Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli. Pio XII
di Roberto Maurizio
Mio fratello è figlio unico
La notizia era nell’aria. A cinque giorni dall’annuncio della beatificazione di Papa Pio XII, il Vaticano, di fronte alle “proteste” degli ambienti ebraici italiani e internazionali, fa marcia indietro. Come nelle migliori famiglie che si rispettano, vince sempre il “primogenito”. Però, pur ammettendo il principio della graduatoria per discendenza, ben più pesante sarebbe la situazione in cui ci si troverebbe se a “prendere sempre gli schiaffi” fosse un “fratello minore fantasma”. Utilizzando il titolo del film di Daniele Luchetti, tratto dal libro di Antonio Pennacchi, non vorrei che la Santa Chiesa Apostolica Romana si possa rivolgere alla molta più antica religione monoteista del Torah dichiarando “mio fratello è figlio unico”.
Due pesi e due misure
La beatificazione di Pacelli, quindi, non sarà contemporanea a quella di Wojtyla. Benedetto XVI, dunque, ha ceduto le armi alle “perplessità ebraiche” sulla santificazione di Pio XII, Papa accusato da una parte rilevante del “popolo eletto” di aver taciuto di fronte alla Shoah. «Il fatto che i Decreti sulle virtù eroiche di Papa Giovanni Paolo II e Pio XII siano stati promulgati nello stesso giorno (19 dicembre 2009, ndr), non significa un abbinamento delle due Cause da ora in poi». «Le due Cause - ha detto padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, in una nota per la Radio Vaticana diffusa dalla Sala stampa della Santa Sede, (oggi, 23 dicembre 2009, ndr) - sono del tutto indipendenti e seguiranno ciascuna il proprio iter. Non vi è quindi nessun motivo di ipotizzare un'eventuale beatificazione contemporanea». La firma del decreto per la beatificazione di Pio XII non vuole, tuttavia, essere un atto ostile agli ebrei e ci si augura «che non sia considerata un ostacolo sul cammino del dialogo tra ebraismo e la Chiesa cattolica».
La leggenda nera
Il Vaticano, con la nota di oggi di padre Lombardi, sta cercando una “direttiva” su, come, quando e chi deve beatificare. Infatti, padre Lombardi, da parte sua cerca di convincere il “fratello maggiore” che Pio XII, alla fine dei conti, si è comportato bene, anzi, l'azione di Pacelli compiuta in favore degli ebrei «è testimoniata anche da molti di loro». In merito all'azione svolta da Pio XII nel secondo conflitto mondiale, fra l'altro si legge che non s’intende con l'approvazione del decreto sulle virtù eroiche limitare «la discussione circa le scelte concrete compiute da Pio XII nella situazione in cui si trovava. Per parte sua, la Chiesa afferma che sono state compiute con la pura intenzione di svolgere al meglio il servizio di altissima e drammatica responsabilità del Pontefice». In ogni caso - prosegue la nota - «l'attenzione e la preoccupazione di Pio XII per la sorte degli ebrei, cosa che certamente è rilevante per la valutazione delle sue virtù, sono largamente testimoniate anche dagli ebrei».
La bolletta della grazia divina del Servo di Dio
L'eventuale beatificazione di Pio XII «si colloca nella stessa linea di proporre al popolo di Dio, con l'ulteriore conforto del segno di grazie straordinarie date da Dio per intercessione del Servo di Dio, un modello di vita cristiana eminente. Ciò - ha spiegato il portavoce della Santa sede - non intende dunque minimamente limitare la discussione circa le scelte concrete compiute da Pio XII nella situazione in cui si trovava. Per parte sua, la Chiesa afferma che sono state compiute con la pura intenzione di svolgere al meglio il servizio di altissima e drammatica responsabilità del Pontefice». In proposito, padre Lombardi ha citato oggi ai microfoni della Radio Vaticana quanto detto da papa Wojttyla alla Beatificazione di Giovanni XXIII e di Pio IX il 3 settembre del 2000: «La santità vive nella storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità. Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all'imitazione e alla venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse risplende». In pratica, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, minore e minorenne, prima di fare un “santo” in “santa pace”, chiede l’autorizzazione per iscritto al “maggiorenne”.
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