di Roberto Maurizio
“Unire scuola e tessuto aziendale, individuare corsi di studio che ne riflettano le esigenze e garantire l’occupazione”. In nome di questi tre macro-obiettivi, il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha annunciato che il Ministero «ha messo mano alla riforma dell’Istruzione tecnica e professionale» perché si vuole «eliminare il gigantismo di un’offerta formativa spesso autoreferenziale». Non si capisce un cazzo, quello che dice la Ministra. Cerco di interpretare il pensiero della splendida Ministra: “I Licei sono una merda”. Ma se vai a leggere quello che dice sul latino e sulla possibilità di diventare sempre più fossili in un mondo che cambia, in trasformazione ogni secondo, vedrete che la Gelmini è a favore di un Liceo che ha solo una L maiuscola, e iceo è l’acronimo di “imbecilli, coriacei, estroversi, organolettici”. La Ministra ha avvallato ancora una volta i licei, è la Lega non insorge, forse perché non sa la differenza tra avallato e avvallato. La Lega insorge solo quando tocca gli elettori e non sa che anche gli alunni padani, a 18 anni, sono elettori.
Solo la scienza e la tecnica salveranno il mondo
Nonostante la crisi economica e i messaggi di nuovi “aggiustamenti” nell’occupazione, con probabili aumenti di disoccupazione, soprattutto giovanile, da indagini recenti risulta che la domanda di tecnici (ragionieri, geometri, periti industriali, agenti di commercio e del turismo) in Italia è inferiore all’offerta: 300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente disponibili. Nonostante l’evidenza, le famiglie italiane continuano ad iscrivere i loro figli ai licei. Se è vero che la famiglia oggi si può accollare il costo dei figli fino ai 30 anni e passa, non è vero che la famiglia non riesce ad arrivare alla quarta settimana. Se una famiglia non arriva nemmeno alla terza settimana, come sostengono in parecchi, com’è che si può permettere questo grosso finanziamento nello studio dei figli?
Il barbiere a 7 anni
Di sexy, la Sensy, ha solo uno: i soldi, che si mette in tasca
Sessant’anni fa, in barba alla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, i bambini italiani iniziavano a fare i barbieri a 8 anni, i radiatoristi a 9, i baristi a 7. Con l’incremento del reddito pro capite italiano, la media, per fortuna, si è elevata progressivamente, fino a raggiungere i 18 anni. Oggi, forse è un po’ troppo: 30! Questi appena riportati non sono dati Istat, ma quelli che si percepiscono guardando semplicemente le luci delle case del tuo quartiere. Dal primo al 31 di agosto, poche le luci accese. Allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo giorno di agosto, come per incanto si riaccendono quasi tutte. Il mattino seguente, tutti, o quasi, a lavoro. Vuol dire, dunque, che, in definitiva, i soldi per le vacanze esistono e meno male! Se le famiglie avessero avuto bisogno di un altro stipendio a casa, non avrebbero scelto, come ostinatamente continuano a fare, il liceo classico.
Un medico in famiglia
Un medico in famiglia fa sempre comodo! Ma siamo sicuri che questa sia la scelta giusta? Ma siamo sicuri che dalla globalizzazione non riceveremo solo immigrati affamati o alla ricerca di libertà, anche medici e ingegneri? Con un’Europa unita avremo sempre più bisogno di tecnici qualificati per l’inevitabile incremento degli scambi commerciali e culturali. Dove li prenderemo? Inoltre, facciamo i conti della serva. Se inizio a lavorare a 20 anni per 40 anni, a 20.000 euro all’anno avrò raggiunto 800.000 euro; se inizio a lavorare a 40 anni 20 anni, a 40.000 euro all’anno avrò raggiunto sempre 800.000 euro, ma attualizzando e indicizzando il lavoro iniziato da giovane, il ragioniere avrà guadagnato il doppio del medico chirurgo. Cos’è che non va in questo discorso? A parte le cifre non scientificamente verificabili, ma è che manca il discorso della Piramide sociale. Vuoi mettere un medico chirurgo con un geometra, un ingegnere con un panettiere!
