29 gennaio 2010

Santo Versace

Santo Versace
di Roberto Maurizio

Io sono un chitarrista che da 43 anni suona la chitarra e il mandolino con la mano sinistra. Io sono un italiano, un italiano vero. Io sono un chitarrista che sente il ritmo della cassa di ebano risuonare nel cielo. Io sono un chitarrista che vede nelle note di zio Gino, mai sopite, mai capite, mai imparate, la continuità di un’arte considerata inferiore, come quella di una banda che suonava per il Duce e poi per gli americani, per i democristiani e per i comunisti. Io sono un chitarrista che sogna di avere il liuto algerino, marocchino, arabo, un liuto ebreo, un liuto medioevale della cattolicissima Europa, un liuto innacquato del mondo nuovo, le Americhe, che riescono a far vibrare il volo del Condor in una terra abbandonata da dio e dagli uomini. Insomma, un liuto, una chitarra, una corda, quella che ti rimane per sempre nelle unghie. Le unghie possono accarezzare leggermente le corde, oppure morderle, strapparle, violentarle. Io sono un chitarrista che accarezza le corde, che chiede alle corde solo un suono: quello della beltà di Marte, il pianeta rosso che chiede con cortesia il volgere lo sguardo dell’amata verso quel pianeta imprigionato dai Gemelli. Io sono un chitarrista che se la canta e se la suona. Sono vicino alle persone che soffrono e a quelle che godono. Sono un fan di Santo Versace che, come me, è nato nel profondo Sud, laureato in Economia e Commercio, Ufficiale del Genova Cavalleria (io più modestamente per scelta soldato semplice dei “Lancieri di Montebello”) e sostenitore e iscritto al Partito socialista italiano, che ha scelto, opportunamente, Milano come sede dei suoi ideali. Io non ho avuto il coraggio di andare nella città più bella del mondo, dopo Roma, Milano. Molti meridionali hanno fatto la fortuna loro e hanno contribuito a rendere Milano la città più viva e promettente del mondo. Ad “Anno Zero”, Santo ha cercato di raccontare la sua storia. Da “Sandoro”, invece, le pie donne dei 18 licenziati sui tetti, con parure da non meno di 150 euro, da capelli appena fatti dal parrucchiere da non meno di 125 euro (in Sicilia i parrucchieri, sì che fanno la fame), hanno invocato ai loro mariti di resistere, resistere e resistere dal freddo. Non hanno tenuto conto del treno per Auschwitz preso dagli studenti laici il 27 gennaio 2010, a – 24 gradi sotto zero (se fossero morti sarebbe aumentata la stima dei morti per freddo in un continente che crede ancora di appartenere alla stessa piattaforma terrestre, un continente dove il "Sole non ride", dove nessuno ti chiede di restare incollato sulle lastre di ghiaccio solo perché hai una casa e un camino che spegne i raggi della luce). Anno zero e piogge intermittenti si sono abbattute sulle teste caprine dei 18 operai licenziati, con mogli da 500 euro di abbigliamento cadauna. Mentre l’Italia tira un sospiro di sollievo sulla Peste Suina, l’H1n1, di cui nessuno ne parla più (e Sandoro è fortunato, perché se ci fosse stato un vero problema, lui non sarebbe esistito). Cadauna delle vedove, pro tempore, a suon di dollari, cadauna si è aggrappata all’ingiustizia sociale di una Sicilia ridotta allo stremo con sciampi fatti meglio di quelli di “Uomini e donne”, di quelli di colore nero pronti per una videata ampia e incestuosa consumata tra capelli colorati dagli inservienti professionisti del “Grande Fratello”. Sandoro. Ma chi credi di essere? Perché non vai a vedere chi veramente sta male in Itaiia. E sono molti, tanti. Non sono le “Cadauno”, giovani e belle, che fra poco saranno le veline di non so quale programma televisivo. Non sono le spadaccine. Fatti furbo, esci e vai in un ospedale, in una scuola o in un carcere. Sandoro, esistono le carceri dove vengono sbattuti dentro anche innocenti. Sandoro, fra poco ci sarà il redde rationem. Se la sinistra perderà quasi tutte le Regioni, ma chi cazzo ti vedrà ancora, soprattutto con Juve-Roma in contropartita? Inoltre, Sandoro, non esisti solo tu. Pensa ai coglioni di destra che pagano ancora il canone. La Tv è molto di più. Ci sono animali, non di razza come te, che fanno gli stalloni. Fatti furbo! Non farti mandare in onda in contemporanea con Inter-Juventus. Ma chi cazzo ti ha visto. I soliti Piccisti e gli incazzati fascisti? Solo un Santo poteva fare la grazia ad una trasmissione di merda che speriamo non sia mai più ripetuta per il rispetto della verità e della vera solidarietà. Di poveri veri l’Italia è piena. Ma sono ex poveri, così sconvolti che continuano a votare Pci, come se esistesse ancora. Stalin non c’è più e loro non sono più poveri, sono ricchi, tanto ricchi che i soldi gli hanno fatto perdere le loro tracce di umanità. Sono dei violenti. Oggi contro Berlusconi, domani troveranno un altro riccazzo da combattere, mentre loro stessi sono un po’ meno riccazzi. Questi appartenenti al Regime Sessantennale di odio e di negazione della legalità, oggi si alleati con la Bonino. Di Polverini non ne parliamo neanche, una sindacalista che non ha mai lavorato che va a lavorare alla Regione è troppo! Ma allora chi votare nelle prossime Regionali? O il Partito dei Pirati informatici anti Pizzardoni o il Partito del Santo. Verace sostiene che “Personalmente credo che il dilemma monobrand o multibrand è un falso problema. Monomarca e multimarca hanno le stesse possibilità di funzionare e di fallire. Ciò che fa la differenza nel successo di un'impresa non è la quantità di marchi ma la capacità nella gestione aziendale”. La Gestione Aziendale è quella che porta avanti la famiglia, l’impresa, lo Stato. La Gestione è la capacità di gestire i propri sentimenti e le proprie idee. La Gestione è l’unica arma a disposizione degli emarginati, degli ultimi arrivati, degli ultimi che da sempre rimarranno ultimi in questa Italia gestita dai politici che combattono la mafia e sono apparentati alla mafia e che dalla mafia ricevono ordini perché i politici, a differenza della mafia, non hanno una gestione. La Gestione è la Nuova Arma dei Poveri!
Testo non rivisto.

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