Razzismo: giallo a Ginevra, Durban II
di Roberto Maurizio
di Roberto Maurizio
Carlo Dapporto, pubblicità Durban's 1957
Agostino, Durban’s ti fa sorridere come un dentice
Una volta, negli anni '50, era Carlo Dapporto a sorridere negli spot del dentifricio Durban's. L'attore torinese impersonava il baffuto ed ingenuo Agostino, strampalato che parla e storpia in piemontese i termini pià comuni e consueti. Al termine delle sue gags consigliava al malcapitato: "Sorridi come un dentice, sorridi durbans"! La conclusione è per la voce fuori campo che rammenta: "Volete aver successo ovunque? Procuratevi un sorriso Durban's!. Tenete allo splendore dei vostri denti? Scegliete Durban's!". L'Onu si è allineato alle gags dell'indimenticabile attore buttato nella spazzatura da un'italietta che non riesce nemmeno a valutare i suoi gioielli. Carlo Dapporto era un "gioello" buttato nel dimenticatoio da un popolo irriverente. Ma la Durbans ha avuto la sua rivincita. Non una, ma due Durbans, uno peggio dell'altra. Ma, si sa, sono le Nazioni Unite! Mentre a Durban I, Israele veniva crocifissa, come sa fare Vauro nelle sue vignette, a Durban II, si lasciano parlare a ruota libera tutti i dittatori esistenti ancora oltre l'anno 2000. I piccoli e malconci dittatori del '900 hanno trovato la loro rovina nella storia (Hitler, Mussolini, Stalin, solo per citare i più gettonati). Oggi, pullulano nel mondo, nonostante le Nazioni Unite: e non sono tre. Il razzismo è stata l'arma più avvelenta che ha contraddistinto i violenti tiranni del '900. Basta con il razzismo! Basta con le differenze del colore della pelle, della religione, degli occhi a mandorla, dei piedi piatti. Quando Darwin pensava alla sua teoria dell'evoluzione, non aveva in mente che George Washington da bianco sarebbe poi diventato nero, credeva che dopo miloni di anni gli animali si adattato alla natura e la natura li costringe a cambiare. Ma Darwin, qui, è fuori luogo. L'uomo e la donna non hanno ancora la capacità di trasformarsi in bestie in poche migliaia di anni. Diventeranno un'altra cosa tra milioni di anni. Ma, come diceva Keynes, nel lungo periodo non ci saremo più. Chi, invece, sono gli uomini e le donne di questo nuovo secolo? Delle bestie in evoluzione che attualmente non rispondono a nessun "comandamento" o, forse, a troppi "comandamenti" confliggenti. Basterebbe solo accorgersi di essere animali normali per poter vivere in pace e trovare insieme il benessere di tutti. Ma questa è pura fantasia. Allora: prima di tutto eliminiamo le differenze, quando invece ci sarebbe bisogno di sapere quali sono le similitudini. Non esistono differenze tra gli uomini e le donne del mondo perché siamo tutti uguali. Anche questa è una baggianata. Come si fa a dire che un ricco americano è uguale a un povero del Malawi? L'Onu, giustamente, ce lo impone. Allora, perché a Ginevra succede l'ira di dio?
