13 aprile 2009

L'Aquila. Una settimana dopo. Ed è subito sera

Aung San Suu Kyi, un’Aquila ferita
di Roberto Maurizio


Ad una settimana dal sisma che ha colpito violentemente l’Abruzzo e messo in ginocchio L’Aquila, cala il sipario, se non fosse altro per le ripetute scosse, una delle quali ha colpito proprio ora anche Roma, 23.22. La stessa più buia oscurità è calata da tempo su Aung San Suu Kyi (un'aquila ferita con gli artigli pronti per lottare per la libertà). In Italia, stiamo in campagna elettorale per le europee e i partiti come avvoltoi si avventano sulla preda. Fare ascolto, pensano, corrisponda a raccattare i voti, come se gli italiani fossero bestie, cretini, che aspettano l’indicazione dall’alto per chi votare. Volevo presentarmi alle europee come cittadino italiano ma nessuno mi dà ascolto. E’ impossibile. E’ una vergogna che non viene messa in evidenza su nessun sito “democratico”, di Grillo o di Di Pietro, di Fassino o di Alessandrino, o come cavolo si chiama, Franceschino, o Franceschini. Per non parlare di Berlusconi che si è accalappiato i migliori accappalacchiatori di voti. Ma se volete avere notizie sugli sputi su Berlusconi, basta che vi sintonizziate sulla Rai e sulle reti pagate da lui o dalla famiglia. La cosa più facile, in una democrazia, dovrebbe essere quella di presentare la candidatura. Ci avete mai provato? Impossibile. Questo è un regime. Finché non c’è la possibilità di presentarsi come candidato significa che stiamo di fronte ad una democrazia bloccata.
E poi il Pd se la prende con Bouteflika, per i brogli e per la candidatura bloccata. Ma Franceschini si è mai chiesto delle sue candidature bloccate, dei suoi leader che nelle politiche si presentano in quattro regioni elettorali e poi si dimettono? Purtroppo, il terremoto d’Abruzzo non basta per poter avere in Italia case antisismiche e, quindi, un paese più civile. La colpa non è della maggioranza, che si fa i suoi interessi basandosi sulle preferenze che ha ottenuto. La colpa è dell’opposizione imbrogliata, composta da comunisti e cattolici insieme, cioè il male peggiore che può capitare ad una democrazia. Due entità fondamentaliste coniugate insieme al passato remoto. Il Dipietrismo fa ancora peggio. La forca e la forchetta. Dopo avere “giustiziati” i peccatori, “se magna”. Quello che può salvare l’Italia, è il popolo di Facebook che racconta in diretta i suoi umori, le sue passioni, i suoi dubbi. Un popolo di cui la politica si riempie la bocca e che riesce a vomitare solo dopo cinque minuti. Cinque minuti, sono i calcoli che sanno fare i nostri politici. Cinque minuti, servono per distruggere Messina nel 1908. Cinque minuti, servono al Vesuvio per radere al suolo le case dei 200.000 abitanti che invadono vergognosamente il suo habitat. Cinque minuti, servono per distruggere il Gargano. Cinque minuti, servono per dimenticare tutto, compresa Aung San Suu Kyi, un’Aquila ferita che riesce ad alzare solamente la testa.

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