Due “cadaveri” per Daw Aung San Suu Kyi
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
Eroina e escort
Ancora un’estate di prigionia e di malinconia per la grande “eroina” asiatica, Daw Aung San Suu Kyi. Ancora un silenzio assordante da parte della più che mai provinciale stampa italiana, tutta presa a rincorrere le scopate della escort barese, che getta sicuramente una lurida ombra sulle mignotte pugliesi, sulle puttane baresi e sull’intera Puglia guidata da un gay dichiarato. Sull’eroina asiatica, Aung, niente. Forse perché alcuni redattori dei nostri giornali preferiscono quella colombiana? Di eroina birmana, nemmeno l’ombra.
Castrazione con la falce o con il martello
Certo, “Papi”, non viene fuori bene da questa lurida vicenda. Vogliamo castrarlo? Sono molti in Italia, quelli che imbracciano ancora la falce e il martello, che vorrebbero farlo. Molti sono per la prima soluzione, semplice ed immediata. Altri, quelli appartenenti ad una classe superiore, vorrebbero il martello, più lenta, ma più partecipativa (vuoi mettere un colpo dopo l’altro).
Siamo uomini o caporali
Ma, vivaiddio, “Papi” si comporta ancora come un uomo e non come un quacquaracquà. Non si sente un caporale. Va sicuramente condannato perché qualsiasi uomo o donna o gay deve rispettare la dignità della propria persona, della famiglia e dei figli. Berlusconi va condannato perché ha seguito l’esempio di tutti gli italiani, a cominciare dai leghisti che ce l’hanno duro, dai siciliani che agguantano le donne “straniere” sulla spiaggia, dai calabresi che fanno la loro bella figura. Tutto il resto d’Italia è noia. Provate a trovate un vero “maschio” in altre regioni al di fuori di quelle citate. Toscana? Non ne parliamo. Fanno ancora il Palio, bestemmiano più del diavolo, ce l’hanno pendente come la Torre. Umbria? Nemmeno l’ombra. L’unico uomo vero è stato e sarà sempre, San Francesco. L’Abruzzo? Ha il terremoto. E il sindaco non ha l’alcova.
Le donne più belle del mondo
Il Lazio? Ha Travaglio, ha Alemanno che è andato negli Stati Uniti per trovare un’escort con le pistole e con la stella di sceriffo. Il Sindaco capitolino mostrava nei suoi occhi spalancati dal fuso, durante le interviste realizzate dal più grande giornalista del mondo, degno del premio Pulitzer, che gli chiedeva ripetutamente, con un inglese, tra il napoletano a milanese, “ma ‘ste ronde parleranno brukliniunano o frascatano”? La Puglia? Ormai sono tutti figli di escort. Ma che bella figura ad una bella terra come il “tacco” dello stivale lasciata in mano ai pugliesi. “Fuggi da Foggia, non per Foggia, ma per i fuggiani”. Il Veneto? Nemmeno a parlarne. Con un sindaco filosofo ti vengono subito giù le palle. Il Friuli? Forse sì. Non per merito dei “maschi”, ma per la presenza nella regione delle più belle ragazze del mondo. Secondo una statistica, mai approvata dall’Onu, ma dal sottoscritto, le ragazze più belle del mondo sono quelle che provengono in ordine decrescente da: Etiopia, Senegal (a pari merito), Eritrea, Somalia, Friuli e Yemen. Tutto il resto, va valutato in base a dei requisiti aggiuntivi (capelli biondi, labbra carnose, occhi profondi) che non potranno mai essere all’altezza delle “razze” citate che sono le prime della classifica.
