12 gennaio 2010

Rosarno. La calunnia è un venticello

Rosarno. La calunnia è un venticello
di Roberto Maurizio

La calunnia è un venticello
Un'auretta assai gentile
Che insensibile sottile
Leggermente dolcemente
Incomincia a sussurrar.


Rossini - Il Barbiere di Siviglia

Italia razzista






La calunnia è un venticello… Se organizzazioni “super partes” (si fa per dire) affermano che gli italiani sono razzisti, allora bisogna crederci. Il Vaticano, con il suo giornale d’opinione “L’Osservatore romano”, le Nazioni Unite, con molti organismi guidati da paesi sempre pronti a sparare a zero sul capitalismo e sull’Occidente e l’Egitto, con un governo che non sa nemmeno dove si trovino i canoni principali dei diritti civili, trattano l’Italia come un paese razzista, bisogna crederci. Quando una calunnia viene diffusa a questo livello, bisogna crederci. La causa? Rosarno.

...
Rosarno senza rosario




Nel profondo Sud, naviga e prolifera un mondo “ancestrale” (da almeno 40 anni) formato dalla ‘Ngrangheta che è diventata la più forte e pericolosa organizzazione criminale in Italia con circa 44 miliardi di fatturato annuo. La nascita e la potenza di questa struttura mafiosa sono state determinate e sorrette dal deserto creato dalla miseria e dal sottosviluppo calabrese, dalla capacità “imprenditoriale” dei venditori di morte e di illegalità e dalla mancanza dello Stato. La droga rende questi prepotenti criminali e assassini calabresi i più ricchi in assoluto. La droga, che distrugge i nostri figli, viene tollerata e incrementata dalla mancanza di uno Stato che non sa fare rispettare le regole. Ci passa molto, però, tra denunciare la presenza di pochi affiliati ai clan della ‘Ngrangheta e a far diventate tutti i calabresi “mafiosi”, “drogati”, “schifosi”, “schiavisti”, “quaquaraquà”, esseri da cancellare dalla Terra. Ma questo non è razzismo alla rovescia? E’ vero, a Rosarno ormai il Rosario non esiste più. Viene gestito in Vaticano dove le preghiere salgono in alto e condannano 60 milioni di italiani come razzisti. A Rosarno, invece, la Chiesa, i sindacati, la classe politica e la gente non hanno alzato un dito per contrastare questa degenerazione che ha portato come conseguenza anche lo sfruttamento della schiavitù degli immigrati di Rosarno. Ma come è possibile che tutti i calabresi siano “mafiosi”? Anche “Mamma Africa”, Rosina Ventre, è mafiosa?


Il valore aggiunto dell’agricoltura




Come è noto anche ai ragazzi di prima ragioneria, l’agricoltura è un settore economico che non crea più lavoro come un tempo. I “meridionali”, i “terroni” si sono spostati al Nord richiamati dall’industrializzazione. Oggi, neppure l’industria è un settore trainante dell’economia in termini di occupazione. Infatti, gli operai rappresentano una parte poco rilevante dell’occupazione che si è spostata nel terziario e quaternario avanzato. Come si pretende, dunque, di far immigrare manodopera per l’agricoltura quando questo settore non creare ricchezza, non crea reddito, non crea valore aggiunto? Insomma, Rosarno non è l’Eldorado solo perché c’è la ‘Ngrangheta. L’agricoltura può “sfamare” a malapena solo un quantitativo non eccessivo di lavoratori. La produttività in agricoltura non è stata inventata dai calabresi.



Una cassetta di arance


C’è da sfatare un altro concetto che rende gli italiani non solo razzisti, ma anche sfaticati. Nessuno vuole fare i lavori umili. Non è vero. Nessuno vuole fare lavori non remunerativi. Se avessero dato alle “maestranze” nere immigrate 70.000 euro lordi all’anno, con contributi regolari, ci sarebbe stato il trasferimento in Calabria dell’intero Egitto. Quanto si può ricavare dalla vendita di una cassetta di arance? Quante cassette occorrono per dare 70.000 euro lorde annue ad ogni lavoratore?

Schiavitù, un reato disgustoso



Certo, le remunerazioni provenienti dall’attività agricola non possono essere elevate. Però, trattare gli immigrati come bestie è un altro problema. Ridurre in condizioni disumane i lavoratori non è solo riprovevole sotto il punto di vista umano e religioso, ma lo è anche e soprattutto sotto il profilo giuridico e legale. La schiavitù è una delle pratiche più schifose che un uomo può commettere su un altro simile negandogli la libertà e tutti i principali diritti umani. Quindi, le condizioni in cui erano tenuti “gli schiavi” di Rosarno erano disumane e non dovevano essere tollerate da nessuno, compreso i sindacati!


Siamo tutti calabresi




Gli italiani, al contrario degli inglesi, degli americani, dei portoghesi, degli spagnoli e altri ancora non sono mai stati schiavisti. Sono stati, invece, trattati come schiavi negli Stati Uniti, in Canada, in Francia, in Svizzera, in Germania, in Belgio. L’altra “idiozia” che viene detta molto spesso dai politici ignoranti è che gli italiani, popolo di emigranti, devono trattare gli immigrati allo stesso modo con cui i loro “nonni” vennero presi a calci in faccia in Germania, Stati Uniti, Svizzera, Canada e a Torino. I tempi sono cambiati, e meno male che quei paesi “accoglienti” si sono dimenticati dell’emigrante calabrese lasciato soffrire tra gli stenti e le sofferenze per edificare grattacieli a – 20 gradi sotto zero, o a costruire ferrovie a + 45 all’ombra, o ad estrarre carbone a chilometri di distanza sotto la superficie terrestre. Insomma, alla fine noi italiani, noi calabresi, diventiamo i razzisti di turno. Siamo tutti calabresi come “Mamma Africa” e non siamo razzisti!

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