22 luglio 2009

Sesto: non uccidere

Follie di una notte di mezza estate su uno Stivale lungo e stretto
di Roberto Maurizio

Maccheroni, spaghetti, pizza e mandolini


L’Italia è quello Stivale pieno di maccheroni, spaghetti, mandolini, pizze e mafia, in cui si parla di gossip, e non di morti sul lavoro, di escort, e non di cocaina e droga a tutto spiano, che ammazzano i nostri giovani che distruggono intere generazioni, di crisi economica, e non di pedoni falciati mentre prendono un pullman davanti casa, di badanti che si prendono cura dei nostri vecchi lì lì per morire per accaparrarsi tutta la grana pregressa, e non di pedofilia che affligge tutte le regioni italiane, di immigrati che non sbarcano più grazie a Maroni, e non di cani abbandonati sulle autostrade in questa estate uguale a tutte le altre, di influenza A, e non di malattie gravi curate solo con la caparbietà e la professionalità di pochi e maledettamente pagati, di bocciati, e non della Salerno-Reggio Calabria, incubo che ormai nemmeno più i calabresi vogliono fare, i giapponesi, infatti, se ne sono già andati via, di tasse, e non del rispetto dell’ambiente, delle frane sugli Appeninini, di Berlusconi, e non delle soluzioni da adottare per rendere questo paese sismico, che ha ridotto Messina nel 1908 in macerie e cadaveri, più sicuro e meno distruttivo. Sotto l’ombrellone, i giornali aumentano le tirature con le escort, in pratica una puttana che sa fare il suo mestiere lontana dall’Aids, speriamo. Forse, il leader provvisoriamente in carica, come dicono a “Repubblica”, come se loro non fossero esseri umani provvisori come il ponte che lega l’incisivo al molare, Lenin a Stalin, Mao a Fidel Castro, Reggio Calabria a Messina, avrà sicuramente contratto, con la escort di Bari, l’Aids.

L’Aids dell’escort e la Sharia di Scalfari

Ecco la prova schiacciante. Una puttana, pardon escort (qualcuno poi mi dirà la differenza) che esporta il virus va beatificata e pagata, il Leader Massimo Provvisorio non solo va condannato, ma secondo la Sharia di Scalfari andrebbe giustamente castrato. Mentre in tutta Italia, a luglio, come al solito, anche quando c’erano gli altri Lui, i Veltroni, i Prodi, i D’Alema, sono ancora aperti cantieri che danno lavoro a migliaia di persone sotto un Sole cocente, i sindacalisti indaffarati si danno convegno a Capalbio, l’Isola comunista con la palombella incorporata che non ha nulla da invidiare a Mina che si esibisce alla Bussola e alla sua giusta scelta di abbandonare questo Stivale che le andava molto stretto, pieno di droga, di pettegolezzi, di omicidi, di incidenti stradali, di inciviltà, di pandemia ricorrente negli ospedali abbandonati a loro stessi, senza soldi e senza medici, che, giustamente, preferiscono andare all’estero dove viene riconosciuta a loro la grande professionalità acquisita grazie alla loro tenacia e alla loro caparbietà.

Droga e giovani abbandonati

Se si esclude il grande lavoro di repressione che fa la forza pubblica (carabinieri, polizia e guardia di finanzia), nessuno in Italia si occupa di uno tra i più gravi problemi che affliggono i giovani e i meno giovani: la droga. Contro questa piaga, centomila volte più grande della sperata influenza A da parte della sinistra, occorrerebbe una politica bipartisan, tenendo forse anche presente le proposte di Pannella di liberalizzazione. E’ uno stillicidio che ammazza mentalmente e fisicamente centinaia e centinaia di giovani. La “bella politica” si occupa solo di vietare la vendita di alcol ai quattordicenni, accerta se hai bevuto una birra in più o meno prima di metterti alla guida, altrimenti ti toglie la patente. E, come lo struzzo, fa finta che non esistono i drogati cronici in Italia, drogati giovani che perderanno qualsiasi contatto con la società. Possibile che nessuno non se ne accorga? A Tor Bella Monaca è come scoprire l’acqua calda. Ma andate in qualsiasi paese di provincia, o in un capoluogo provinciale della più squallida specie. Troverete cose “allucinanti” se ci fate caso. Giovani allo sbando sotto il controllo della malavita. Giovani perduti che non riescono più a ritrovare se stessi. Abbandonati dai genitori, abbandonati dalle istituzioni, abbandonati da tutti quelli che poi ci chiedono i voti.

