23 novembre 2009

Roberta Pontesilli. Fiore di loto

Roberta Pontesilli, Signora del loto?
di Roberto Maurizio


Tra accidia e insonnia?




Alle due di notte, mentre scrivevo il “post” in mia difesa contro il “covo di vipere” che mi attaccavano sul blog di “Uomini e donne”, senza volerlo e senza saperlo, ho collegato il nome di Roberta Pontesilli al “fiore di loto”. Ho scritto, riscritto, cancellato, distrutto, poi di nuovo scritto, senza accorgermi della similitudine tra Roberta e il fiore di loto. Sul blog c’è scritto il momento in cui tu entri e non quando finisci, per cui sul “post” è indicata l’ora d’ingresso, cioè 23.09 del 22 novembre, mentre effettivamente ho terminato in piena notte, alle due del 23 novembre. Ecco che cosa può produrre, forse, l’accidia. Adesso, senza i fumi del sonno, mi sono accorto che la similitudine tra Roberta e il fiore di loto calzava a pennello.

Roby. E’ solo questione di “lobby”




E’ difficile spiegare adesso alle “amiche del covo” che il “vicepreside” intende solamente sostenere moralmente la sua ex alunna. Purtroppo è vero. Roberta Pontesilli va appoggiata perché è una brava ragazza, educata e laureata. A proposito: Roberta complimenti per il conseguimento di una laurea che sicuramente di darà modo di lavorare. La Tv è una strada lastricata da tante insidie.

Aton, il disco solare




Il fiore di loto è per gli orientali simbolo di bellezza, eloquenza, purezza e perfezione, simbolo del Sole del cielo della Terra, della creazione, del passato, del presente e del futuro; dunque rappresenta la vita stessa, regalare questo fiore significa dichiarare grande ammirazione. Addirittura, secondo l'antica cosmogonia egizia, dal bocciolo di un fiore di loto nacque Ra. Il dischiudersi del bocciolo illuminò di luce divina le acque limacciose del Nun (il Caos Informe) che si ritirarono mostrando la terra asciutta. Ra se ne compiacque e salì verso le stelle per diventarne la più luminosa ed illuminare la terra che aveva appena creato ... egli divenne Aton , il disco solare . Ora non vi era più solo Caos ed Oscurità, poiché Ra aveva portato Luce ed Ordine nel mondo.

Atto sacro



La pianta di loto era per gli antichi Egizi simbolo di speranza, salvezza e rinascita. L'offerta del fiore di loto era considerata un atto sacro, per cui essa compare spesso nell'arte. Il loto (seshen, in egizio) nasce nelle zone paludose dell'Egitto, soprattutto nelle aree di el-Faiyum e del Delta. La sua radice attecchisce nei fondi limosi del fiume e la pianta estende le proprie foglie sulla superficie, aprendole al mattino e chiudendole la sera. In Egitto esistevano essenzialmente due tipi di loto: il loto bianco (Nymphaea lotus), con foglie dal bordo dentato, boccioli arrotondati e petali estesi; e quello blu (Nymphaea coerulea), che presenta foglie dal bordo lineare, boccioli a punta e petali stretti e aguzzi. In epoca tarda comparve un terzo tipo, la Nymphaea nelumbo. Questa specie, descritta dallo storico Erodoto, è spesso rappresentata sui monumenti di stile ellenistico. Il loto blu fu l'emblema primitivo del dio Nefertem, "signore dei profumi", e simbolo di rinascita: i miti della creazione raccontano che il sole nascente sorse da un loto galleggiando sulle acque primordiali del Nun.

La culla del Sole




Nell'architettura fu utilizzato il capitello di ordine lotiforme, che imitava un fascio di boccioli di questa pianta. Il loto simboleggiò la pianta araldica dell'Alto Egitto. Il cosiddetto iris dell'Alto Egitto era in realtà la Nymphaea coerulea. Nell'arte viene rappresentato mezzo aperto, con i sepali esageratamente a corna e i petali chiusi. Questa qualità di loto simboleggiò la pianta araldica dell'Alto Egitto. Per gli antichi Egizi il loto simboleggiava la rinascita e la resurrezione. Per tale motivo, esso appare in molte scene di cerimonie. Nel gesto di aspirare il profumo del fiore di loto si mescolano il diletto e la magia della rinascita. Spesso nelle scene di dipinti e rilievi si pone il loto in mano a una donna e lo si offre poi sugli altari. Sulla tavola delle offerte vi sono tutti gli oggetti e gli alimenti indispensabili per l'aldilà, anche i fiori di loto. Nella teologia ermopolitana viene descritta la nascita del Sole a partire da otto divinità che fecondarono il fiore primordiale da cui esso doveva sorgere. Gli egizi credevano che il loto uscito dalle acque primordiali fosse la culla in cui il sole nasceva ogni mattina. A ispirare questo mito fu forse la caratteristica di questi fiori a crescere fuori dell'acqua, aprendo i petali al mattino e chiudendoli la sera. Il fiore fu consacrato al dio Nefertem, facendo parte del culto a Ra, che veniva chiamato "grande loto".

