1 luglio 2009

Economia aziendale. Esame di Stato 2009

La partita zoppa
di Roberto Maurizio


Esame di Stato 2009. Economia aziendale


In questa nota vengono pubblicati il testo e la soluzione del tema d’esame 2009 della Seconda prova scritta presso gli Istituti tecnici commerciali di Economia aziendale. Prima di dare le soluzioni del problema, qualche breve e “becera” osservazione sulla scuola italiana.

Vita natural durante

Con la terza prova scritta, svoltasi il 29 giugno, San Pietro e Paolo, per cui a Roma si è tenuta il giorno dopo, si è conclusa la prima parte, quella più impegnativa, per circa 500.000 alunni impegnati all’ormai consueta prova di “maturità”, che oggi si chiama ufficialmente “Esame di Stato”. Fra pochi giorni, i candidati saranno chiamati al “colloquio”, una specie di interrogatorio che viene effettuato senza “lampade”, ma con molta violenza da parte dei commissari esterni, una specie di castigatori di matti, nelle cui mani è riservato l’onore della nostra Repubblica. Senza “commissari esterni”, l’Italia sarebbe il peggiore paese del mondo. Con i “commissari esterni”, siamo in grado di lavarci la coscienza. Dopo cinque anni di assoluto vuoto, ecco che arrivano i “commissari esterni”, i “salvatori” della dignità di una scuola sempre più allo sbando, senza finanziamenti, senza idee, senza un progetto serio. C’era quello della Moratti, avanzato, europeo. E’ stato fatto fuori dalla Dc (Fioroni). La Gelmini, contestata da quattro “befane”, si è arresa e procede “a braccio”. Quiz, quizzoni, quizzacci, tarallucci e vinacci. Un grattacielo non viene costruito dall’alto. Un palazzo all’Aquila si sfalda e cade sia come prima, seconda o terza casa, solo se le fondamenta non solo solide. Le fondamenta della scuola, come quelle delle case e dei grattacieli, sono i finanziamenti. Non si fanno le nozze con i fichi secchi, non si costruiscono ingegneri e cittadini capaci di intendere e di volere con 1.900 euro al mese. Dopo quarant’anni di insegnamento un insegnate delle scuole superiori arriva si e no a poco più di 1.800 euro. I professori pensionati sono umiliati sia dalla “liquidazione” che dall’obolo mensile (senza quattordicesima e una tredicesima da accattoni) che sfiora i 1.600 euro. Senza incentivi, la “classe docente vecchia” (55-58 anni, sic!) viene sbattuta fuori per far entrare le nuove leve con 1.100 euro al mese, molto meno di una delle tante apprezzate “badanti”, le uniche che ancora in Italia continuano ad essere assunte “vita natural durante”. Peccato, però, che i vecchi gli muoiono in continuazione!

Fantozzi e Filini pugnalano alle spalle il Ragioniere


Dunque, gli “esami non finiscono mai”, e tra tutti gli alunni italiani chiamati a “superare” questi esami che “lasciano il segno”, quelli più bistrattati da una stampa legata alla più mortificante borghesia che ha “fatto il Liceo classico” decisamente sono i “ragionieri”. Il diploma di Perito tecnico commerciale è quello che apre le porte al lavoro. Ma i genitori, mossi dai media, stanno cercando di affossare questo prezioso “pezzo di carta”. Anche durante gli Esami di Stato sono gli ultimi ad essere menzionati, anzi, la maggior parte delle volte, sono completamente ignorati. Fantozzi ha ridotto a farsa un diploma che all’estero vale molto. Il ragionier Fantozzi e il ragionier Filini hanno dato un colpo mortale ad un diploma dove di studia, o si dovrebbe studiare la Partita Doppia, il Diritto, la Scienza delle Finanze, due lingue straniere, e, ovviamente, l’Italiano, la Storia e la Geografia economica. Il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) che cambia nome ad ogni cambiamento di vento, ha ridotto ad uno straccio un potenziale strumento per lo sviluppo economico e culturale del paese.