Una volta, negli anni '50, era Carlo Dapporto a sorridere negli spot del dentifricio Durban's. L'attore torinese impersonava il baffuto ed ingenuo Agostino, strampalato che parla e storpia in piemontese i termini pià comuni e consueti. Al termine delle sue gags consigliava al malcapitato: "Sorridi come un dentice, sorridi durbans"! La conclusione è per la voce fuori campo che rammenta: "Volete aver successo ovunque? Procuratevi un sorriso Durban's!. Tenete allo splendore dei vostri denti? Scegliete Durban's!". L'Onu si è allineato alle gags dell'indimenticabile attore buttato nella spazzatura da un'italietta che non riesce nemmeno a valutare i suoi gioielli. Carlo Dapporto era un "gioello" buttato nel dimenticatoio da un popolo irriverente. Ma la Durbans ha avuto la sua rivincita. Non una, ma due Durbans, uno peggio dell'altra. Ma, si sa, sono le Nazioni Unite! Mentre a Durban I, Israele veniva crocifissa, come sa fare Vauro nelle sue vignette, a Durban II, si lasciano parlare a ruota libera tutti i dittatori esistenti ancora oltre l'anno 2000. I piccoli e malconci dittatori del '900 hanno trovato la loro rovina nella storia (Hitler, Mussolini, Stalin, solo per citare i più gettonati). Oggi, pullulano nel mondo, nonostante le Nazioni Unite: e non sono tre. Il razzismo è stata l'arma più avvelenta che ha contraddistinto i violenti tiranni del '900. Basta con il razzismo! Basta con le differenze del colore della pelle, della religione, degli occhi a mandorla, dei piedi piatti. Quando Darwin pensava alla sua teoria dell'evoluzione, non aveva in mente che George Washington da bianco sarebbe poi diventato nero, credeva che dopo miloni di anni gli animali si adattato alla natura e la natura li costringe a cambiare. Ma Darwin, qui, è fuori luogo. L'uomo e la donna non hanno ancora la capacità di trasformarsi in bestie in poche migliaia di anni. Diventeranno un'altra cosa tra milioni di anni. Ma, come diceva Keynes, nel lungo periodo non ci saremo più. Chi, invece, sono gli uomini e le donne di questo nuovo secolo? Delle bestie in evoluzione che attualmente non rispondono a nessun "comandamento" o, forse, a troppi "comandamenti" confliggenti. Basterebbe solo accorgersi di essere animali normali per poter vivere in pace e trovare insieme il benessere di tutti. Ma questa è pura fantasia. Allora: prima di tutto eliminiamo le differenze, quando invece ci sarebbe bisogno di sapere quali sono le similitudini. Non esistono differenze tra gli uomini e le donne del mondo perché siamo tutti uguali. Anche questa è una baggianata. Come si fa a dire che un ricco americano è uguale a un povero del Malawi? L'Onu, giustamente, ce lo impone. Allora, perché a Ginevra succede l'ira di dio?
Onu, da Durban I a Durban II
Tanto chiasso per niente. La seconda “Conferenza contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e le intolleranze connesse” ha approvato per acclamazione, oggi, all’unanimità il documento finale che prenderà il nome di Durban II, la città del Sud Africa che ospitò, nel 2001, la prima assise mondiale sul razzismo. Rispetto al documento di otto anni fa, quello votato oggi da più di 100 paesi dell’Onu a Ginevra non contiene nessun riferimento a Israele. Il documento finale è lo stesso di quello presentato come bozza venerdì 17 aprile, composto da sedici pagine, cinque sezioni e 143 punti, che non contiene nessun elemento polemico al suo interno nei confronti di alcun governo o gruppo particolare, ma solo, una burocratica e, volendo, anche noiosa sequenza formale di passi presi, da prendere e da mettere a punto per combattere il razzismo in tutte le sue forme. Questo è quello che emerge da un’analisi approfondita della versione integrale del documento finale. Nella versione approvata venerdì scorso, comunque (prima quindi che molti paesi occidentali confermassero la loro volontà di boicottare l’appuntamento), gli unici riferimenti precisi e degni di nota a qualche gruppo in particolare si trovano nella sezione più ampia (la quinta e ultima) e sono relativi ai migranti e ai richiedenti asilo, ai Rom-Sinti ai Gitani, alle popolazioni indigene di Asia e America Latina, ai discendenti degli schiavi africani, alle donne (discriminazione di genere), ai portatori di handicap o ai malati di Sindrome da immunodeficienza acquisita (Sida/Aids). Sulla base della lettura effettuata, alcuni dei passaggi del documento politicamente più rilevanti e in una certa misura critici sono quelli in cui si ricorda agli Stati di “assicurarsi che qualsiasi misura presa nella lotta contro il terrorismo venga portata avanti nel pieno rispetto dei diritti umani, in particolare del principio di non discriminazione…” o, riguardo i migranti, l’invito a “prendere misure per combattere il persistere di comportamenti xenofobi o stereotipizzazioni negative dei non cittadini (ovvero migranti e richiedenti asilo, ndr) , anche da parte di politici, forze di sicurezza, funzionari dell’immigrazione e responsabili dei media, che hanno portato a violenze xenofobe, omicidi e attacchi a migranti, rifugiati e richiedenti asilo”. Sempre sul fronte migranti – l’unico dove forse è possibile trovare passaggi che potrebbero aver irritato alcuni governi europei ed occidentali – il documento chiede un “approccio bilanciato e generale alle migrazioni”, invitando al dialogo internazionale e ad accordi di partnership tra paesi, oltre a “rinnovare la richiesta agli Stati di rivedere e, se necessario, modificare le politiche migratorie che risultano incompatibili con gli obblighi posti dal diritto umanitario internazionale”.
