6 settembre 2009

Via col vento in Molise

Via col vento, su Telerotello
di Roberto Maurizio


Bugie, grandi come una casa





Oggi, 6 settembre 2009, in occasione del compleanno di Domenico Lanni, Don Filippo, e di Manuel Vignone, Er Più der Tuscolano, Telerotello affronta, in molisano sgrammaticato, il tema delle paure più o meno vere, quelle "gettate al vento" dai cosiddetti media che continuano a perdere i lettori perché continuano a sostenere bugie grandi come una casa. L'unica redazione al mondo che continua a dire la verità è "Telerotello", indici di ascolto da paura, bellezza incontaminata delle notizie date prima di tutte le testate del mondo. Invidiata dal "New York Times", da "Aljazeera", la "Le Monde", dal "Financial Times", oggi compete con la "Gazzetta di San Martino della Battaglia", con il giornale de "I gondolieri della laguna sotto lo stelle". Presente al Festival di Venezia, non ha potuto assistere a nessuna priezione per la mancanza di soldi in cassa. E' stato impossibile acquistare un biglietto del cinema, anche di quello vietato ai minori di 14 anni, dato gratisi a tutti i leghisti con figli e parenti con una protesi dentaria, messa in fattura dal dentista di Belluno, oriundo di Casacalenda, non quella spagnola, non quella dell'Andalusia, quella di Cambbuwajje. Ecco gli ultimi articoli firmati da giornalisti premiati internazionalmente a Chieuti, un paese che se non esistesse non se ne accorgerebbe nessuno. Solo i Fingers Five hanno vissuto e apprezzato la piccola cittadinina, ai confini di Serracapriola. I quattro componenti il celeberrimo complesso degli anni '60, appunto "i The Fingers Five", hanno amato fino in fondo il paese più a Nord del tacco che fa la sentinella allo sperone, il Gargano: hanno scoperto l'animo coraceo della gente sveva-araba-pugliese-albanese-profondamente italiana, che, testardamente, vuole continuare a "viverci", nonostante tutto.


Redazionale molisano di Telerotondo


La musica di "Via col vento" viene impunemente strumentalizzata da "Porta a Porta" di Vespa, che non ha nulla da spartire con il bellissimo brano musicale del quale noi paghiamo i diritti di autore alla Siae ogni qual volta che va in onda. Viva l'Italia, Viva la Rai, Viva Vespa, Viva i coglioni che pagano!


Crà è nat'u journ'

Sem continuamend attaccat da i jurnal’ ca’ a paur’ da nova ‘nfluenz’, u ‘nfart’, a prostat’, a crostat’, u diabbet’, a pression’ a’vet’, u col’sterol’, u ‘mbecill de Totò romano nu’ poch’ marcjian’ nu poch’ richjion’, u’ fibrom’ q’ riduce e femmin’ come n’omm’ violend’ e scostrant’, i man’ p’lit’ sciacquat’ ca’ a varrecchin’, a’ terz’a s’tt’man’ q’ n’ vaje’ a’ magnà da Don Filipp’, a quart’ s’tt’man q’ sto na’ Puje, da stu cazz’ d’ Molis’ infelic’ q’ ns’a dà pace. A’ matt’tin me av’z da u liett’ e cand': crà è nat’u journ.


Traduzione in italiano


Domani è un altro giorno

Siamo continuamente attaccati dai cosiddetti media dalla paura dell’H1N1, dall’infarto, dalla prostata, dalla crostata, dal diabete, dalla pressione alta, dal colesterolo, da Little Tony, dal fibroma, dalle mani pulite con amuchina o con Di Pietro, dalla terza settimana che non vado al ristorante, dalla quarta settimana continua di ferie in Puglia, da un Molise infelice che non si da pace, invece la mattina mi sveglio, e dico: domani è un altro giorno.

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