Vergini e martiri
Il Capo dei capi e dei “Papi” va condannato per non aver saputo evitare le registrazioni di una mignotta. Chi se ne duole di questa vicenda è Bin Laden. Se sapevo che era così facile eliminare Berlusconi gli avrei mandato 8 puttane e mezza (come Fellini 8 e ½). L’ultima metà con il tritolo. La stampa estera, soprattutto quella anglosassone, se la ride e inchioda il “Papi”, dimenticandosi dei bocchini della Levinsky a Clinton e delle cassette hard del seghista inglese. Per non parlare degli spagnoli. Vergini e martiri. Per loro il sesso non esiste. Per essere assunto a “El Pays” devi dimostrare di non aver mai visto prima un Figo. Tutti sottoscrivono questa clausola che comporta anche una subordinata: di non aver mai visto la sorella. Ecco come si spiega la deriva della Spagna, se non sei gay non se magna.
Aung e l’influenza
La nostra povera Aung, in questa tormentata estate, resta emarginata. L’influenza A cancella ogni possibilità di visibilità. Rai 1, quello pagato dai gay e non gay italiani, affossa il Molise. 14 casi di influenza in piena stagione balneare. Prenotazioni che saltano, mentre tra i materassino di Cabalbio, forse colpiti da centinaia di casi nascosti dell’influenza A, dalla Cgil, tutto va liscio. Loro hanno l’antidodo: la stampa collusa e corrotta.
Un appello a Ingrid Betarcourt
Povera Aung, le flebili luci delle Pleiadi non fanno altro che parlare di te. Non ci deludere, non fare come Ingrid Betancourt, dai il tuo sostegno a questo Blog che ti segue da molti anni. Ingrid, se hai ancora un’anima, perché non sostieni la causa di Aung? Ingrid, forse io, come un innamorato deluso, ti ho abbandonato. Ma per giorni e notti non ho fatto altro che pensare a te quando eri prigioniera. Perché non fai esplodere chiara e forte la tua voce contro la prigionia di Aung San Suu Kyi?
Un’offerta che non si può rifiutare
Alla fine di questo discorso, resta ancora lontana la scarcerazione di Aung, anche perché ad interessarsene sono due “paladini” forti e veraci: Ilary e Fasino. Che accoppiata vincente! La moglie di Clinton, Ilary, Segretario di Stato americano, che si fa chiamare ancora con il nome del marito, come se fosse una Coca Cola, ha intimato, durante il suo recente viaggio in Asia, alla Giunta militare birmana la liberazione dell'oppositrice Aung San Suu Kyi. La “minaccia” è stata lanciata alla terribile e sanguinaria Giunta militare del Myanmar, da Ilary come se stesse interpretando la parte di Don Vito Corleone nel “Padrino n° 2”. “Capisc”, ha detto la Clinton, “questa è un’offerta che non si può rifiutare”. “O liberi Aung o io non investo i miei soldi in Birmania”. Cazzo, questa è la sinistra!
Weekend con il morto
L’altro sinistro a cui sono state consegnate le redini della liberazione di Aung è Piero Fassino, inviato speciale dell’Ue. “Vogliamo elezioni chiare e pulite nel 2010”. Ma con tutti i soldi che prendi, questa è la sola ovvietà che sai dire. Io avrei detto: “Liberate immediatamente Aung. Questo è l’incarico che mi ha dato il popolo europeo. E’ una vergogna il vostro comportamento da quattro ladroni squilibrati e arroganti. Non è possibile che una donna, così fragile, che lotta per la libertà dei propri cittadini sia rinchiusa in un carcere. Nel programma del Pd, metterò al primo posto la democrazia del Myanmar. San Suu Kyi è una donna della quale voi miseri ignoranti non siete nemmeno degni di sentirvi aguzzini. Ma Fassino e la Coca Cola, da bravi diplomatici che vengono abbondantemente pagati per questo, minacciano “ritorsioni”, paventano “sanzioni”: sembra che Piero abbia minacciato la Giunta di non farla partecipare alla festa dell’Immacolata concezione del 15 agosto a Capalbio con Franceschini. Siamo allora alla frutta. A noi, che sosteniamo ardentemente, non solo la liberazione di Aung, ma anche la partecipazione democratica di tutti i cittadini del Myanmar al progresso civile di uno tra i più bei paesi del mondo, non ci resta che rassegnarci di stare di fronte a due cadaveri (Ilary e Piero), mandati nel Myanmar per un weekend con il morto.
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