Intolleranza razziale
Riguardo alle polemiche relative a presunti passaggi antisemiti o anti-israeliani nel documento, dall’analisi effettuata non è stato possibile trovarne traccia. Anzi, nella relazione al punto 12 si denuncia “l’aumento del numero di incidenti legati a violenza o intolleranza razziale o religiosa e che include islamofobia, anti-Semitismo, Cristianofobia, e anti-Arabismo”, mentre al punto 60 di chiede “con urgenza agli Stati di punire le attività violente, razziste e xenofobiche di gruppi fondati su principi neo-Nazisti o neo-fascisti e altre ideologie violente” mentre al punto 66 si “ricorda che l’Olocausto non deve mai essere dimenticato, e in questo contesto chiede agli stati membri di adottare le risoluzioni dell’Assemblea Generale 60/7 e 61/225”.
Durban’s, il D’Amico’s
Sembra che il dentifricio più in voga nel mondo prenda in nome dal paese dell’Africa del Sud (Durban’s), come le gite scolastiche prendevano il nome di D’Amico. Durban’s e D’Amico’s lo stesso messaggio. Fai il viaggio che voi, nei tuoi denti e nelle tue corriere basta che non sollevi nulla nelle barriere.
Cento passi
Vicino a Israele ci sono cento passi, per percorrerli devi soltanto essere superiore ai programmi televisivi della Rai e di Mediaset. Un’impresa impossibile, se non ci fosse il telecomando. Spegni la Tv e accendi il cervello, una frase fatta, ma oltremodo efficace. Cento passi dalla giustizia, cento passi dal giornalismo corretto, cento passi dal tuo dentista. Ma come si fa a raggiungere la giustizia in Abruzzo se nessuno controlla i dentisti. Cadono le case come i denti. Ma se ti mancano i denti non puoi mangiare le bistecche, se non mangi le bistecche non si arricchisce il macellaio, se il macellaio non si arricchisce l’economia non funziona. Crollano le borse e tutti corrono al loro capezzale. Crollano i tuoi denti e nessuno se ne frega. Nemmeno il Vaticano che viene preso per il culo dalla Gialappa. Di Gialappa si può anche morire perché non riescono ad individuare il vincitore del Grande Fratello. Alle europee, hanno puntato su Franceschini che già si sta toccando le palle.
Vicino a Israele ci sono cento passi, per percorrerli devi soltanto essere superiore ai programmi televisivi della Rai e di Mediaset. Un’impresa impossibile, se non ci fosse il telecomando. Spegni la Tv e accendi il cervello, una frase fatta, ma oltremodo efficace. Cento passi dalla giustizia, cento passi dal giornalismo corretto, cento passi dal tuo dentista. Ma come si fa a raggiungere la giustizia in Abruzzo se nessuno controlla i dentisti. Cadono le case come i denti. Ma se ti mancano i denti non puoi mangiare le bistecche, se non mangi le bistecche non si arricchisce il macellaio, se il macellaio non si arricchisce l’economia non funziona. Crollano le borse e tutti corrono al loro capezzale. Crollano i tuoi denti e nessuno se ne frega. Nemmeno il Vaticano che viene preso per il culo dalla Gialappa. Di Gialappa si può anche morire perché non riescono ad individuare il vincitore del Grande Fratello. Alle europee, hanno puntato su Franceschini che già si sta toccando le palle.
