26 novembre 2009

Benedetto XVI e la riforma dell'Onu

Benedetto XVI: “assicurare il pane quotidiano a tutte le persone”
di Beniamino Maurizio

Pubblichiamo volentieri il seguente contributo sulla visita del Papa, Benedetto XVI, al Vertice mondiale promosso dalla Fao sulla sicurezza alimentare. In che cosa si distingue Benedetto XVI dai suoi predecessori? La cooperazione allo sviluppo è sempre vista come un momento necessario della manifestazione della solidarietà cristiana. Crescita economica e stabilità politica, da soli, non bastano per sradicare miseria, fame e sottosviluppo. Egoismo, speculazione, profitto, opulenza, spreco, modelli di sviluppo, diritti fondamentali, acqua e ambiente, più o meno, erano già presenti nella “filosofia politica” del Vaticano. Benedetto XVI ha parlato di “nuovi parametri” non solo etici, ma anche giuridici ed economici, e di “debolezza” dei meccanismi di cooperazione internazionale, funzionali soltanto a gruppi economici e politici elitari. Questa è la “novità” di Benedetto XV che invita la comunità internazionale a fornirsi di strumenti più appropriati per sconfiggere la fame. Quindi, una necessaria e non più procrastinabile Riforma dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, dei suoi Organismi e delle sue Agenzie, compresa la Fao. (RM).

Nuovi parametri

Per sconfiggere la fame del mondo è necessario ridisegnare gli assetti delle relazioni internazionali, stabilendo «un rapporto paritario tra Paesi che si trovano in un differente grado di sviluppo». Lo ha chiesto il Papa all'assemblea generale della Fao riunita a Roma per il Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare. Intervenendo ai lavori il 16 novembre, Benedetto XVI ha ricordato che non bastano crescita economica e stabilità politica per sradicare il dramma della miseria che genera fame e sottosviluppo. C'è bisogno di «nuovi parametri» — anzitutto etici ma anche giuridici ed economici — in grado di ridefinire i rapporti tra le nazioni sulla base della loro «fondamentale eguaglianza». La denuncia del Papa è stata netta e circostanziata: oggi il numero di coloro che soffrono per la fame continua a registrare una «drammatica crescita», nonostante la produzione alimentare sia «sufficiente per soddisfare sia la domanda attuale, sia quella prevedibile per il futuro».


I gruppi economici e politici elitari

Colpa di «egoismo» e «speculazioni», ma anche della «debolezza» degli attuali meccanismi di cooperazione internazionale, spesso funzionali soltanto a gruppi economici e politici elitari. Senza il necessario riferimento al principio di sussidiarietà — avverte il Pontefice — la cooperazione non può essere «strumento efficace, libero da vincoli e da interessi che possono assorbire una parte non trascurabile delle risorse destinate allo sviluppo». Ogni Paese invece — raccomanda — deve poter scegliere liberamente il proprio modello economico, anche grazie a nuove regole che sottraggano il commercio internazionale alla «logica del profitto fine a se stesso».


Pane, acqua e ambiente

Il Papa invoca l'effettiva garanzia dei diritti fondamentali all'alimentazione e all'acqua, mentre domanda un'attenzione particolare alla tutela dell'ambiente, spingendosi a chiedere un effettivo «cambiamento negli stili di vita personali e comunitari, nei consumi e negli effettivi bisogni». Ogni forma di «opulenza e spreco» — ricorda — è inaccettabile di fronte al problema della fame nel mondo. Nessuno spazio perciò a «ritardi e compromessi» nello sforzo comune di «assicurare il pane quotidiano a ogni persona».

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