29 ottobre 2008

Gelmini. La voce nel deserto

Il decreto “Germini” è legge, e Cellie gode
di Roberto Maurizio
Foto di Roberto Maurizio

La Gelmini guidata dalla voce di Battista

Foto di repertorio


Si è finalmente alzata, come per incanto, la «Voce che grida nel deserto» che annuncia l’avvento di una scuola elementare più giusta, più equa, più sobria, più bella che pria, senza la zavorra di «paghi tre, lavora uno». La “voce” non è quella di San Giovanni Battista e nemmeno di Lucio Battista. E' quella della Gelmini, guidata dal dio finanze non ancora al tramonto, Tremonti. Il decreto legge 137/2008, alle ore 10.30 di oggi, 29 ottobre 2008, è stato, finalmente, convertito in legge con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. La figura più bella l’hanno fatto i tre astenuti. Del contenuto del Decreto Gelmini, questo blog ne ha parlato a fondo nelle puntate precedenti. Quattro punti (che allargati alle medie superiori diventano 5): 1. Il maestro unico; 2. Il grembiulino; 3. I libri di testo bloccati; 4. L’educazione civica; 5. Il voto di condotta.



Foto di Roberto Maurizio


La protesta contro la “Germini”, detto in romanesco, non è su questi punti. Se fossero questi i motivi della "rivolta studentesca", allora ci sarebbe dovuta essere la "rivoluzione" contro l’improvvido ministro democristiano che ha reintrodotto i Commissari esterni agli esami di Stato. Di punto in bianco, Fiorini o Fioroni, ha messo tre commissari esterni che con il Presidente esterno fanno quattro. Quattro contro tre. In questo modo l'"imputato" (pardon) il candidato è penalizzato. Se i Presidente fosse primus inter pares, senza dirirro di voto, allora la Costituzione non sarebbe messa sotto i piedi! E sotto i piedi l'ha messa Fioroni o Fiorucci (no, quest'ultimo produce salami). In una democrazia evoluta, non occorre un referendum per sconfiggere il Governo in carica. Basta aspettare le elezioni e vedere passare il cadavere di chi non ha saputo dare risposte ai cittadini.



Foto Il Corriere della Sera


Chi opera tagli finirà sulla forza (tradotto: chi non sa governare torna a casa)
Alcuni tagli, anche se non molti, sono necessari per risanare la scuola elementare e superiore, l’università, la pubblica amministrazione, gli ospedali e, quindi, le finanze dello Stato. Occorre, giustamente, bruciare l’erbaccia secca. Ma la "Germini-Tramonti" ha innescato un incendio doloso. Anche un piromane salame, come quello di cui sopra, sa che se per distruggere una foresta basta dar fuoco all’erbaccia. Il fuoco divampa, si espande e riesce a far crollare anche alberi secolari. Gli interventi nella scuola e nell’università devono essere “chirurgici”. E’ facile fare di tutt’un’erba un fascio. In questo modo, istituzioni scolastiche di rilievo internazionale (la Statale di Milano, la Spienza di Roma, e così via) vengono represse, soppresse, offese. Questo è anche il caso di uno storico istituto tecnico commerciale, l'Itc "Giovanni Da Verrazano", che si trova a due passi da Cinecittà, la capitale del cinema e adesso anche delle televisioni, vicino ai lauti fasti e ai passaggi miliardari che gli transitano a circa 500 metri di distanza. Per pura follia, è stato deciso di sopprimere "il marchio" Verrazano per passarlo sotto quello di un Istituto Tecnico Industriale che non ha nulla da spartire con quello commerciale. E' come se avessero cancellato il "marchio" Alitalia. Ma della scuola, infine, a chi gliene frega

Foto de "Il Corriere della Sera"

Un ponte scomodo "Verrazano - Cellie"

Foto di Roberto Maurizio

Il piano di riassestamento delle scuole provinciali non se l’è inventata la Gelmini. Da anni, si grida allo scandalo di scuole che perdono alunni a favore di altre che aumentano di numero gli iscritti. C’è stata una mostruosa voluttà dei genitori italiani, quelli della classe media, di mettersi alla pari con quelli della classe che comanda. Da dove vengono i politici? Dal liceo classico. Quale è la professione più redditizia attualmente? Quella dei politici. Allora, iscriviamo i nostri figli al Liceo classico, Camera e Senato, Liceo scientifico, Regione e Provincia; Liceo artistico, Comune e spazzatura. Un boom spaventoso che è costato miliardi di euro in quanto adesso le imprese devono rivolgersi alla Finocchiaro per poter tradurre la partita doppia o l’analisi di bilancio dal greco e dal latino. Belle le parole della Fino, pronunciate in un perfetto siculo-latino, sul salmo vattelappesca del Vangelo secondo Luca Orlando. Verrazano delenda est! Con questo salmo la Finocchiaro ha ridotto in salma il Verrazano. Non parole, ma fatti! Dall'Istituto Giovanni Da Verrazano, sorto nel 1964 ha No al greco e al latino se di fronte c’è un cretino! La Finocchiaro e la Cgil non si sono mai fatto carico delle scuole serali. Roba per lavoratori! Facciamo i conti allora. E che li dovrebbe fare se non la Provincia di Roma, con a capo un ceto Celie che fa il bello e cattivo tempo? E’ lui che decide se sopprimere o come sopprimere gli istituti, come accorparli. Ma con chi lo decide? Da solo, davanti al caminetto. E poi ci si lamentano della Gelmini. Non facciamo prima a sopprimere la Provincia di Roma? I Provinciali, che non sono burini ed hanno il cervello fino, da anni seguono la politica dei forti (i licei) senza che nessuno gli abbia ai dato questo incarico. I colori politici cambiano. Cellie no! Ha ragione Luigi De Marchi, presidente onorario dell’Agsi, quando sostiene che l’Italia perversa è comandata dalla burocrazia, quella che invece Di Pietro sostiene, tanto non rubano! Ma fanno più danni loro che centomila ladri! Aboliamo, allora, la burocrazia. Instauriamo, quindi, una nuova democrazia dettata dalle vere esigenze dei cittadini, dei contribuenti e degli studenti. Eliminiamo la Provincia di Roma, così Cellie si troverà da solo davanti al caminetto.

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