Questa è la storia di Carlinho, che non è un attaccante dell’Inter o un difensore della Roma, ma un ragazzo brasiliano di circa 12 anni, strappato alla “Rua” da un’associazione benefica, “Casa Guadalupe”, dove lavora Paolo Alutto, conosciuto da “Stampa, Scuola e Vita” tramite Facebook. Pubblichiamo volentieri il contributo che ci ha inviato Paolo Alutto, riproponendoci di far seguire altre storie come quelle di Carlinho. Questo articolo è disponibile anche sul sito www.maurizioroberto.com, sezione Inediti.
Preparativi di Pasqua 2009 a "Casa Guadalupe", foto di Paolo Alutto
Carlinho è un ragazzino meticcio di 11 anni e mezzo, figlio di Joana ed è ospite, da quattro anni, di “Casa Guadalupe” che si trova a Uberaba. Questa città brasiliana, di circa 300.000 abitanti, è sita nello Stato del Minas Gerais, nella Regione del Triangolo Minerario. Uberaba deriva da “Y Beraba”, termine indigeno dei “tupi”, e significa “acqua chiara”, “fiume brillante”. A Uberaba è stato creato questo centro di assistenza della gioventù che si affianca alle scuole pubbliche. Carlinho frequenta, al mattino dalle 7.00 alle 11.30, il quarto anno del “Corso Basico” – corso elementare alla “Scuola Comunale Boa Vista”, e dalle 12.00 fino al calar del Sole, “Casa Guadalupe”. Quindi Carlinho mangia e svolge le attività pomeridiane in “Casa Guadalupe” con l'educatore Carlos ed altri 35 ragazzi del suo gruppo. Carlinho abita, con la madre Joana e la nonna materna Maria Aparecida, in una casa a poche decine di metri da “Casa Guadalupe”. La casetta di Carlinho, un monolocale di 5 per 3 metri e mezzo, si trova in un lotto di proprietà del fratello della mamma, dove vivono, in altre casette vicine, 3 figli della nonna materna. La famiglia di Carlinho è composta, oltre che dalla nonna e dalla madre, di altri fratellini : Tiago di 8 anni e Leo di 6, anch’essi frequentano “Casa Guadalupe”, nel turno antimeridiano; mentre Jessica, di 5 anni e Bento di 3 anni, frequentano, l'asilo (creche) di “São Jeronimo Emiliani”, a 150 metri dalla loro casa.
La Chiesa di "Casa Guadalupe", foto di Paolo Alutto
Un ragazzo precocemente “maturo”
La scalinata della Chiesa, foto di Paolo Alutto
Carlinho si considera un po' il capofamiglia e dimostra una certa maturità, superiore alla sua età. Il papà di Carlinho non si è mai fatto vedere in tanti anni, mentre il papà di Tiago e Leonardo è vissuto per qualche anno con la famiglia con Joana e poi se ne è andato a lavorare a San Paolo nel 2004 e non si è fatto più vedere. Nel frattempo, sono nati Jessica e Bento , da padri non conosciuti ufficialmente, quindi tutta la famiglia ricade sulle spalle della nonna materna e della madre. La mamma ha lavorato nel 2006 e 2007 per qualche mese in alcune case della zona Abadia di Uberaba, come lavandaia, ma poi ha dovuto rinunciare, sia per motivi di salute sia per stare di più con i figli piccoli, in casa, almeno durante il pomeriggio e quando non c'è attività alla “creche” São Jeronimo o a “Casa Guadalupe”.
Tre ceste al mese
In preparazione di Pasqua 2009, foto di Paolo Alutto
Da alcuni anni, la famiglia di Carlinho riceve, da “Casa Guadalupe” perlomeno 3 ceste al mese, mentre il Gruppo parrocchiale San Vincenzo si occupa del pagamento della bolletta mensile della corrente elettrica. Il Gruppo San Girolamo paga il gas, ma una o due bombole vengono regalate anche da qualche volontario. Per le medicine e per le cure medica, Joana fa riferimento ad una famiglia di collaboratori “Somaschi” della “Casa Guadalupe”, tra cui c’è un dentista e un infermiere dell'Ospedale Statale di Uberaba. La nonna materna riesce ancora ad andare a lavorare a ore da alcune famiglie, come domestica, per lavori di pulizia e per la lavatura e lo stiraggio di panni, ma il guadagno è veramente scarso, comunque assolutamente insufficiente a sfamare ben sette bocche.
Una casetta tra i fiori…
La casetta dove vive Carlinho si presenta pulita e ordinata , con all'esterno alcune aiuole di fiori bene curate. L'interno è occupato da due letti a castello di legno e un letto matrimoniale per la mamma e la nonna .
…e una pagliericcio per terra
Bento, il più piccolo, preferisce dormire su un pagliericcio, steso sul pavimento, coperto da una coloratissima coperta di lana grezza. La cucina a gas e il fornello a legna sono fuori dall’unica stanza, coperta da una tettoia in eternit. Sempre fuori è situata una misera toilette e una semplice doccetta, le cui acque di scarico, senza fossa biolgica, finiscono direttamente nella fogna pubblica, in strada.
Sotto un cielo di eternit
Il grande monolocale non ha soffitto, e' solo coperto da strutture in eternit, quindi l'aria all'interno è molto calda nel periodo estivo ( ottobre – gennaio ) e freddo, soprattutto di notte, negli altri mesi. Carlinho ha trovato difficoltà nella scuola pubblica “Boa Vista”, per alcuni motivi di insicurezza e demotivazione, causati dall'assenza della figura paterna e dalla presenza, in casa, per un certo periodo, del padre dei due fratellini, Tiago e Leonardo. In questi ultimi mesi sembra si sia ristabilita un certa sicurezza personale e più responsabilità, anche per il lavoro dell'educatore Carlos, responsabile di Carlinho di “Casa Guadalupe”. Presso “Casa Guadalupe” si trovano decine e decine di ragazzi e ragazze in condizioni simili a quella di Carlinho.
Il futuro di Carlinho
Ragazzi di "Casa Guadalupe", foto di Paolo Alutto
Dopo il “Corso Basico” (grado ottavo, in pratica la nostra Terza Media), Carlinho vorrebbe frequentare i corsi professionali di elettricista e di informatica alla scuola Cefop, per poter subito dopo cercarsi un lavoro per aiutare la famiglia. Quasi tutti gli amici di Carlinho sono dell'ambiente scolastico “Boa Vista” e di “Casa Guadalupe”. Il nostro Carlinho, però, aveva avuto, durante le scorse vacanze di Natale, alcuni approcci con altri ragazzi del quartiere, della sua “Rua”, non del tutto raccomandabili. Per fortuna questi rapporti sono stati interrotti per sempre.
Nessun commento:
Posta un commento