13 ottobre 2008

Vincenzo Salemme e il regime

Vincenzo Salemme: saltimbanco venduto al regime
di Roberto Maurizio

Le invasioni barbariche
Di Vincenzi Salemme è piena Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Di Totò e di Eduardo ce n’erano solo due, irripetibili, inimitabili. Totò, a parte la “sbandata” con Pier Paolo Pasolini (“Uccellacci e Uccellini”), seppe rimanere integro al suo personaggio che ebbe la capacità di rappresentare l’Italia, nella sua Miseria e nella sua Nobiltà. Eduardo, con la sue verve social comunista, ebbe il dono di far emergere la classe umile e popolare come prototipo da imitare e da evitare. Due grandi, al confronto dei quali il cinema e il teatro sta cercando di sostituire un personaggio anonimo, degno solo di fare cabaret con la moglie di Luca Sofri, una certa Daria Bignardi “Invatrice barbarica” (non esiste, o meglio, io non so qual è il femminile di invasore, o il maschile di invasioni) che ha buttato all’ortiche il “puzzone” (Giuliano Ferrara) al cui giornale collaborano il marito e il suocero.

Vincenzo, come negazione della nostra civiltà
Lancio una sfida a Vincenzo Salemme. Dal vivo dovrebbe confrontarsi con un mio amico, non di Napoli, ma di Benevento o giù di lì. Certo, il mio amico non ha fatto film come Salemme che osannavano la Resistenza, anzi non ha fatto mai film, se non sul mio cellulare, dove osannava la pampanella e i torcinelli. Credo che il mio Giorgino, o giù di lì, possa mettere in crisi e dare una lezione a questo pseudo attore che si trascina su luoghi comuni, come droga, aborto, divorzio e sesso senza senso. Un progetto, in questi momenti di crisi, che rappresentan la volontà di soffocamento e eliminazione della nostra civiltà millenaria.

Vincenzo, se ci sei, batti un colpo

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