Pie illusioni
Pie illusioni! Oggi, come è stato sempre, vale la qualità della vita che viene sicuramente aumentata quando cresce il salario e lo stipendio.
La "riforma"
Per dare una mano a questo mio discorso, porto a sostegno il Comunicato stampa lanciato il 28 maggio scorso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nel quale si evidenziano i passi avanti compiuti nel riordino dell’istruzione tecnica e professionale. Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti saranno applicate alle scuole pubbliche e paritarie, purtroppo, solo a partire dall’a.s. 2010-2011.
A1N1 contro la Salerno-Reggio Calabria
Ma ci voleva tanto a capire che gli apparati della Pubblica Istruzione, sempre in mano alla Dc, con una brutta parentesi del Pcista o Pdista, ma mai Pduista, Berlinuer, il cugino, quello dello scoglio, che mi ha tolto tre giorni di influenza per un capriccio toscano. Mi spiego meglio, Berlinguer, il cugino inferiore, sardo, è in combutta con i pastori toscani, sardi, che non hanno mai l’influenza, nemmeno la nuova, quella che è alle porte e che fa paura a tutti, la A1N1, peggio della Salerno Reggio Calabria. Allora, i professori che si inventano l’influenza normale. Tre punti in meno. Ci voleva tanto a capire che la distruzione dell’Istruzione tecnica era un disegno comunista: 36 ore settimanali ai figli degli operai per diventare ragioniere, 27 o 26 o 25 (senza religione e senza educazione fisica, una materia fascista) per quelli ricchi, per diventare i nostri dentisti e i nostri medici, che dio ci salvi solo dal pronunciarli?
Viva Berlinguer!
Più gli imbecilli si ingrossano, più guadagni ci sono. Ecco, allora, le ripetizioni, il 23% degli investimenti in immobili in Italia. Più gli imbecilli diventano maggioranza, più c’è da mangiare. Non solo. Non c’è l’obbligo di aggiornarti. Allora i professori si aggiornano. Prendono i soldi per aggiornarsi, mentre viene chiesto alle nuove reclute di pagare. Viva Berlinguer! Viva Prodi. E poi non si rendono conto perché hanno perso e continueranno a perdere con leader che non hanno idee. Perché non hanno idee. Perché sono lontani dai cittadini.
Dopo Berlusconi, il diluvio
Berlusconi ha soldi, televisioni, giornali, gentaglia a palate. E’ un leader adesso opportuno, ma che non può reggere con il progresso. Dopo di lui il diluvio? Certo se Spalletti è stato costretto a dimettersi dalla Roma, anche lui, alla prima batosta, dovrà dimettersi. Fini non ha il ruolo di controfigura di Papi. Papi è inimitabile. Allora, chi ci offre un Obama per l’Italia. Per andare a scoprire il nostro Obama, che detto in questo modo sembra essere ancora il nostro Mussolini (nostro come specie prodotta dall’Italia), perché non costituire una televisione, Telerotello, per indicare chi ha più fegato da vendere. A proposito di fegato, allora arriva l’alloro, senza alloro non c’è fegato, cosa ne facciamo di Franceschini, di Rutelli, di tanti cattolici che cantano come tanto galli nel pollaio? Non vogliamo più il pollaio, non vogliamo più un gallo che comanda. Le idee, le politiche economiche dettate da Federico Caffè bastano a ridare a questo paese la sua dignità. Una dignità che non si evince dai colori: Telerotello aveva proposto di immettere sul suolo libico solo due colori, il giallo e il rosso.