Sesto: non uccidere

Un fiume di droga avvolge in un cappio mortale migliaia e migliaia di giovani. I terroristi, a confronto con gli spacciatori di morte continua e perenne, sono quasi dei buon temponi che si ricordano, di tanto in tanto, di far fuori qualcuno. Lo spaccio e il consumo della droga produce uno stillicidio continuo di morti di cui nessuno se ne accorge, o fa finta di non accorgersi. Obama è impotente contro questa macchina infernale che serve per pagare i debiti degli Stati federali. Obama, tanto ecologico, perché non si schiera apertamente contro la droga? Il Pd perché non mette al primo punto del programma dei suoi candidati la “soluzione” del problema della droga? Il Pdl, con la Russa, invece di combattere i Talebani in Afghanistan, perché non mette in piede una strategia vera per debellare il male del secolo passato e l’inferno di questo che stiamo attraversando? La Fini-Giovanardi contro la droga è stato un fallimento completo. Come i caschi, le cinture di sicurezza, le uccisioni di quaglie da maggio a settembre. I morti sulle strade, con o senza caschi, con o senza droga, continuano. Perché la Chiesa non scende in campo per fare in modo che uno dei Dieci Comandamenti su cui essa si fonda venga rispettato? Sesto comandamento: non uccidere! La droga, invece, continua ad uccidere.

C’era una volta

C’era una volta, in Italia, un grande sindacato guidato da Lama che sapeva interpretare le richieste della classe operaia. C’era una volta, in Italia, Berlinguer, che sapeva come convincere gli italiani a stare nella stessa barca che stava per affondare. C’era una volta, in Italia, Craxi, che aveva compreso che il mondo stava cambiando ed anche la politica doveva cambiare, adeguarsi ai tempi. C’era una volta, in Italia, una grande Dc, che come stanno facendo adesso gli iracheni e gli afghani, rispondeva agli stimoli della Grande Mela. Ma veramente siamo un popolo libero o siamo solo degli esecutori materiali della volontà dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale?

Per forza Guelfi e Ghibellini?

Ci sono voluto 60 anni per farci capire che la scelta giusta era quella dei vincitori. Due soli partiti e basta. Ma avete mai visto il palio di Siena con solo due sole contrate? Addirittura, a San Martino in Pensilis, 4.000 anime più o meno in vita, ci sono 3 carri, cioè tre diverse fazioni che concorrono al palio di San Leo. Rapportato ai 60 milioni di italiani, quanti dovrebbero essere i partiti? Ci vogliono, insomma, riportare ai Guelfi (Conservatori) e Ghibellini (Democratici). Un passo indietro nella storia italiana che ha preso l’essenza e l’ossigeno della sua esistenza dai Comuni, se non erro.

La Cgil con il materassino a Capalbio

La lotta di classe non è più di moda, anche perché la classe operaia è andata in Paradiso ed ha dato il ben servito alla sinistra, lontana dai problemi reali della gente, e si è messa al servizio di Bossi. Ma quanto durerà? Spariti sono, invece, i sindacati che riescono a tenere in piedi la baracca perché hanno dei grandi assets e un potere di vita o di morte dei lavoratori. Ma, a proposito di sindacati. Che fine hanno fatto le quote coattive che i lavoratori devono per forza versare ad una forza senza più competenza, una forza che gestisce solo un piccolo rivolo del grande fiume abbandonato dalla grande Madre? A luglio, i sindacati unitari festeggiavano l’avvento dell’Autunno caldo con le scuole e le fabbriche occupate. Dove sono andati a finire i sindacati? Con il materassino a Capalbio a vedere le foto invernali delle due settimane bianche, contro la quarta settimana della casalinga di Mattinata, passate a Madonna di Campiglio (Madonna – Dc; Campiglio – Pci).