La partita zoppa



Luca Paciolo


Il signore raffigurato nel quadro del Museo di Capodimonte a Napoli è Luca Pacioli (o Paciolo), un genio della matematica che, tra le altro, ha inventato la Partita Doppia, quella con il Dare e l'Avere, la base della contabilità in tutto il mondo. La Partita Doppia però non è nata come strumento contabile, ma come strumento di sicurezza. Scopo originario era di permettere al commerciante di tenere sotto controllo la bottega senza dover essere sempre presente. Infatti, il sistema inventato dal Paciolo consisteva nel riportare in libri differenti le entrate e le uscite: qualcuno registrava quanti zecchini entravano in cassa e qualcun altro registrava quante pezze di stoffa uscivano dal magazzino. La sera il commerciante prendeva i due libri e controllava che ad ogni uscita ci fosse un'entrata di cassa. Faceva la riconciliazione che permetterebbe ancora oggi di avere sotto controllo un'attività economica, dal negozietto alla multinazionale. Un sistema sicuro perché i libri erano tenuti da persone diverse. Poi, in uno sciagurato giorno per la contabilità, gli ingegneri hanno inventato il disco magnetico per il calcolatore e le registrazioni del Dare e dell'Avere sono finite nello stesso posto, vanificando così la certezza del dato perché, è ovvio, che stando nello stesso posto, è facile aggiustare le Partite Zoppe, cioè dove ad un Dare non corrisponde un Avere. E di Partita Zoppa in Partita Zoppa abbiamo praticamente perso non solo il controllo contabile del mondo, ma anche quello della società civile e del singolo individuo. La Partita Zoppa, personalmente, mi costò una bocciatura al IV anno di ragioneria. La Partita Zoppa, probabilmente, potrebbe costare la bocciatura di questa società. Se il Dare non corrisponde all’Avere vuol dire che c’è qualcuno che sbaglia i conti o desidera che l’equilibrio non venga mai raggiunto. Ad un’anitra zoppa si può sparare più facilmente, così come ad una società Zoppa, è possibile assestare colpi dei demagogia per annientare definitivamente la democrazia. Una Partita Zoppa non serve solo a chi è al governo, ma anche e soprattutto all’opposizione che riesce a raggiungere più facilmente i suoi obiettivi se, oltre alla gamba, l’anatra manovrata mostra anche un cervello Zoppo.

Sognando California


Come ogni anno, pur cambiando e votando per partiti nuovi, dal 1950 ad oggi, il Ministero della pubblica istruzione continua ad essere sempre nelle mani degli stessi burocrati dello stesso partito politico. I temi di esame di Economia aziendale sono sempre “evanescenti”, mai collegati alla realtà economica, fiscale e commerciale italiana. Una volta le tracce riguardavano la Ragioneria (sei ore settimanali) e la Tecnica bancaria (4 ore). Ora si riferiscono all’Economia Aziendale (9 ore settimanali). Nonostante la riduzione delle ore a disposizione, gli alunni sono chiamati a svolgere un compito “allucinante”. Tre anni fa l’esame verteva sul Reporting, ultimo argomento del libro di 1.100 pagine. Quest’anno, se la sono presa, i sapientoni ministeriali, con il “controllo di gestione”, un bell’argomento, un tema centrale del libro sulle imprese industriali. Ma quante sono le imprese industriali che in Italia applicano veramente il controllo di gestione e, ancora peggio, quante sarebbero quelle imprese industriali che si farebbero fare un controllo di gestione da parte di un nuovo assunto? Sono 60 anni, come dice e sostiene Pannella, che questo obbrobrio va avanti. 60 anni sembrano pochi. Invece rappresentano un’intera classe dirigente che non sa dirigere. Ogni anno questi “ministeriali” ripropongono agli alunni completamente lasciati all’oscuro da una classe di insegnanti non motivata, gli stessi argomenti e le stesse fantasie che in sogno questi “energumeni” hanno avuto a che fare da gennaio e marzo, tra una settimana bianca e l’altra. La burocrazia ministeriale, che non potrà mai morire e affosserà Brunetta, si ripropone ogni anno con le assurdità sognate a Cervinia, sognando California.

Il tema di Economia aziendale 2009




I candidati agli Esami di Stato dovrebbero sapere che le tre prove scritte saranno oggetto di una parte importante del colloquio orale. Vi proponiamo, qui si seguito, il testo e la soluzione del compito di Economia aziendale 2009, come al solito, una traccia per "impiccarsi". Lo svolgimento della seconda prova scritta contiene tabelle. Sul Web, purtroppo, Excel non si può utilizzare e Word con le tabelle “spara”. Consiglio, se ci fossero degli errori di formattazione, di copiare il testo e rimettere lo svolgimento correttamente su Word. Gli alunni che “integrano” gli scritti durante gli esami orali, saranno premiati. Consiglio, dunque, di studiare bene il testo dello svolgimento che segue e ripeterlo durante gli esami orali. Ovviamente, questo vale per chi non è stato in grado di svolgere il tema di Economia Aziendale, cioè, massimo il 5% degli alunni italiani.