Ecco il testo del Ministero sulla Riforma degli Istituti Tecnici
Roma, 28 maggio 2009
Finalmente con il riordino dell'istruzione tecnica e professionale, inizia oggi il processo di riforma della scuola secondaria. Questa mattina, infatti, dopo 78 anni dall'ultimo riordino datato 1931, il Consiglio dei Ministri ha approvato 2 Regolamenti che riformano gli istituti tecnici e gli istituti professionali. Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall'anno scolastico 2010-2011 come scuole dell'innovazione. “Il rilancio della cultura tecnica e professionale - ha affermato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini - è la migliore risposta della scuola alla crisi, perché favorisce la formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made in Italy e perché consente una pluralità di scelte formative integrate con la formazione professionale regionale, in contrasto con i rischi di dispersione scolastica”. “I nuovi regolamenti vanno in continuità con il già annunciato scopo di rilanciare e potenziare la formazione tecnica e professionale - ha ribadito il ministro - che ha già dato importanti risultati come un aumento del numero degli iscritti già per il prossimo anno, soprattutto nelle regioni con maggiore presenza industriale”. Recenti indagini dimostrano che esiste una domanda di tecnici che è esattamente il doppio dell'offerta (300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente offerti). Iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro".
Ecco i punti principali dei due regolamenti:
Riordino degli istituti tecnici
Attualmente in Italia gli istituti tecnici sono 1.800 suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 40.307 frequentate da 873.522 alunni. Con il nuovo Regolamento, invece, si è puntato a limitare la frammentazione degli indirizzi, rafforzando il riferimento ad ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale. Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizziI nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico e tecnologico ed avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).Nel settore economico sono stati inseriti 2 indirizzi:
amministrativo, finanza e marketing; turismo. Nel settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi:
meccanica, meccatronica ed energia;
trasporti e logistica;
elettronica ed elettrotecnica;
informatica e telecomunicazioni;
grafica e comunicazione;
chimica, materiali e biotecnologie;
sistema moda;
agraria e agroindustria;
costruzioni, ambiente e territorio.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.Più ore di laboratorioIl Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica laboratoriale, ovvero su una metodologia che considera il laboratorio un modo efficace di fare scuola in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio. Italiano e storia).Gli indirizzi del settore tecnologico hanno inoltre i seguenti spazi di insegnamento in laboratorio:
264 ore nel biennio;
891 ore nel triennio di cui 561 ore in terza e quarta e 330 ore in quinta.
Più autonomia e flessibilità dell'offerta formativaI nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc.)Ore dedicate alle 2 aree:
AREA ISTRUZIONE GENERALE
AREA INDIRIZZO
Primo biennio
660 ore
396 ore
Secondo biennio e quinto anno
495 ore
561 ore
Struttura del percorso didatticoIl percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:
un primo biennio, dedicato all'acquisizione dei saperi e delle competenze previsti per l'assolvimento dell'obbligo di istruzione e di apprendimenti che introducono progressivamente agli indirizzi in funzione orientativa;
un secondo biennio e un quinto anno, che costituiscono un complessivo triennio in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni;
il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. Le commissioni giudicatrici possono avvalersi anche di esperti.
Più ingleseInoltre sono state incrementate le ore dello studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere.Insegnamento di scienze integrateE' previsto l'insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di "Scienze della terra e biologia", di "Fisica" e di "Chimica", con l'obiettivo di potenziare la cultura scientifica secondo una visione sistemica. Nuovi modelli organizzativiIl Regolamento prevede l'introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di
Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per un aggiornamento costante dei percorsi di studio, soprattutto nelle aree di indirizzo;
l'istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione pariretica di docenti ed esperti, finalizzato a rafforzare il raccordo sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca scientifica e tecnologica, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo;
la realizzazione di un Ufficio tecnico per migliorare l'organizzazione e la funzionalità dei laboratori e la loro sicurezza per le persone e per l'ambiente.
monitoraggio e valutazione delle innovazioni anche in relazione alle indicazioni dell'Unione europea.
Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioniLe norme introdotte hanno come obiettivo la creazione di un raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro.I risultati di apprendimento previsti a conclusione degli istituti tecnici saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il più ampio confronto e il pieno coinvolgimento dei docenti, dei dirigenti e del personale degli istituti tecnici.Per preparare l'applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con una Campagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l'anno scolastico 2010/2011.
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