29 gennaio 2010

L'apparecchio americano lancia la bomba e se ne va

L’apparecchio americano lascia la bomba e se ne va
di Roberto Maurizio
Hiroschima, 6 agosto 1945


Little Boy
Prima di Hiroschima e Nagasaky, Guglionesi. Tonnellate di bombe americane devastarono l’Italia. L’obiettivo era San Martino in Pensilis, con il campanile della parrocchia e l’orrendo serbatoio dell’acquedotto che non ha mai funzionato e che ancora non riesce a dare l’acqua corrente al piccolo paese molisano. La ben nota intelligenza americana fa sì che viene confuso San Martino con Guglionesi, con lo stesso campanile della parrocchia e con lo stesso orrendo serbatoio dell’acquedotto. Un disastro. Un accanimento inutile per distrugge solo per il gusto di distruggere case, chiese, scuole, ricoveri per ammalati.

Lappirreto

Da piccoli, negli anni '50, i ragazzi di San Martino, guardando con "soddisfazione" Guglionesi, "lappireto", cioè da dietro le case, là dove il panorama si apriva nelle giornate fredde e ventilate dal gelido vento dei Balcani con questa specie di triangolo allungato di una collina vecchia e addormentata con un campanile e l'orrido barile di acqua che faceva da scudo alla nitidezza della Maiella che si ergeva alta, senza schiamazzi, con la solita delicatezza della gente abruzzese e molisana, solevano cantare una canzone: "L'apparecchio americano lascia la bomba e se va". Che cosa voleva dire è difficile decifrarlo. Era comunque, un'ammirazione, un canto di accogliemento del passato pericolo, ma anche una stima a quel pilota che dall'alto scagliava una bomba (lascia la bomba, di cui lui non si sente direttamente responsabile ma che avrebbe prodotto migliaia di morti). Un Far West senza Obama. Ma con la consapevolezza dell'entrata di una nuova Era che avrebbe prodotto la Costituzione, il boom economico, la dipendenza della lingua inglese, il '68, l'ammirazione della grandezza dell'America, in God we trust. Sotto il Sole non cambia nulla. Dopo decine di anni, la strategia americana non è variata: morte e distruzione contro il nemico. Una volta era il nazifascismo, poi è stato il comunismo, adesso è il fondamentalismo islamico. Ma siamo sicuri che la verità è in mano degli appena “maggiorenni” americani, quelli degli Stati Uniti, con poco più di 300 anni di vita? Se una generazione varia da vent’anni a vent’anni, i favolosi Usa non raggiungono nemmeno la 18 generazione, sono ancora dei minorenni. E il mondo tollera di essere comandati da minorenni? Il punto centrale di questa nota è che le guerre, con le loro bombe, con il loro impatto sulla "terra ferma" e sugli oceani, sta producendo questa catastrofe inaspettata: mettetivi nei panni della “Terra” e, dopo aver ricevuto scosse prodotte da terremoti, maremoti, fulmini e saette, accoglie miliardi e miliardi di bombe. Dai oggi una botta, dai domani un’altra, non le solite cretinate dell’850 Fiat che distrugge il Pianeta, allora la Terra si può anche un po’ incazzare?

Una Terra schiaffeggiata dalle bombe

Le guerre, l’uranio impoverito, le bombe atomiche, le mine e quant’altro serva per schiaffeggiare la piccola, ma solida, amata e vilipesa Terra sulla quale non dobbiamo vivere individualmente più di 80 o 90 anni, in pratica tre generazioni. Basta con le guerre, non solo perché sono fatte da imbecilli contro altri imbecilli, ma perché fanno male alla nostra amata e madre Terra. Via le bombe, via l’odio, via la malvagità di questo Pianeta dove il Sole sorge all’alba e tramonta la sera. Fatevi un pianeta a parte, chiamatelo Avatar. Buttate tutte le bombe che volete, a noi bastano i nostri terremoti!

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