Sessione ordinaria 2009, Seconda prova scritta

M730 – ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE CORSO DI ORDINAMENTO

Indirizzo: GIURIDICO ECONOMICO AZIENDALE

Tema di: ECONOMIA AZIENDALE

(Testo valevole per i corsi di ordinamento e per i corsi sperimentali del progetto “SIRIO”)

Il controllo di gestione è un sistema di processi e di strumenti che guida la gestione verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali, assicurando che le risorse vengano acquisite e utilizzate in modo efficiente ed efficace. Il candidato dopo aver illustrato con opportune esemplificazioni tale affermazione, consideri le seguenti informazioni relative ad Alfa spa, impresa che svolge attività industriale.
− La funzione Ricerca & Sviluppo, nell’anno 2008, ha messo a punto un prodotto innovativo la cui
commercializzazione è iniziata nel secondo semestre con tre commesse, diversificate nelle caratteristiche tecniche del prodotto, rispettivamente di 12.000 unità, 8.500 unità e 15.000 unità.
− La mappa seguente illustra il processo produttivo delle tre commesse evidenziando il passaggio ai Reparti e il supporto del Centro assistenza tecnica e controllo qualità.
− I costi diretti totali sostenuti per la lavorazione delle tre commesse sono relativi alle materie prime per 1.450.000,00 euro e alla manodopera per 680.000,00 euro.
− I costi indiretti contabilizzati nei Reparti di lavorazione sono:
Reparto A Reparto B Reparto C
Materie sussidiarie 92.000,00 160.000,00 124.000,00
Manodopera indiretta 66.000,00 115.000,00 89.000,00
Altri costi industriali 124.000,00 212.400,00 163.600,00

− I costi indiretti sostenuti nel Centro di assistenza tecnica e controllo qualità sono relativi alla manodopera indiretta per 54.000,00 euro, alla manutenzione per 18.000,00 euro e ad altri costi per servizi per 12.000,00 euro.

Il candidato, commentando le scelte operate:
a. definisca i criteri di localizzazione dei costi del Centro assistenza tecnica e controllo qualità sui
Reparti di lavorazione e quantifichi l’importo dei costi riversati;
b. calcoli il costo industriale di ogni commessa;
c. presenti lo Stato patrimoniale di Alfa spa al 31/12/2008, che evidenzi un Patrimonio netto di
24.400.000 euro e un totale dell’Attivo di 40.000.000 euro, e il Conto economico dal quale
emerga la differenza tra il Valore della produzione e i Costi della produzione pari a 5.060.000
euro.
Successivamente il candidato sviluppi uno dei seguenti punti.
1. Presentare il budget economico redatto da Alfa spa per l’esercizio 2009, corredato dai budget
delle vendite, della produzione e degli investimenti fissi, considerando che la società prevede un
incremento delle vendite del 4%.
2. Redigere i punti della Nota integrativa al bilancio di Alfa spa al 31/12/2008 relativi alle
Immobilizzazioni, al Patrimonio netto, ai Crediti e debiti e al Trattamento di fine rapporto.
3. Presentare lo Stato patrimoniale di Alfa spa al 31/12/2008 riclassificato secondo il criterio della liquidità/esigibilità, effettuare l’analisi per indici e margini e redigere una relazione sulla
situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa.
Dati mancanti opportunamente scelti.
____________________________
Durata massima della prova: 6 ore.
Sono consentiti la consultazione del Codice Civile non commentato e l’uso di calcolatrici tascabili non programmabili.
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema

