30 gennaio 2010

I Giorni della Merla e il Canone Rai

I Giorni della Merla: fra il freddo e il gelo spunta il Canone Rai
di Roberto Maurizio


Mescolare nel torbido

...





Che cosa sono i “Giorni della Merla”? Il 30 e il 31 Gennaio e il 1° Febbraio sono i giorni più freddi dell’emisfero boreale, cioè quello nostro, i giorni più freddi dell’inverno. Perché? Dal giorno dell’equinozio, 21 settembre, fino al 21 dicembre, solstizio di inverno, il Sole non illumina più con la stessa veemenza il nostro emisfero e concentra i suoi raggi al di sotto del Tropico del Capricorno. E’ ovvio, che se manca la luce del Sole, la Terra non è illuminata e non si riscalda, per ciò troveremo in questi giorni temperature in Canada, al Nord degli Stati Uniti, in Svezia, in Islanda, in Alto Adige da meno 20 a meno 45. Questa situazione, mutatis mutandis, si verifica a Luglio: da + 20 a + 45. Gennaio, insomma, è come Luglio, da secoli e seculorum. Gli ambientalisti lanciano appelli allucinanti e allarmistici e si risvegliano per avere i voti dagli imbecilli, mentre non sanno che, altre bicocche sono state costruite per attingere gli applausi per una Medicina regionale rovinata, ospedali fatiscenti. Votare Polverini o votare Bonino è come chiedersi perché in Alaska fa freddo, ma non troppo, e a Montreal si registrano gli stessi gradi sotto zero con i quali i nostri immigrati hanno costruite le case dei novelli ricchi e guerrafondai americani.

Bimbi haitiani e cani levrieri
...





Nei “Giorni della Merla” avremmo bisogno di certezze che non vengono da questi due schieramenti falsamente contrapposti che simulano liti e mescolano nel torbido. Nei “Giorni della Merla” sempre più forte si alzeranno le voci di dice ma non vuole cambiare l’Italia. Abbiamo bisogno di giovani, non di sindacalisti e reduci dai banchetti Onu. Non di presunti gay che sono sicuri di acchiappare nella regione più gaia d’Italia i voti dei prossimi futuri sposi e spose omosessuali. Senza figli importeremo treni di haitiani, colombiani e senegalesi. La ricchezza dà alla testa. E l’Italia è ricca se si può permettere di adottare figli al posto dei cani levrieri. Ma dove sono in Italia le belle Bidonville che hanno prodotto il meglio di questo paese, dove la povertà che era coniugata con dignità? Oggi conta solo il dio denaro. Una volta contava la famiglia, i sacrifici, le speranze, coniugate all’ignoranza, alla presunzione di essere dei fortunati se governati da quelli che avevano studiato e che avevano viaggiato e che avevano fatto la Costituzione, senza sapere minimamente quali fossero gli interessi effettivi della popolazione italiana.

Scorri tu padre Nilo





Quella del Nord, che non valeva una cicca e che si espandeva solo per effetto della vicinanza di paesi civili e sviluppati come la Germania. Quella del Centro, con le baracche sotto San Pietro, dove nessun Papa ha alzato mai un dito per la loro difesa. Quella del Sud, abbandonata a se stessa, senza speranze, private del più grande riconoscimento, quello della dignità, costretta a subire le angherie delle Mafie il cui potere affonda le sue radici nel popolo, quello abbandonato da uno Stato inesistente, che se adesso vuole irrigidire il 41 bis, fare il processo breve, non riesce a capire che oggi i tempi sono maturi per un allontanamento del Sud dall’Italia. Il Sud è immerso nel Mediterraneo e nel Mediterraneo ritroverà la sua storia. “Scorri tu Padre Nilo, riscrivi la tua storia, ritorna la tua gente, il mare si aprirà”.

