29 ottobre 2008

Senza Carfagna non si fa legna

Papa nero
di Roberto Maurizio


Ormai, sulla televisione pubblica siamo abituati a tutto. Soprattuto a un linguaggio squallido e truculento. La satira è permessa solo a chi viene pagato a suon di bigliettoni. Proviamo, nel nostro piccolo a sollevare la testa e a dire che non sono bravi solo loro. Qui non c’è il riferimento politico, ma il buon senso. La Littizzetto (definirla di sinistra è come fare un torto a Gramsci) è una persona volgare che pur di guadagnare è pronta a gettare fango anche sulla nonna, benedetta. Tanto per ridere, facciamo finta di essere un avversario della torinese, professoressa (e poi si dice che la Germini non ha ragione,? Sì Germini, a Roma si dice così: gli studenti sono contro la riforma Germini, i genitori sono contro la Germini, la Germini e contro la Germini, ma non lo sa. Benedetto XVI, in questo contesto, viene utilizzato solo en passant. La sinistra più bieca, quella con cui il cattolico (ex ateo, ex sindaco di Roma, ex Margherita, ex verde pisello, ex radicale rampante) Rutelli si vuole alleare, definisce Ratzinger come “bestia feroce, post nazista”. Noi vogliamo solo ridere sul ruolo della donna, colei che porta i pantaloni in casa, quella che comanda, quella che guarda, giudica e decide, senza mai fare prima una riflessione di almeno 5 secondi (ma poi vince ed ha sempre ragione).

(Un commento antifemminista di chi ama la Carfagna)





Obama e Benedetto
Se Obama vincesse a novembre sarebbe il primo nero alla Casa Bianca, e non succederebbe niente. Se a Benedetto XVI seguisse un Papa nero nel pontificato di Pietro, non succederebbe niente. Ma se domani una donna bianca si insediasse alla Casa Bianca e una Papa nera in Vaticano, saranno cazzi nostri!



(Un commento anticomunista di chi ama la Carfagna)




Tra la Carfagna e la Bindi chi ci guadagna?
La risposta è immediata: Santoro. Tra una carabiniera spadaccina, con una dizione incerta, e una Bindi, con la maschera fatta in Spagna, gli resta solo di provare la …

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