Svolgimento dei punti A e B
Il controllo di gestione è un sistema di processi e di strumenti che guida la gestione verso il
raggiungimento degli obiettivi aziendali, assicurando che le risorse vengano acquisite e utilizzate in modo efficiente ed efficace. Il monitoraggio dei costi è il primo punto nell’agenda dei lavori del controllo di gestione. Analizzare i dati provenienti da un bilancio redatto a fini fiscali non conduce a risultati attendibili, non da contezza di quanto costo generale bisogna imputare a ciascun bene prodotto, né permette di desumere efficacia ed efficienza degli impianti di produzione.
Visivamente, tutti i costi che si aggregano attorno ad un prodotto sono come una cipolla. È una cipolla della quale – appena iniziamo il processo di riordino dei conti che porta al controllo di gestione – possediamo le singole sfoglie. Con il controllo digestione ricomporremo la cipolla e la rivedremo nella sua interezza.
Un esempio
Alcuni anni addietro, un’azienda che opera nel settore della cartotecnica si rese conto che il suo magazzino dei colori era stracolmo di latte usate solo in parte. L’esubero di colore in giacenza era determinato dalla mancata connessione tra la richiesta di colore necessario ad effettuare la lavorazione per il cliente ed il colore presente nella singola latta. Mario Rossi, ordinando prodotto colorato per 150 kg aveva bisogno di circa metà del contenuto di colore presente in una latta. La rimanente parte veniva così affastellata in un magazzino sempre più ricolmo di colori in giacenza. Il magazzino era così intasato ed eterogeneo che anche quando un nuovo cliente riordinava lo stesso colore presente in giacenza si preferiva comprarne una nuova confezione per l’impossibilità di trovare quella già presente. In un anno il magazzino di colore arrivò a detenere giacenze per circa 80.000 euro. E lo stesso magazzino rischiava di divenire un locale di deposito piuttosto che un luogo di movimentazione della materia prima. Dopo un anno, il titolare si rese conto dell’errore, impedì la vendita di prodotti cartotecnici per quantità non superiori a quelle necessarie a consumare l’intera confezione di colore per i colori meno richiesti e permise che venissero offerti quantitativi più ridotti solo per i quattro colori che storicamente venivano più richiesti dalla clientela (o che la rete vendita avrebbe in tal maniera spinto). L’anno successivo ebbe modo di verificare che, sull’intero territorio nazionale, la perdita di fatturato data dall’innalzamento dei quantitativi minimi su colori fuori standard era pari a 5.000 euro, mentre il minore costo in azienda ammontava a 45.000 euro. Questa storia stimola molte riflessioni. Innanzitutto, la gestione aziendale quotidiana, sana, onesta ed equilibrata porta comunque all’individuazione delle aree critiche e alla loro materiale risoluzione, anche in assenza di un controllo di gestione vero e proprio. Questo controllo di gestione “alla buona”, al pari di quello più ortodosso, fa sentire i suoi effetti sia sull’organizzazione aziendale (diminuzione dei colori) che sul marketing (nuovi quantitativi minimi) che sulla comunicazione (nuovo listino per i venditori). Perché - quindi – affidarsi al controllo di gestione? Perché un’analisi costante – ex ante, in itinere, ed ex – post, avrebbe condotto a tale risultato a decorrere da qualche ora dal primo ordine che avesse prodotto una giacenza di colore così elevata. La previsione (infausta) si sarebbe subito appalesata e immediatamente si sarebbe corsi ai ripari. Infatti, ancora oggi, i clienti che mantengono memoria dei diversi quantitativi minimi, si lamentano con i propri agenti di zona e tali lamentele pesano sull’umore della rete vendita. Se il controllo fosse stato svolto costantemente, nessuno avrebbe mai notato che l’azienda rischiava la deriva dei costi di tale materia prima.

La pianificazione è la prima attività della gestione intesa in senso ampio o, per meglio dire, della gestione dei processi; il controllo, dopo le azioni che conseguono all’organizzazione, è invece la fase conclusiva che inoltre torna certamente utile alla successiva ripianificazione.
Distinguiamo dunque:
- Pianificazione
- Controllo
- Ripianificazione
Attraverso le previsioni si individuano quindi gli obiettivi che si desiderano conseguire in uno specifico intervallo temporale, predisponendo i mezzi necessari quali risorse finanziarie, tecnologiche, umane, oltre che le modalità di azione e i percorsi gestionali per raggiungere le mete prefissate. Come tutti i sistemi, anche quello di controllo della gestione è costituito da più parti comunque tra loro interdipendenti e in mutua relazione:
a) parte strutturale, formata dai vari elementi fisici;
b) parte meccanica, composta dalle modalità e dai meccanismi di funzionamento, cioè dalle tecniche;
c) parte procedurale, identificabile con il sistema di processo che governa, coordina e razionalizza le interdipendenze e le relazioni tra i diversi elementi che compongono il sistema impresa.
L’impresa Alfa S.pA. svolge attività industriale.
- La funzione Ricerca & Sviluppo, nell’anno 2008 ha messo a punto un prodotto innovativo la cui commercializzazione è iniziata nel secondo semestre con tre commesse, diversificate nelle caratteristiche tecniche del prodotto, rispettivamente di 12.000 unità, 8500 unità e 15.000 unità.
- I costi totali sostenuti per la lavorazione delle tre commesse sono relativi alle materie prime per 1.450.000 euro e alla manodopera per 680.000 euro.
- I costi indiretti contabilizzati nei Reparti di lavorazione sono:
Reparto A Reparto B Reparto C
Materie sussidiarie 92.000 160.000 124.000
Manodop. indiretta 66.000 115.000 89.000
Altri costi industr. 124.000 212.400 163.600

