanti del mondo, come la violenza contro le donne? Se l’eliminazione dei punti sulla patente eliminassero e riducessero drasticamente la morte degli automobilisti, che siano ben venuti gli aumentati delle sanzioni. Se si togliesse la patente a tutti gli automobilisti indisciplinati e avessimo una drastica riduzione delle morti sulle strade, bene! Se scrivessimo sui pacchetti di sigarette, il fumo uccide aumentando il font del 100% e avessimo una riduzione del consumo del tabacco, quindi delle morti per cancro, va molto bene. Il problema è che tutte le misure repressive che vengono prese non possono produrre effetti immediati. Occorre la diffusione della cultura verso il rispetto, in primo luogo, di se stessi e degli altri, la cultura della vita, della fratellanza, della giustizia, del piacere di poter essere considerati parte integrante di un sistema che funzioni. Troppo dificile è il discorso. In parole povere, abbiamo bisogno di un sistema in cui il cittadino si senta partecipe e positivamente costruttivo. Un paese dove il rispetto non sia un atto dovuto, ma un sentimento condiviso, parlo come Bersani. Un paese dove sia possibile vivere tranquillamente. A Roma, questa chiosa finale sarà costellata dal famoso detto di come morì Tranquillo, quindi non va bene. Insomma, per concludere basta con i bastardi!

1 commento:

  1. Mi concedi un applauso a scena aperta?
    Semplicemente perfetto... grazie.
    Maria

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