10 luglio 2009

Di Pietro "Last minute": una "bomba" contro il G8

Di Pietro lancia una “bomba” contro il G8
di Roberto Maurizio


Mentre sta per chiudersi positivamente il Vertice del G8 all’Aquila, restano le ultime cartucce da sparare ad azimut zero contro Berlusconi: i No Global in marcia, i gli “Yes we camp” che aspettano in mutande le Last Ladies e un Di Pietro che compra le pagine sull’International Herald Tribune, l’edizione europea del New York Times. Quali sono gli obiettivi di questi tre attacchi concentrici? Visto che sui giornali non sono apparse né nuove foto, né cocaina a fiumi contro Berlusconi, si cerca di rovinare per lo meno la festa finale. Mentre, però, i No Global hanno da sempre manifestato il loro dissenso contro i potenti del mondo, Di Pietro scende in campo “last minute” non per attaccare il Summit, ma per colpire il Capo del Governo italiano, per offendere direttamente gli italiani, trattandoli come imbecilli e portare l’acqua al suo mulino, come stanno facendo gli “Yes we camp”. Qual è la differenza tra Di Pietro e i No-Global? Mentre questi ultimi sono dei giovani che hanno degli ideali, forse, anzi sicuramente, non condivisibili, ma credono in quello che dicono e lo fanno senza nessun ritorno personale, dietro l’astio di Di Pietro c’è un disegno politico molto chiaro: l’odio congenito verso il Cavaliere e il gusto di far passare tutti gli italiani per “coglioni di fatto”, tutti in preda alla droga lombarda che non gli permette di capire di essere immersi in una “sporca dittatura di fatto”. Ma, qui, “di fatto”, forse, c’è qualcun altro.

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