I costi indiretti sostenuti nel Centro di assistenza tecnica e controllo qualità sono relativi alla manodopera indiretta per 54.000 euro, alla manutenzione per 18.000 euro ed altri costi per servizi per 12.000 euro.
Si deve:
1 – definire i criteri di localizzazione dei costi
2 – calcolare il costo industriale di tutte le commissioni
3 – presentare lo Stato Patrimoniale di Alfa sapendo che il Patrimonio netto è di 24.400.000 ; tot. attivo 40.000.000
4 – presentare il Conto economico con differenza tra valori e costi deve essere di 5.060.000
Il candidato, commentando le scelte operate:
a. definisca i criteri di localizzazione dei costi del Centro assistenza tecnica e controllo qualità
sui Reparti di lavorazione e quantifichi l’importo dei costi riversati.
Secondo la successione delle fasi di lavorazione si hanno
- lavorazione per reparti, quando le macchine di uno stesso tipo sono raggruppate in reparti e i
prodotti in corso di lavorazione passano da un reparto all’altro (normalmente questa
organizzazione è effettuata per i lavori su commessa)
- lavorazioni per fasi, quando le varie macchine sono poste in linea, in modo che i prodotti in
lavorazione passino direttamente da una macchina alla successiva (vi possono essere industrie
con lavorazioni monolinee (quando tutti i prodotto si accodano sulla stessa linea); convergenti
(quando le materie convergono sull’unica linea finale di costruzione o di montaggio); divergenti,
quando a una linea di entrata corrispondono deterse linee di prodotti (come nel caso della
distillazione del petrolio), plurilinee (quando ogni prodotto ha una sua linea dedicata).
Nel caso che ci occupa le lavorazioni avvengono per reparto, e l’identificazione dei centri di costo
diviene l’identificazione dei reparti, considerati centri di aggregazione dei costi di trasformazione.
La ripartizione in centri di costo risponde ad esigenze operative aziendali. Infatti:
- la conoscenza dei costi dei centri assume immediata importanza per le analisi sistematiche di
efficienza interna, soprattutto quando i centri di costo sono anche centri di responsabilità
- la formazione dei costi dei centri di costo rende più razionale lo stesso processo di imputazione
dei costi comuni, in quanto rende possibile l’impiego delle basi di reparto, senz’altro più
corrette delle basi di imputazione aziendali
I fattori produttivi assegnati a ciascun centro, che si dividono in:
- Diretti, se partecipano direttamente alle operazioni del centro e si ripartiscono a loro volta in
o Potenziali, rappresentati dal personale e dalle immobilizzazioni stabilmente asseganti, al
centro o Non Potenziali, rappresentati dai materiali, dalle energie ecc.
- Indiretti, che, in quanto tali non possono essere riferiti direttamente ai prodotti e vengono pertanto imputati a centri di costo.

