3 luglio 2009

Il Partito dei Pirati in Italia

Il Partito dei Pirati Italiani
di Roberto Maurizio



Piratapartiet


“Stampa, scuola e vita” aderisce formalmente alle linee programmatiche del Piratapartiet, il Partito dei pirati, fondato in Svezia nel 2006. Il programma elettorale di questo partito si basa semplicemente su tre punti: 1. Riforma della legge sul copyright. I Pirati vogliono ristabilire l’equilibrio nella legislazione sul copyright in modo tale che, l’uso e la copia non commerciale delle opere d’ingegno, siano completamente libere.


P2P

Il fire sharing e i networks P2P devono essere incoraggiati anziché criminalizzati. Internet potrebbe diventare la più grande biblioteca pubblica mai creata. Il monopolio del possessore del copyright nello sfruttare commercialmente il lavoro creativo, deve essere limitato a cinque anni dalla pubblicazione. Gli odierni termini del copyright sono semplicemente irragionevoli. 2. Abolizione dei brevetti, in particolare di quelli farmaceutici, a causa dei quali, secondo i Pirati, muoiono molte persone nei paesi poveri. 3. Diritto alla privacy. Il principale obiettivo del Partito dei Pirati è dunque quello di battersi anche politicamente per tutte quelle questioni legislative che riguardano la rete e le nuove tecnologie.

Fuori dalla china
Lo scopo ufficiale del sistema del copyright è stato sempre di trovare un equilibrio fra gli interessi degli editori e quelli dei consumatori, per promuovere la creazione e la diffusione di cultura. Oggi questo equilibrio si è completamente perso, siamo arrivati al punto che le leggi sul copyright limitano severamente la cosa stessa che sono supposte promuovere.
Il Partito Pirata desidera ristabilire l’equilibrio nella legislazione sul copyright. L’uso e la copia non-commerciale di opere devono essere completamente libere. Il File Sharing e i Networks P2P devono essere incoraggiati anziché criminalizzati. La cultura e la conoscenza sono buone cose, che incrementano di valore all’aumentare della condivisione. Internet potrebbe diventare la più grande biblioteca pubblica mai creata. Il monopolio del possessore del copyright nello sfruttare commercialmente il lavoro creativo, deve essere limitato a cinque anni dalla pubblicazione. Gli odierni termini del copyright sono semplicemente irragionevoli. Queste argomentazioni hanno riscontrato un certo successo, visto il risultato ottenuto alle urne: 7,1% dei voti alle ultime elezioni europee. Oggi, dunque, un pirata siede tra i seggi di Strasburgo, una posizione strategica per poter cominciare a diffondere la cultura della condivisione del sapere, dell’opera intellettuale come bene comune. “Potremo dar vita ad un nuovo corso per un’Europa che attualmente si sta dirigendo in una direzione molto pericolosa”, si legge nel programma. Copyright, brevetti e privacy sono tematiche molto sentite in Svezia dopo la vicenda giudiziaria di The Pirate Bay; lo dimostrano i 300.000 voti ottenuti dal Piratparitiet a questa tornata elettorale, rispetto ai 35.000 delle elezioni del 2006. Lo scontro sulla libera circolazione delle opere, per qualcuno detta anche pirateria online, sembra appena cominciato. A Washington si è tenuto qualche giorno fa il Secondo Summit Mondiale sul Diritto d’Autore, organizzato dalla Confederazione internazionale delle società d’autori e compositori (Cisac), una due giorni in cui sono intervenuti più di 100 oratori tra produttori, creativi ed esperti di diritto. Erano presenti anche i rappresentanti di Google, Microsoft e - attesissima - Christine Albanel, Ministro francese della Cultura, fautrice della legge Hadopi. Proprio la Francia, che con questa legge aveva pensato di aver messo un freno al download illegale ed aver aperto la strada della lotta alla pirateria online, troverà finalmente in Europa un oppositore degno di tale titolo, si troverà faccia a faccia con un parlamentare pirata.

Kiss for ever

Il parco buoi
Come si fa a non approvare in toto il programma dei “Pirati”? Un progetto di libertà per realizzare lo sviluppo della cultura. Un progetto che fa paura a quei pochi che vorrebbero continuare a far stare il “popolo bue” sempre in una stalla maleodorante. “Stampa, scuola e vita” vorrebbe essere la piattaforma di questo nuovo partito che nasce dal basso: Pdpi, il Partito dei Pirati Italiani. Per ora, l’idea “circola” solo su questo blog. Il Pdpi è il Partito che si rivolge ai giovani di spirito: basta con il vecchiume.