La merla

“Giorni della Merla” deriva da una legenda secondo la quale, per ripararsi dal freddo, una merla e suoi pulcini, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1° febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri. A parte, l’orrendo ripudio del nero come colore da condannare, perché ricorda il buio delle notti di inverno e il triste presentimento dell’uomo nero che potrebbe avventarsi sui cristiani. L’uomo nero, quello del buio è la morte che ti assale e non ti fa più rivedere la luce del Sole. Ma l’uomo nero è anche l’africano, nero come la pece, che non trova pace nel suo paese. L’uomo nero è Obama, parente di Osama, che guida gli Stati Uniti. L’uomo nero e il Papa nero rappresentano la profezia della fine della Terra. L’uomo nero è il terrore di tutti coloro che, nella loro vita, non si comportati bene e aspettano il giudizio universale. L’uomo nero è la contropartita della colomba bianca. Se non ci fosse la merla nera nessuno si accorgerebbe dell’esistenza della colomba bianca.

L’uomo nero


L’uomo nero è come un minatore di carbone italiano nel Belgio negli anni ’50 e ’60, che usciva, dopo 10 o 15 ore dal buio dei corridoi scavati nel ventre della Madre Terra, ricoperto di fuliggine, come la Merla. L’uomo nero è quello che siede accanto a te e si considera un fratello. Fratello è chi rispetta l’altro. Fratello nero e fratello bianco sono coloro che riescono a dare un significato al Sole. Altrimenti, senza la lucentezza dell’Astro dei nostri sogni, non riusciremmo a vedere la differenza. E la differenza è quella che ci fa capire perché Marte e rosso e Venere promana una falce bianca e splendente, perché Giove, l’infido e il gassoso, quasi una stella, accoglie nelle sue lunghe bracce satelliti che gli girano intorno senza sapere il perché.


Il cattivo Gennaio


Secondo una versione più elaborata della leggenda una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che la merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo 28 giorni. L'ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino, e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì, salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo e così rimase per sempre con le piume nere. Come in tutte le leggende si nasconde un fondo di verità, anche in questa versione possiamo trovarne un po', infatti, nel calendario romano il mese di Gennaio aveva solo 29 giorni, che probabilmente con il passare degli anni e del tramandarsi oralmente si tramutarono in 31. Sempre secondo la leggenda, se i “Giorni della Merla” sono freddi, la Primavera sarà bella, se sono caldi la Primavera arriverà in ritardo.


Meglio la Tv dello Yemen gratis che Pippo Baudo a pagamento


Mentre passano inesorabili questi giorni, i più freddi dell’anno, un incubo si avventa sui contribuenti italiani. Il Canone Rai. Il 31 gennaio cade la mannaia sugli infedeli, 30% dei quali sono più intelligenti degli altri perché evasori totali che non hanno mai dato una lira o un euro a questa Rai di Merla. Il 1° febbraio, l’ultimo giorno della Merla, è domenica e la gentaglia televisiva non potrà pagare. Adesso, però mi devono dire perché io debba pagare Santoro, Ballarò, Che tempo che farà con una delle più allucinanti presenze di gentaglia sboccata che fa ridere solo a chi riesce a battere le mani prima di aver sentito una parola (a Olevano Romano dicono “ti entra prima nel culo che nella testa”), le Iene (copulate da uno pseudo concorrente che godrà della divisione dei ricavi con la volgarità di una vergine che non prende i pali), Setta con il Fatto del giorno che mostra una tetta prima dell’altra e invita la gente ad essere sempre più qualunquista. Perché, dunque, pagare il Canone Rai durante i “Giorni della Merla” quando ho a disposizione 900 canali sulla parabola, con programmi culturali di ampio respiro come la “Televisione Yemenita”, quella “Slovena”, quella “Russa”, quella “Algerina”? Perché? Debbo pagare il Canone Rai, giustamente, per poter vedere tutti i nei di Bruno Vespa, tutti i canti disperati del siculo milattiano che ha inventato tutto lui, Pippo Baudo. Ecco perché, nei “Giorni della Merla” dobbiamo pagare anche il Canone Rai.

Nessun commento:

Posta un commento