di Roberto Maurizio
Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha inaugurato oggi 8 maggio 2008, la XXI edizione della Fiera del Libro di Torino. Le porte di Torino sono state spalancate a centinaia di bambini, futuri cittadini italiani, che hanno accolto, vocianti, il Capo dello Stato, Il Presidente Napolitano ha invitato i giovani a “leggere, leggere, leggere”. “La lettura vi aiuta a pensare e a crescere”. “Voi siete l’avvenire del libro e della democrazia”. Il più bel gesto del Presidente Napolitano, che, a mio avviso lo collocherà vicino a Pertini, è stato quando, scherzando prima di incominciare a parlare e ha detto: “non pretendo che siate zitti, anche perché le vostre voci sono la cosa più allegra”. Tutti i programmi politici che non tengono conto della “voce dei bambini”, cioè la voce del futuro, sono programmi politici faziosi. Il Presidente ha saputo cogliere nel frastuono dei bambini di Torino, quello che gli insegnanti odono tutti i giorni nelle loro scuole. Il frastuono è vita, è interesse, è partecipazione. Bravo Napolitano!
Ancora più bravo il nostro Presidente quando spiega la scelta di ospitare Israele a Torino che coincide con la nascita sessanta anni fa di questo Stato in base a una deliberata dall'Assemblea delle Nazioni Unite. “Non c'e nulla che possa essere contestato. L'opposizione alla presenza di Israele alla Fiera del libro stravolge politicamente e culturalemnte l'evento". Secondo il Capo dello Stato "è piuttosto vero che le contestazioni stanno puntando ad introdursi in un drammatico conflito arabo-isreaeliano, azzerando il dialogo perché non c'e' dialogo se si nega ad Israele il diritto di esistere". Secondo Napolitano, il diritto di esistere di Israele "deve combinarsi con il diritto del Popolo Palestinese ad avere il suo Stato". Il Presidente, durante il suo percorso nella Fiera del Libro ha anche firmato la bandiera di Israele.
La bellezza salverà il mondo? La domanda che un personaggio dell’Idiota pone al principe Myskin, protagonista del romanzo di Dostoevskij implica una sfida: misurarsi con la Bellezza, riuscire a metabolizzarla significa avviare dentro di noi una metamorfosi spirituale, il tentativo di raggiungere una sfera superiore di conoscenza e di autocostruzione. La Bellezza, motivo conduttore dell’edizione 2008, è uno sviluppo di quello del 2007, i Confini. Abbiamo più che mai bisogno di ridefinire territori, disegnare nuove mappe, di capire il confine che separa il bello dal brutto, il buono dal cattivo, perché l’estetica è strettamente connessa all’etica. La Bellezza sfugge alla definizioni (Picasso respingeva con fastidio la sola domanda), ma quando ci sorprende la riconosciamo immediatamente, con emozione e gratitudine. Perché gli uomini hanno sempre sentito la necessità di dare un senso alla loro esistenza attraverso qualcosa che li superi, quel «più» che solo la letteratura, l’arte, la musica, la filosofia possono esprimere. Che cosa può rispondere oggi ai canoni della Bellezza, in letteratura come nelle arti, nella musica, nelle scienze? Che cosa si richiede a un’opera? Dove passano i confini del bello e del brutto? Come sono cambiati nei secoli i criteri estetici, e quali sono i loro rapporti con l’etica? E quali i rapporti della bellezza con gli oggetti industriali prodotti su larga scala? La bellezza è lo splendore del vero, diceva Platone: è un anelito alla speciale «verità» umana e poetica dell’arte, che può risultare anche scomoda e difficile, perché implica sempre la tensione insoddisfatta della ricerca. Ma se vedere è un atto creativo, come è stato detto, che cosa siamo capaci di «vedere», oggi? A queste domande risponde una fitta serie di «lezioni magistrali», di conversazioni e di dialoghi che vedranno impegnati filosofi come Remo Bodei (l’uomo di fronte agli spettacoli naturali), Sergio Givone (la difficoltà di pensare e vivere la Bellezza, oggi), Giovanni Reale (che prende a paradigma una tavola di Grünewald), antichisti come Luciano Canfora e lo storico dell’arte Paul Zanker in dialogo con Franco La Cecla, antropologo e architetto; maestri dell’architettura come Mario Botta, scrittori come Raffaele La Capria (l’arte moderna si configura come un abuso di potere?), Erri De Luca e Domenico Starnone («La parola, la tagliola»), l’etologo Danilo Mainardi. Vittorio Sgarbi dimostrerà che il bello non coincide affatto con quel che piace. Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia si interrogheranno sull’uso improprio della Bellezza. Verterà sulle bellezze della lettura la conversazione dello scrittore argentino Alberto Manguel. Quale potrebbe essere oggi il canone del romanzo? Ne discuteranno Alfonso Berardinelli, Andrea Cortellessa, Giorgio Ficara, Filippo La Porta, con Paolo Mauri.Valerio Massimo Manfredi racconterà i canoni della Bellezza del mondo greco-romano, mentre Khaled Fouad Allam, il filosofo algerino Shaker Laibi e l’antropologa tunisina Lilia Zaouali ci parleranno della Bellezza nell’arte e nella letteratura islamica.
Contro gli ebrei è stata organizzata, per il 10 maggio dall’Associazione “Free Palestine”, una Marcia con i seguenti slogans: “Da che parte stare noi lo sappiamo", "boicotta Israele, sostieni la Palestina". Il raduno è previsto alle 15 corteo in corso Marconi.
I telegiornali della Rai dovrebbero essere al servizio dei cittadini, perché è implicita una stampa autonoma in uno Stato democratico e perché sono i cittadini a pagare il canone, compreso i Leghisti. Invece il Tg3, nell’edizione di oggi, 8 maggio, ha dato la notizia della Marcia su Torino di Sabato prossimo, affermando che "arriveranno da tutte le città italiane", manifestanti contro Israele. Le notizie sul futuro non possono mai essere date come certezza. Invece il Tg3 ha utilizzato "arriveranno", come dato sicuro. E' stato un invito a precettare tutti gli antisemiti, gli antigiudei, gli anti israeliani a partecipare in una squallida marcia contro Israele?
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