Divinità pacifiche




Il fiore di loto è uno dei simboli più frequenti nell'iconografia indù. Denota l'auto-creazione o l'auto-esistenza e nella cultura buddista, il principio femminile di ogni Buddha e Bodisattva. Rappresenta la terra e nel suo sviluppo indica l'aspetto evolutivo del mondo e degli esseri. E', inoltre, un veicolo (Vahana) di divinità pacifiche. Il poeta Rabindranath Tagore (1861-1941) scrisse "Il loto fiorisce in acque profonde: chi può coglierlo?" e certamente pensava al loto anche quando scrisse " Il fiore non valuta la sua bellezza: generosamente ha ricevuto e generosamente dona". A rappresentare ciò da cui nasce il tutto e da cui il tutto prende vita, nella simbologia etrusca vi è un fiore ad otto petali, comunemente associato al fiore di loto. Il loto, dunque, rappresenta l'auto-creazione, la nascita della terra dal caos e, nello stesso tempo, la luce e l'ordine, l'aspetto evolutivo del mondo e degli uomini.

Tra le acque torbide, petali profumati



Il Loto è una pianta acquatica perenne, originaria dei tropici asiatici, che appartiene al genere Nelumbo della famiglia delle ninfacee (Nymphaeaceae). Le sue radici rampicanti crescono nell’acqua torbida e da esse si formano foglie circolari, peltato-orbicolate, a forma di scudo e dallo stelo lungo, di circa 50 centimetri di diametro che si aprono sulla superficie dell’acqua. Le foglie, caratterizzate da eliotropismo e di ampie dimensioni, impediscono l’irraggiamento solare diretto superficiale dell’acqua, favorendo il contenimento dell’evaporazione e abbassando la temperatura all’interno dell’acqua, fenomeni utili alla fauna lacustre. Il loto, che in passato era classificato nella famiglia delle ninfee (Nenuphar), costituisce ora un genere a sé ed è classificato in due specie: il loto dell’Asia del Sud (Nelumbo nucifera) e il loto americano (Nelumbo lutea), a seconda della distribuzione geografica. Il loto sbocciava nelle paludi e negli stagni ancora prima della comparsa dell’uomo, ed è citato in testi antichi come l’Antico Testamento, Shi-Kin (Libro di Canti Cinesi) eKojiki (Antiche leggende del Giappone). Il nome giapponese hasu deriva dalla parolahachisu, che vuol dire "alveare", poiché il suo ricettacolo somiglia proprio a un alveare. Al mattino presto, a metà estate, grossi fiori rosa, rossi, bianchi o gialli, che emergono dall’acqua sulla sommità di spessi rizomi, si aprono all’improvviso. Il fiore, che ha più di 20 petali, ha un diametro da 10 a 26 centimetri ed emana un profumo fresco e di pulito.

Nel fango, un fiore immacolato e bellissimo



Il Loto ha per gli orientali un forte significato spirituale per via della sua particolarità di affondare le radici nel fango, di distendersi sulla superficie delle acque stagnanti uscendo da esse immacolato e bellissimo: per questo è il simbolo di chi, come il bodhisattva, vive nel mondo senza esserne contaminato. In India le donne vengono paragonate a un fiore di loto e sono chiamate Padmin, che vuol dire "Signora del Loto". In Vietnam e in Cina si usa un tè aromatizzato al loto. Nel 1951, uno dei tre semi di loto risalenti a 2000 anni fa, scoperti nella regione Kemigawa, nella Prefettura di Chiba (Giappone), fiorì e divenne noto come "il fiore più antico del mondo". Questa pianta di loto fu chiamata "Loto Ohga".

Un profumo dolce



Il valore simbolico del loto è legato, oltre che alla bellezza dei suoi fiori, anche al profumo dolce, leggermente medicinale, che questi diffondono. I composti aromatici responsabili del profumo sono contenuti nello stame, ma anche nei petali, in piccole quantità. I componenti aromatici più importanti sono Carioffillene, Pentadecan e 1.4-Metossibenzene che dona la al fiore di loto la caratteristica profumazione. L’ 1.4-Metossibenzene, contenuto anche nel lillà (Syringa vulgaris L.), giacinto (Hyacinthus orientalis), ciliegio (Prunus avium) Menta piperita (Mentha x piperita L.), si trova in piccole quantità anche nel loto asiatico. Un aspetto interessante è che le diverse specie di loto e i diversi gradi di ibridazione possono essere determinati misurando la percentuale di 1.4-Metossibenzene.

Purezza e perfezione



Presso gli Orientali il loto è espressione della perfezione e della purezza del Sole, del cielo, della creazione, del passato, del presente e del futuro, ovvero, in una parola sola della vita stessa e di tutte le virtù ad essa, direttamente o indirettamente, riferibili. Per questo è considerato un fiore sacro, il fiore degli Dei. I Buddisti indiani rappresentano il seggio di Budda come forma allargata del fiore di loto. Nella Grecia antica era il simbolo della bellezza e dell'eloquenza. In Italia cresce in zone temperate; a Mantova, sul lago Superiore, cresce grazie ad una giovane laureata in
Scienze Naturali, che, circa 60 anni fa, decise di piantarne lì alcuni esemplari.

Fiordiloto



A parte che certe signore avranno da ridere sul titolo di questo Post e lo cambieranno sicuramente con "Signora del Lotto", ma le sorprese non finiscono qui. Su Google si scopre che esiste anche un fumetto porno, chiamato “Fiordiloto”, ma è tutt’attaccato! Meno male!

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