Grande Europa

Dal primo luglio, la Svezia “governerà” uno dei semestri fondamentali per l’Europa. Dopo la squallida figura fatta dalla Repubblica Ceca, ancora accecata dal postcomunismo cretino, che ci ha fatto sprofondare psicologicamente sempre più in fondo nel pantano della crisi, ecco un Governo all’altezza della situazione. Si vedono i segni della ripresa in tutto il mondo, in Europa e in Italia. La Svezia, con il suo sano ottimismo coniugato all’alta tecnologia, porterà nelle lugubri stanze della piovosa Bruxelles, nelle strade addormentate di Lussemburgo e nei tortuosi e burocratici corridoi di Strasburgo una sventagliata di nuova energia tecnologica. Un dinamico Governo svedese guiderà un’orrenda e vecchia Ue, brutta anche nel nome. Una volta di chiamava Cee (Comunità economica europea) e suonava bene. Adesso si chiama Ue’, un acronimo cacofonico, che richiama alla mente una specie di tarantella napoletana, iamme ncoppe iamm, Ue’ Pulcine!). Si poteva chiamare, invece, Stati Uniti d’Europa (Sue, ma manco andava bene, il politico si fa le cose Sue), Use (no, usa e espelli), si poteva chiamare semplicemente Europa, anche se il popolo non avrebbe apprezzato il riferimento all’euro, una moneta di merda che adesso, con l’inflazione al – 1% fa finta di essere una moneta importante, quando la vecchia lira dovette lottare contro un’iperinflazione a due cifre, 20% e più. Si sarebbe potuta chiamare, semplicemente, Grande Europa (Ge).

Pirati contro pescecani
E’ facile governare in economia stagnante, molto più difficile è gestire le rapide. Non c’è sviluppo senza crescita dell’inflazione, non c’è governo che si addormenti con la recessione. Tutto tace, aspettiamo gli eventi. La stasi (non quella dell’Est) è la morte dello sviluppo. Occorre reagire. Meno male che abbiamo il governo svedese che attraverso Internet rivoluzionerà questa Europa addormentata e burocratica. Il primo impegno del Pdpi è quello di sostenere l’arrembaggio. I pirati sono quelli che solcano le onde e che sfidano il mare, sono quelli che si trovano di fronte ai famosi “pescecani” (quelli di lo sai che i papaveri…). Sono sempre gli stessi da 60 anni i pescecani, ma non stanno solo a destra. Come ogni “pescecane” che si rispetti, stanno al centro, a sinistra, all’estrema destra. Stanno dove c’è da azzannare. Banche, imprese, giornalisti, disoccupati, inoccupati, editori, fruitori dei più grandi privilegi che esistono solo in Italia. I giovani sono immersi in queste acque torbide piene di “pescecani” che li azzannano ogni qual volta vogliono mettersi in luce. Abbiamo davanti a noi un semestre europeo aperto ad ogni prospettiva di crescita e di richieste da parte delle persone che hanno diritto di ottenere il riconoscimento di essere considerati essere umani.


La bella novella
La legge approvata sugli immigrati e sulle ronde rende l’Italia forse più sicura. Quello che non si capisce è perché mai una legge voluta dagli italiani cattolici viene rinnegata proprio dalla Santa Sede e dai Radicali. Questi due partiti contrapposti si ritrovano insieme, in quanto Gesù come extraegittocomunitario non spacciava la droga, ma aveva nascosta un’arma che avrebbe fatto crollare l’Impero Romano e durare per più di 2000 anni e come figlio di Dio avrebbe portato una bella novella, mutuata, forse, dai tibetani, oggi tanto amati da Marco Pannella. Ma perché Marco, fra un terremoto e un altro, non si avvicina al “verbo” cristiano e cattolico senza partire da così lontano? Perché la Chiesa non prova a pensare che ripetere gli errori che sono stati commessi in questi più di 100 anni di emigrazione italiana, durante la quale siamo stati presi a pesci in faccia, con i calci nel sedere.