Fini, D’Alema e la mafia

La colpa di questo becero provincialismo diffuso in tutto lo Stivale non è degli italiani, ma di chi li ha governati per 60 anni: una classe politica che ha fagocitato i media essendo loro stesso i media e la “classe politica pulita” (Fini e D’Alema, solo per citare due esempi contrapposti, non hanno né arte né parte, sono dei giornalisti iscritti all’Ordine che fanno i politici da una vita). Fino a prova contraria, questo intreccio d’interessi tra politici e media non rientra nel grande calderone della Mafia? Veramente questa è una mafia con m minuscola, perché l’Associazione mafiosa in questione è tutelata dalla legge, niente carcere duro, niente ergastolo. I mafiosi, i camorristi, gli affiliati della D’rangheta e della Sacra corona unita rispondono in prima persona, con l’eliminazione fisica, con l’arresto, con la confisca dei beni, con il carcere duro. E’ un’accusa pesante quella di “confondere” i politici tout court con un progetto mafioso. Senza prove non c’è reato, e questo qualunquismo in Italia esiste da sempre, cioè si è dato del mafioso al politico. Il mio discorso è diverso, e solo la storia potrà dire se ho torto o ragione. Infatti, quello che sostengo è che, storicamente, i limiti tra la legalità e l’illegalità è sempre stato molto flebile.

Fatti e non foto

Sostenere che in Italia ha sempre comandato la Mafia non è storicamente provato, anzi, politicamente la Mafia è stata combattuta e sconfitta. Però, è giunto il momento per dare a Cesare quello che è di Cesare. L’ormai Diciasettesima potenza mondiale, quella che una volta stava al Settimo posto nel G7, viene scavalcata da una Spagna che sprofonderà sempre più in basso perché colpita da una recessione grave che El Pays, attraverso le foto di Villa Certosa, vuole attribuire all’Italia. Ma noi siamo un’altra cosa. Vogliamo i fatti e non le foto. Con o senza Mafia sapremo rispondere a questi attacchi vergognosi che vengono prodotti quotidianamente dai nostri paesi avversari e risucchiati da una squallida sinistra che si prepara al congresso mettendo al primo punto dell’ordine del giorno l’escort barese con le sue interviste. Una sinistra che vede nero: la crisi, l’afa, i maremoti, i terremoti, i disoccupati, l’influenza A. Facce lugubri che rifiutano la tessera a Grillo che perlomeno poteva farci ridere. Non è un problema di secondo piano.

Il raffreddore sarà la tua tomba

La malattia più diffusa in Italia è l’ipocondria, la paura eccessiva delle malattie, le ansie per la salute e per il futuro immediato. La paura orienta gli investimenti finanziari ed economici. La paura orienta la Borsa valori. Chi diffonde paura incoraggia l’ipocondria, fa arretrare gli investimenti, produce sconforto. Come si combatte questo vero e proprio flagello? Sicuramente non attraverso le facce lugubri di quelli che prima o poi dovete morire, di quelli della quarta settimana, di quelli fra poco sarete tutti morti grazie all’influenza A, il tuo raffreddore sarà la tua tomba. Certo, quando esistono problemi seri il discorso cambia: una malattia grave, come il cancro, massacra non solo l’individuo ma un’intera famiglia, e qui cade l’asino. Gli ospedali non funzionano e se funzionano riescono solo attraverso il Fattore M (mafia): conoscenze. Forse Obama sta per introdurre le “conoscenze” negli ospedali americani. Non sarà più la tua assicurazione che ti salva, ma la tua “conoscenza”. Ecco perché gli americani sono in disaccordo con Obama. In Italia, forse non tutti sanno che non è vero che gli ospedali sono gratis. Ti fanno pagare l’ira di Dio, sia in termini di euro che in quelli dell’inefficienza. Ma che sinistra è questa che vuole far permanere il progetto mafioso ospedaliero delle conoscenze e si batte contro l’istituto delle assicurazioni? Con l’assicurazione paghi qualcosa, o forse più di qualcosa, ma con le “non conoscenze” ci rimetti la vita.

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