26 ottobre 2008

Cosa manca a Veltroni? La Ferilli

Il buongiorno si vede dal mattino
di Roberto Maurizio


àtinU'l omaiS iC (foto R.M.)

Veltroni accerchiato (foto R. M.)


Veltroni travolto (foto R. M.)

Il grande entusiasmo di una ragazza (foto di R. M.)





D'Alema conquista la scena (foto di R. M.)

La presenza dei neri (forse pochi): due - foto di R. M.

Un popolo in festa e sereno (foto di R. M.)

Le bandiere per un sogno (foto di R. M.)
... e poi la Bindi, che cazzo c'entra?

Uno sguardo, un interrogativo, un partito che mi aiuta anche se non mi chiamo Obama? (foto di R. M.)





L’Italia ha bisogno di un’opposizione che si basi sulle proposte e non sulle proteste







Il giro d'Italia? No. Una bici Pd senza Prodi (foto di R. M.)






Cinecittà Est, Mezzogiorno inoltrato (foto di R. M.)



Nel mio “pezzo”, «Due milioni per Veltroni», avevo esordito dicendo, «La mattina di oggi, 25 ottobre 2008, a Roma, si presenta serena». Sereno è stato l’aggettivo utilizzato da Walter Veltroni per annunciare la grande manifestazione. Sereno è stato il risultato. Nei grandi raduni di Papa Giovanni Paolo II, tutte le strade erano stracolme di pullman. Veltroni al governo di Roma, ossequioso, offriva anche toilette e servizi di primissimo ordine. Oggi, a Cinecittà, il nemico Alemanno non ha fatto trovare nessun luogo di “ristoro” per i partecipanti. A mezzogiorno i parcheggi del Piazzale senza nome di un quartiere dedicato ad El Alamein (non sarebbe nemmeno così difficile trovare il nome al Piazzale: Piazzale dei martiri e degli eroi di El Alamein, per esempio, così la prossima volta i “manifestanti di mestiere” potrebbero avere un riferimento – questa vale anche per Berlusca e per il Papa) erano ancora vuoti. Poche le persone per un grande raduno. Tant’è. Allora, mi sono recato a Piazzale dei Partigiani, e ho visto una macchina funzionante: tantissima gente, gestita benissimo, non quantificabile numericamente, ma di qualità “elevata”. Nessuno slogan volgare (se non quello di qualche “pacioccone”), nessuna scritta inneggiante alla tortura fisica dell’odiato nanetto e del suo gemello (il primo è troppo noto, il secondo è Brunetta). Le bandiere, il calore dei partecipanti, il cielo increspato di nuvole che davano largo al Sole, il piglio deciso di Goffredo Bettini che immediatamente ti da fiducia, ti si presenta come amico, come l’inquilino della porta accanto, facevano prevedere una vittoria di Veltroni, che arriva e viene sommerso da un bagno di folla, che stringe la mano a D’Alema e alle migliaia di militanti del suo partito (cioè, quello di Veltroni).





Un bambino imbacuccato, senza grembiule (foto di R. M.)




Un'Unità "ridotta" (foto di R. M.)







Un partecipante: il vero volto dell'opposizione (foto di R. M.)





Il protagonista, colui che è vicino ai cittadini (foto di R. M.)



Cosa manca a Veltroni? La Ferilli



Il Circo Massimo poteva essere per Veltroni l’apoteosi. Doveva fare solo un discorso costruttivo, del tipo: compagni, amici, la situazione difficile che stiamo attraversando non ci permette di attaccare a fondo il nostro avversario. Non esistono divisioni tra gli italiani in tempi difficili, come ha detto giustamente Antonio Bassolino durante un suo intervento in questi giorni a Napoli. La crisi è grave. Basta con le sciocchezze delle scuole occupate che ci rompono le palle da anni. Basta con i giovani non trovano lavoro. Ma quando mai in Italia si è trovato lavoro facilmente se non tramite le raccomandazioni e la mafia. Questo luogo comune, comunque è smentito da milioni di italiani che lavorano con il sudore della fronte. Gli italiani vogliono che tutti lavorino con il sudore della fronte e guadagnino rispetto alle loro competenze (un inciso a quelli del congiuntivo a tutti i costi! La frase sarebbe più semplice: italiani, extracomunitari, lavorare fa bene alla persona e alla Nazione, ma nazione è di Destra, al Paese, ma il paese è di destra, alla popolazione, è demagogico, a te brutto stronzo!). Quello che manca a Veltroni, oltre alla incapacità di non buttare al vento l’occasione del Circo Massimo, cioè una possibilità di riformulare un’opposizione sulle proposte e non sulla protesta, è l’umiltà! Non deve dire che al Circo Massimo c‘erano 2 milioni e mezzo, quando nello stesso luogo 2 milioni accertati furono testimoni dello scudetto della Roma. Tutte le strade adiacenti il Circo Massimo erano completamente invasi, non solo per lo scudetto e per Totti, ma anche per lo spogliarello annunciato della Sabrina Ferilli.

Nessun commento:

Posta un commento