Il Padrino Parte IV
Perché dire, siccome siamo stati un popolo di emigranti senza nessun diritto, oggi dobbiamo aprire le porte agli immigrati per fargli passare quello che hanno passato le nostre vecchie generazioni? Mi spiego meglio. In Germania, in Belgio, in Francia, gli italiani hanno fatto un culo grosso come una capanna. Hanno abbandonato la loro terra, e questo già per se stesso è una vergogna, sono stati trattati di merda, patito il freddo, morti giovanissimi, ma con un gruzzolo nelle mani. Il Brasile, Argentina, Uruguay e l’Honduras, dove Roberto Micheletti, “el italiano” di Bergamo, oggi detiene il potere acquisito con un Golpe non riconosciuto dall’Onu. Gli Stati Uniti, dove gli unici onori che abbiamo sono quelli del Padrino IV parte e di Frank Sinatra, la voce più bella del mondo, il colluso; il Canada, dove i nostri nonni hanno costruito intere città lavorando a -22 gradi sotto lo zero. Per non parlare dell’Australia, la terra dei canguri, la terra degli aguzzini, dove i nostri immigrati hanno dovuto fare fuoco e fiamme prima di far riconoscere i propri diritti.
Obama, un terno al lotto
Quando dicono trattiamo i poveri immigrati extracomunitari come hanno trattato gli italiani quando erano immigrati è una bestemmia. Noi, immigrati, siamo stati crocefissi per anni e anni, mentre Obama, appena sbarcato dall’Africa è il capo degli Usa. Sarebbe troppo semplice. Il Sogno americano di Obama è un terno all’otto. Gli africani, i neri, i meticci, i latinoamericani, i cinesi, gli indiani, i giapponesi, negli Stati Uniti hanno sempre fatto il culo e sempre lo faranno.


Il Mercante in Fiera
In Italia, per sopravvivere, hai bisogno di tre cose: 1. Conoscenze; 2. Conoscenze; 3. Conoscenze. La Mafia, che non ha un quoziente di intelligenza superiore a 100, conosce queste cose. Forse parteciperà anche al “Mercante in fiera”. Si alzano, come “vergini libellule”, i difensori dei diritti dei cittadini. Queste mignotte, che non hanno nulla a che fare con la gloriosa e dignitosa attività di professioniste che gettano le loro radici nella storia dell’umanità, si svestono dei loro panni, imprenditori (quello più gettonato e crocefisso è lo stronzo che paga le Iene, i siciliani, i figli di partigiani, come Ezio Greggio e la moglie di Totti), giornalisti (Santoro, Gruber e Sassoli), avvocati e pubblici ministeri (Di Pietro), e pretendono di governare un paese non poi assai tanto difficile. Questi “azzeccagarbugli” violentano in continuazione la poca intelligenza rimasta nel popolo italiano. Dunque, c’è bisogno di un nuovo partito: non della falsa libertà, non della falsa democrazia, non del falso populismo. Un partito basato sulla pirateria. Cosa significa? E’ come giocare al Mercante in Fiera, devi puntare su una carta sperando che possa essere vincente. Il Pirata è colui che non rispetta le regole artefatte da una finta democrazia.



I gechi e il pizzardone


Il Pirata è quello che rifiuta gli stereotipi. Il Pirata è quello che vuole avere un lavoro, una dignità, una casa, una pensione, un ospedale che funzioni, una scuola che si interessi degli alunni, una strada su cui camminare e non morire; vuole il rispetto della sua persona che gli viene negata dai sindacati (per cui sei solo un iscritto pagante), dalla Chiesa (che devi fare solo quello che dice e non quello che pensi), dalla famiglia (dove sei solo uno che porta i soldi, quando li dai), dal tuo ragazzo (che pretende di conoscerti a meno dito), dalla tua amante (che vuole spostare la sua residenza a Bari, un’Escort barese e meglio di una Panda di cortesia), da tua moglie (che nonostante il crollo del muro, crede ancora che non esistono i gechi), dall’Inps (che ti manda le visite dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, così alle 20, con la gamba rotta puoi andare a ballare liberamente), dai netturbini (che si piazzano con i camion proprio quando tu hai fretta), dai questurini (che non li trovi mai quando li cerchi), dai “pizzardoni” (i più odiati, giustamente dagli italiani, perché l’unico scopo della loro anima è accoltellarti con una multa salata), dai sindaci (come Veltroni, un africano pentito, e un Alemanno che continua a far stare per strada i lavavetri e l’immondizia), dalla televisione (che tra una risintonizzazione e l’altra fa calare gli ascolti che non riprenderanno più nemmeno con il fresco perché il vecchietto sarà già trapassato a migliore vita, sicuramente migliore di quella che gli offre la Rai), dalla Gelmini (condannata dalla Corte Costituzionale per i tagli effettuati nella scuola), dall’influenza A (100 mila casi al giorno in Gran Bretagna in agosto).


Vietato vietare
Ma il lavoro migliore del “Partito dei Pirati” sarà quello che verrà svolto sul Web. Nessuno sarà in grado di cancellare un’idea che passa sulla rete. “Vietato vietare” sarà il motto del nuovo partito. Emulare, Emule, l’Asinello, i Wikinghi, sempre rispettando i diritti acquisiti, sarà sempre più in grado di penetrare la comunicazione, come in Iran, dove i giornalisti stranieri sono stati cacciati e la gente, quella iraniana di Internet, quella di Emule, di Twitter, di Google, di Yahoo, di Youtube, di Facebook hanno vedere i sorci verdi a Ahmadinejad.

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