21 marzo 2010

Il Popolo dei Pullmanizzati

Il Popolo dei Pullmanizzati
di Roberto Maurizio

Foto di Roberto Maurizio

Senza olio di ricino


Foto di Roberto Maurizio


C’è una strana gente che “circola” in Italia. Quella del Popolo dei Pullman, i Pullmanizzati, quelli che, a bacchetta, vengono costretti a salire sui pullman per partecipare alle “manifestazioni di massa” imposte dai partiti politici, soprattutto quelli di sinistra. La Cgil riesce ad imbarcare sui pullman dai 700 agli 800 mila iscritti e pensionati; il Pd dai 200 mila a un milione, soprattutto con Cofferati; il Pdl si accontenta di 500 mila. Il Popolo del Pullmanizzati è una bestia che ha uguali solo a quello che partecipavano alle adunate fasciste di Piazza Venezia. Però, mentre i primi, se non aderivano, prendevano l’olio di ricino, i secondi ci vanno spontaneamente! Ma che cosa induce questi Pullmanizzati ad assistere una manifestazione di massa? Il pullmanizzato si alza alle tre della notte, si reca nell’area assegnatagli dal capopullman, dà le sue generalità ed inizia a telefonare con il suo cellulare, fin dal mattino. Alla fine del viaggio politico partecipativo, il costo complessivo delle telefonate ammonteranno a circa 70 euro. Il conducente del pullman è la figura più bella di questa traumatica vicenda. Ieri, era stato chiamato per un raduno di massa cattocomunista con il numero 5.345, oggi è quello che porta il popolo della libertà, n° 7.876. Il conducente del pullman è l’ago della bilancia: sa dove deve andare, a che ora deve arrivare, dove fermarsi, a che ora ripartire, l’itinerario da fare. Lui non partecipa ai bagordi di “Bella Ciao” o “Meno male che c’è Silvio”. E’ uno che ha famiglia, e non si capisce perché la Bonino non chieda le quote rosa dell’autista del pullman, perlomeno nella Regione Lazio. Sono tutti maschi gli autisti, tutti che hanno un solo pensiero: mantenere il posto di lavoro per potere “sfamare” la famiglia fino alla quarta settimana. Questi conducenti di pullman di queste manifestazioni “oceaniche”, come i camionisti privati, sono le persone che fanno viaggiare le idee degli altri, mentre la loro unica idea è come sbarcare il lunario.


Coccarde, bandiere e gagliardetti


Foto di Roberto Maurizio

Alle quattro della mattina arrivano i primi pullmanizzati. L’autista spalanca le porte del veicolo e delle due aperture che permettono di depositare valigie, borse, cartelli, bandiere, coccarde, gagliardetti e qualche salamino sotto vuoto. Alle cinque, partenza. Chi c’è, c’è. Durante il tragitto la banda dei manifestanti è ancora insonnolita e sogna. Sogna di essere intervistato da Rai1, Rai3, da Mediasett, da Sky. E l’autista, tra la nebbia e la pioggia porta avanti il suo “bagaglio umano”. Finalmente, dopo ore e ore, il Raccordo Anulare di Roma. Il pullmanizzato già vede il suo leader di destra o d sinistra o di centro, o di centro destra di sinistra o si sinistra centro di destra un po’ a sinistra, sul palco. Ma vuole un caffè. Fermata d’obbligo. Per la prima volta, ufficialmente, il pullmanizzato va in bagno e chiede la colazione. 4 euro, tutto compreso. Il raduno del pullman n° 2345 è all’Anagnina, vicino alla Metropolitana. Il pullmanizzato abbandona la sua secondaria casa e si incammina verso la Metro. Prima però prende le misure: pullman n° 2345 con il simbolo rosso subito dopo la prima rotonda in quasi piena campagna romana. Il capobastone del pullman dà a tutti il suo cellulare prima della grande marcia verso San Giovanni.

Militanza ad oltranza!

Foto di Roberto Maurizio

Alle ore 20 e 30, stremati da una marcia longa, i pullmanizzati , per il 50% si perdono. Chi c’è, c’è. Le chiamate con il cellulare si moltiplicano. La polizia e i carabinieri, sempre tesi a intercettare qualcuno, si perdono anche loro. L’autista è sempre lì, immobile, che legge un giornale, che vede la Tv, che vigila sul mastodontico mezzo di trasporto che dovrebbe costare, ad occhio e croce, circa 200.000 euro. L’autista del pullman non si chiede perché queste persone siano venute “in massa” a Roma. Cerchiamo di spiegarlo noi: 1. Per fare una gita; 2. Sono convinti della loro lotta dura e pura; 3. Non sapevano altro che cazzo fare.


Il fondamentalismo: o Roma o Orte!



Foto di Roberto Maurizio

Il pullmanizzato è una persona che appartiene alla Terza rivoluzione industriale, al mondo della globalizzazione, alla lotta dura contro le multinazionali, contro i magistrati. Il pullmanizzato è la persona più umana che esiste al mondo, ma è anche quella che non sa dove andare a pisciare durante le sue 24 ore date all’idea, agli ideali, alla fede, alla convinzione assoluta, al masochismo, al fondamentalismo. Nessuno si è mai chiesto dove andarono a far i loro bisogni quelli della marcia su Roma del 28 ottobre 1922. La prossima rivoluzione sarà quella che potrà essere realizzata direttamente dal computer e non andare a inquinare il Tevere!

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