Aung San Suu Kyi, un’Aquila ferita
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio

Ad una settimana dal sisma che ha colpito violentemente l’Abruzzo e messo in ginocchio L’Aquila, cala il sipario, se non fosse altro per le ripetute scosse, una delle quali ha colpito proprio ora anche Roma, 23.22. La stessa più buia oscurità è calata da tempo su Aung San Suu Kyi (un'aquila ferita con gli artigli pronti per lottare per la libertà). In Italia, stiamo in campagna elettorale per le europee e i partiti come avvoltoi si avventano sulla preda. Fare ascolto, pensano, corrisponda a raccattare i voti, come se gli italiani fossero bestie, cretini, che aspettano l’indicazione dall’alto per chi votare. Volevo presentarmi alle europee come cittadino italiano ma nessuno mi dà ascolto. E’ impossibile. E’ una vergogna che non viene messa in evidenza su nessun sito “democratico”, di Grillo o di Di Pietro, di Fassino o di Alessandrino, o come cavolo si chiama, Franceschino, o Franceschini. Per non parlare di Berlusconi che si è accalappiato i migliori accappalacchiatori di voti. Ma se volete avere notizie sugli sputi su Berlusconi, basta che vi sintonizziate sulla Rai e sulle reti pagate da lui o dalla famiglia. La cosa più facile, in una democrazia, dovrebbe essere quella di presentare la candidatura. Ci avete mai provato? Impossibile. Questo è un regime. Finché non c’è la possibilità di presentarsi come candidato significa che stiamo di fronte ad una democrazia bloccata.

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