Il Centro assistenza tecnica e controllo qualità ha i seguenti costi.
Costi indiretti sostenuti nel centro assisteza tecnica e controllo qualità manodopera indiretta 54.000; manutenzione 18.000; altri costi per servizi 12.000. Trattandosi di costi indiretti, come dicevamo vanno imputati sui reparti (che sono i centri di costo) come segue.
Costi indiretti sostenuti nel centro assisteza tecnica e controllo qualità
Tot. Reparto A Reparto B Reparto C
Manodop. indiretta 54.000 18.000 18.000 18.000
manutenzione 18.000 6.000 6.000 6.000
costi per servizi 12.000 4.000 4.000 4.000
b. calcoli il costo di ogni commessa
Prima di calcolare il costo per ogni commessa bisogna ripartire i costi totali sostenuti per la lavorazione delle tre commesse su ciascun reparto: sommiamo le unità prodotte nei tre reparti, dividiamo il costo per tale importo e poi moltiplichiamo per le unità di ciascun reparto.
Questo lo schema
Costi Totali Reparto A Reparto B Reparto C Totali
N. Unità Per Reparto 12.000 8.500 15.000 35.500
Costi indiretti contabilizzati nei Reparti di lavorazione
Materie sussidiarie 376.000 92.000 160.000 124.000
Manodop. indiretta 270.000 66.000 115.000 89.000
Altri costi industr. 500.000 124.000 212.400 163.600
Costi indiretti sostenuti nel centro assisteza tecnica e controllo qualità
manodopera indiretta 54.000 18.000 18.000 18.000
manutenzione 18.000 6.000 6.000 6.000
altri costi per servizi 12.000 4.000 4.000 4.000

costi totali sostenuti per la lavorazione delle tre commesse
Materie Prime 1.450.000 490.140,85 347.183,10 612.676,06 1.450.000,00
Lavoro 680.000 229.859,15 162.816,90 287.323,94 680.000,00
Quindi
Costi Totali Reparto A Reparto B Reparto C
N. Unità Per Reparto 12.000 8.500 15.000
Materie sussidiarie 376.000 7,67 18,82 8,27
Manodoperaindiretta 270.000 5,50 13,53 5,93

Altri costi industr. 500.000 10,33 24,99 10,91
Manodopera indiretta 54.000 1,50 2,12 1,20
manutenzione 18.000 0,50 0,71 0,40
altri costi per servizi 12.000 0,33 0,47 0,27
Materie Prime 1.450.000 41,43 41,43 41,43
Lavoro 680.000 19,43 19,43 19,43
Somma 86,69 121,49 87,83

Svolgimento del punto 1.

1. Presentare il Budget economico redatto da Alfa spa per l’esercizio 2009, corredato dai budget delle vendite, della produzione e degli investimenti fissi, considerando che la società prevede un incremento delle vendite del 4%.
Sappiamo che nel 2008 è stato realizzato un utile di 5.060.000, tale utile va suddiviso nei tre reparti per le vendite realizzate nel 2008. Prendiamo ad esempio il reparto A, avremo:
5.060.000 * 35.500 / 12.000 = 12.480. Si prevede una crescita delle vendite del 4%, ciò implica che ogni vendita debba essere accresciuta di tale percentuale. La previsione di vendita complessiva ammonta quindi a 36.920 pezzi. L’utile per il 2009 – lasciando invariati i costi fissi sarà dato da 35.500 : 5.060.000= 36.920:X.
N.B. non avendo calcolato né lo Stato Patrimoniale, né il Conto Economico, non abbiamo considerato dati relativi agli ammortamenti.

Reparto A Reparto B Reparto C Somma
Vendite 2008 12.000 8.500 15.000 35.500
Previsione crescita 4% 12.480 8.840 15.600 36.920
--------------------- ------------ ------------ ------------ ------------ ------------
Utile 2008 5.060.000 1.710.423 1.211.549 2.138.028 5.060.000
Previsione 2009 con aumento vendite del 4%
5.262.400 1.778.839 1.260.011 2.223.549 5.262.400
Ricapitolando, per “gestire” la parte obbligatoria è necessario calarsi all’interno di un’azienda. Il Ministero fa finta che non ci siano altri problemi, la recessione, le difficoltà di avere credito. Spara a zero su temi già previsti nel 1968 con la Partita Zoppa.
correttamente un’azienda è necessario programmarne l’attività. Programmare significa:
- fissare gli obiettivi fondamentali o strutturali a cui l’azienda deve tendere e che sono sempre obiettivi a lungo termine
- fissare le tappe intermedie (obiettivi strumentali) che sono normalmente di breve periodo
- stabilire un programma di attività che sia compatibile con gli obiettivi strutturali e strumentali
- controllare e valutare periodicamente la congruenza dell’azione rispetto al programma e agli obiettivi. Il controllo di gestione costituisce un’attività propria della direzione d’impresa. Esso può essere attuato in modo corretto soltanto disponendo di un efficiente sistema informativo idoneo a fornire in tempo reale dati, quantitativo monetari, aggiornati su quanto avviene in azienda ad es. il volume dei ricavi conseguiti dall’inizio dell’esercizio, l’ammontare delle vendite di un determinato prodotto in un determinato periodo o in una data area.
Gli strumenti contabili del controllo sono:
1. CO.GE
2. COA
3. Budget
Il budget, con il connesso sistema di reporting e con l’analisi degli scostamenti, si affianca alla COGE e alla COA a supporto dell’attività direzionale. Queste ultime, infatti, forniscono i dati reali relativi rispettivamente all’azienda nel suo complesso e alle sue singole parti da confrontare con quelli programmati (dati standard) contenuti nel budget. I costi del centro di assistenza tecnica è stato ripartito su base multipla prendendo come base di riparto per la manodopera indiretta i costi della manodopera indiretta dei reparti in quanto più rispondente a un criterio omogeneo mentre gli altri costi sono stati imputati in base ai costi industriali.
I costi dei reparti sono stati imputati in base al costo primo tenendo presente del percorso che ciascuna commessa ha effettuato. La commessa 1 viene lavorata nei reparti A, B e C; la commessa 2 nei reparti A e B; la commessa 3 nei reparti B e C.

