di Roberto Maurizio
Balotelli scatta sulla destra, al limite del fuori gioco; contrastato da Juan sferra un calcio in mezzo alle palle del giocatore brasiliano. Si alzano i “buuh” razzisti. L’arbitro non se ne avvede del fallo. Sky dice: “Ci poteva stare”. Ma come “ci poteva stare”? Un fallo netto, da espulsione, da radiazione dall’albo dei giocatori, se esistesse. Invece, il commento dell’Asso di Picche e del Sacrestano di Sky è: “ci poteva stare”. Perché? Perché in Italia non esiste la certezza della pena. Si chiedono “moviole in campo”, 5 o 6 arbitri bordline, 12 arbitri, uno più dei giocatori.
Solo perché il calcio italiano è uguale alla giustizia italiana: non c’è certezza della pena, quindi tre gradi di giudizio. Il primo, colpevole, il secondo quasi colpevole, il terzo “ci poteva stare”. Ecco che scappano gli investimenti esteri dall’Italia, anzi non ci provano nemmeno a venire; ecco che l’ingiustizia regna nelle scuole, il bullo che spacca il naso ad un bambino non viene punito perché forse “ci poteva stare” una reazione della vittima; ecco che una vecchietta scippata ha torto perché “ci poteva stare” una badante o una guardia del corpo.
N.B. Mario Balotelli è un giocatore italiano che dovrebbe essere inserito nella nostra Nazionale. Il razzismo, dovunque venga professato, è da condannare. Chi grida cori razzisti contro Mario Baletolli è un incivile e basta!
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