Costi Commessa 1 Commessa 2 Commessa 3 Totali
Materie prime 490.140,85 347.183,10 612.676,05 1.450.000
Manodopera diretta 229.859,15 162.816,90 287.323,95 680.000
Costo primo 720.000,00 510.000,00 900.000,00 2.130.000

Unità 12.000 + 8.500 + 15.000 = 35.500

Materie prime
1.450.000 : 35.500 = 40,85
Commessa 1 = 40,85 x 12.000 = 490.140,85
Commessa 2 = 40,85 x 8.500 = 347.183,10
Commessa 3 = 40,85 x 15.000 = 612.676,05
Totale 1.450.000,00
Manodopera
680000 : 35.500 = 19,15
Commessa 1 = 19,15 x 12.000 = 229.859,15
Commessa 2 = 19,15 x 8.500 = 162.816,90
Commessa 3 = 19,15 x 15.000 = 287.323,95
Totale 680.000,00

Costi Reparto A Reparto B Reparto C Totale
Materie sussidiarie 92.000,00 160.000,00 124.000,00 376.000,00
Manodop. indiretta 66.000,00 115.000,00 89.000,00 270.000,00
Altri costi industriali 124.000,00 212.400,00 163.600,00 500.000,00
C. ass. manodopera 13.200,00 23.000,00 17.800,00 54.000,00
C. ass. manut. Servizi 7.440,00 12.744,00 9.816,00 30.000,00
Totale costi reparto 302.640,00 523.144,00 404.216,00 1.230.000,00

Manodopera
54.000 : 270.000 = 0,20
Reparto A = 0,20 x 66.000 = 13.200,00
Reparto B = 0,20 x 115.000 = 23.000,00
Reparto C = 0,20 x 89.000 = 17.800,00
Totale 54.000,00

Manutenzione e costi per servizi
18.000 + 12.000 = 30000
30.000 : 500.000 = 0,06
Reparto A = 0,06 x 124.000 = 7.440,00
Reparto B = 0,06 x 212.400 = 12.744,00
Reparto C = 0,06 x 163.600 = 9.816,00
Totale 30.000,00

Costi Commessa 1 Commessa 2 Commessa 3 Totali
Costo primo 720.000,00 510.000,00 900.000,00 2.130.000,00
Reparto A 177.155,12 125.484,88 - 302.640,00
Reparto B 176.837,41 125.259,83 221.046,76 523.144,00
Reparto C 179.651,56 - 224.564,44 404.216,00

Costo industriale 1.253.644,09 760.744,71 1.345.611,21 3.360.000,00

Reparto A
Costo primo Commessa 1 e commessa 2 = 720.000 + 510.000 = 1.230.000
302.640 : 1.230.000 = 0,25
Commessa 1 = 0,25 x 720.000 = 177.155,12
Commessa 2 = 0,25 x 510.000 = 125.484,88
Totale 302.640,00
Reparto B
Costo primo Commessa 1, commessa 2 e commessa 3 = 2.130.000
523.144 : 2.130.000 = 0,25
Commessa 1 = 0,25 x 720.000 = 176.837,41
Commessa 2 = 0,25 x 510.000 = 125.259,83
Commessa 3 = 0,25 x 900.000 = 221.046,76
Totale 523.144,00
Reparto C
Costo primo Commessa 1 e commessa 3 = 720.000 + 900.000 = 1.620.000
404.216 : 1.620.000 = 0,25
Commessa 1 = 0,25 x 720.000 = 179.651,56
Commessa 3 = 0,25 x 900.000 = 224.564,44
Totale 404.216,00
Dato che l’azienda svolge attività industriale ipotizziamo che le immobilizzazioni siano circa il 55% dell’attivo. Si suppone un'azienda con 100 dipendenti costituita da circa 5 anni; accantoniamo mediamente 1.500 euro per dipendente; considerando una rivalutazione per 5 anni di circa 400 euro avremo debiti per TFR:
1.500 x 100 dipendenti = 150.000
150.000 x 5 anni = 750.000
400 x 100 dipendenti = 40.000
750.000 + 40.000 = 790.000
Ipotizziamo un ROE del 12% quindi:
100 : 112 = x : 24.400.000
x = 21.800.000 circa quindi utile d’esercizio = 21.800.000 x 12% = 2.616.000
STATO PATRIMONIALE
A) Crediti v/soci 0 A) Patrimonio netto
B) Immobilizzazioni - Capitale sociale 19.184.000
I. Immateriali 2.500.000 - Riserve 2.600.000
II. Materiali 19.500.000 - Utile d'esercizio 2.616.000
C) Attivo circolante B) Fondi rischi e oneri 122.000
I. Rimanenze 8.500.000 C) Trattamento fine rapporto 790.000
II.Crediti 9.464.000 D) Debiti 14.674.000
III. Disponibilità liquide 24.000 E) Ratei e risconti 14.000
D) Ratei e risconti 12.000
Totale attivo 40.000.000 Totale passivo 40.000.000






Ipotizziamo un tasso di rotazione degli impieghi di 2,6 avremo i ricavi di vendita uguali a 104.000.000 di euro; per determinare il valore della produzione dovremo ipotizzare la variazione delle rimanenze di prodotti, semilavorati, altri ricavi e proventi, costruzioni in economia ecc. Ipotizzeremo il valore della produzione in 121.000.000 di euro.

CONTO ECONOMICO
A)Valore della produzione 121.000.000
B) Costi della produzione 115.940.000
Totale (A-B) 5.060.000
C) Risultato gest. finanz. -240.000
E) Risultato gest. straord. 96.000
Utile al lordo imposte 4.916.000
Imposte d'esercizio 2.300.000
Utile netto d'esercizio 2.616.000

Punto n. 2
Tabelle tratte dalla Nota Integrativa
Movimentazioni intervenute nelle immobilizzazioni
Costo storico Fondo ammortamento Valore di bilancio
Costi di ricerca
Importi al 31/12/n-1
Acquisti 3.000.000
Quota di ammortam. 500.000
Importi al 31/12/n 3.000.000 500.000 2.500.000

Impianti
Importi al 31/12/n-1 21.000.000 6.800.000
Acquisti 2.000.000
Quota di ammortam. 2.200.000
Importi al 31/12/n 23.000.000 9.000.000 14.000.000

Attrezzature
Importi al 31/12/n-1 8.200.000 1.750.000
Quota di ammortam. 950.000
Importi al 31/12/n 8.200.000 2.700.000 5.500.000

Ipotizziamo un'aliquota media per gli impianti del 15% e per le attrezzature del 12%
Movimentazioni intervenute nel patrimonio netto
Capitale sociale Riserve Utile d'esercizio Totale
Importi al 31/12/n-1 19.184.000 2.535.000 21.719.000
Destinazione utile n-1 2.200.000 2.200.000
- attribuzione riserve 65.000 -65.000 0
- dividendi -2.135.000 -2.135.000
Utile al 31/12/n 19.184.000 2.600.000 2.616.000 24.400.000

Movimentazioni intervenute nei Debiti per TFR
Descizione
Valore al 31/12/n-1 Importo liquidato nell'anno n Importo maturato anno n Valore al 31/12/n
633.400 3.400 160.000 790.000
Movimentazioni intervenute nei Debiti a m/l termine
Importi al 31/12/n-1 Aumenti Diminuzioni Importi al 31/12/n
Mutui passivi 4.500.000 1.300.000 600.000 5.200.000

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