Tornando a bomba
Dall'ex campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, il vicepremier israeliano, Silvan Shalom, ha affermato che “cio' che l'Iran sta tentando di fare oggi non è troppo lontano da quello che Hitler ha fatto agli ebrei 65 anni fa”. Alla Conferenza di Ginevra, dei rappresentanti di 23 Paesi Ue che avevano lasciato la sala in segno di protesta, 22 sono tornati al loro posto. Unica eccezione la Repubblica Ceca, presidente di turno dell'Unione, che si è unita al boicottaggio già deciso da Israele, Stati Uniti, Canada, Australia, Italia, Olanda, Germania, Polonia e Nuova Zelanda. Presente anche la Santa Sede, che in una nota ha deplorato “l'utilizzazione del forum dell'Onu sul razzismo per assumere posizioni politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato”. Un tale atteggiamento, spiega la nota, “non contribuisce al dialogo e provoca una conflittualità inaccettabile”. Per il Vaticano, “si tratta, invece, di valorizzare tale importante occasione per dialogare insieme, secondo la linea di azione che la Santa Sede ha sempre adottato, in vista di una lotta efficace contro il razzismo e l'intolleranza che ancor oggi colpiscono bambini, donne, afro-discendenti, migranti, popolazioni indigene e altri in ogni parte del mondo”. Resta la spaccatura tra i Ventisette, minimizzata dalla Presidenza Ceca di turno del'Ue che a nome di tutti ha chiesto che “la Conferenza si svolga in uno spirito di reciproco rispetto e di dignità”. Per il Ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, la bufera scatenata da Ahmadinejad “è stata tutt'altro che una sconfitta, piuttosto è stato l'inizio di un successo”. Il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, da Malta, ha affermato che Ahmadinejad “è andato fuori tema”. L'Italia ha confermato “con forte rammarico” la sua decisione di non partecipare alla Conferenza sul razzismo a Ginevra perché il documento sul tavolo rappresenta "un compromesso fragile e contraddittorio". "Ma sulla lotta al razzismo e alla discriminazione non sono possibili compromessi al ribasso", sottolinea una nota della Farnesina. Intanto Ahmadinejad è stato accolto da eroe al suo rientro a Teheran. Alcune decine di militanti fondamentalisti hanno scandito slogan come "Morte all'America" e "Il regime sionista va eliminato" all'uscita del presidente iraniano dall'aeroporto.
Dall'ex campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, il vicepremier israeliano, Silvan Shalom, ha affermato che “cio' che l'Iran sta tentando di fare oggi non è troppo lontano da quello che Hitler ha fatto agli ebrei 65 anni fa”. Alla Conferenza di Ginevra, dei rappresentanti di 23 Paesi Ue che avevano lasciato la sala in segno di protesta, 22 sono tornati al loro posto. Unica eccezione la Repubblica Ceca, presidente di turno dell'Unione, che si è unita al boicottaggio già deciso da Israele, Stati Uniti, Canada, Australia, Italia, Olanda, Germania, Polonia e Nuova Zelanda. Presente anche la Santa Sede, che in una nota ha deplorato “l'utilizzazione del forum dell'Onu sul razzismo per assumere posizioni politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato”. Un tale atteggiamento, spiega la nota, “non contribuisce al dialogo e provoca una conflittualità inaccettabile”. Per il Vaticano, “si tratta, invece, di valorizzare tale importante occasione per dialogare insieme, secondo la linea di azione che la Santa Sede ha sempre adottato, in vista di una lotta efficace contro il razzismo e l'intolleranza che ancor oggi colpiscono bambini, donne, afro-discendenti, migranti, popolazioni indigene e altri in ogni parte del mondo”. Resta la spaccatura tra i Ventisette, minimizzata dalla Presidenza Ceca di turno del'Ue che a nome di tutti ha chiesto che “la Conferenza si svolga in uno spirito di reciproco rispetto e di dignità”. Per il Ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, la bufera scatenata da Ahmadinejad “è stata tutt'altro che una sconfitta, piuttosto è stato l'inizio di un successo”. Il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, da Malta, ha affermato che Ahmadinejad “è andato fuori tema”. L'Italia ha confermato “con forte rammarico” la sua decisione di non partecipare alla Conferenza sul razzismo a Ginevra perché il documento sul tavolo rappresenta "un compromesso fragile e contraddittorio". "Ma sulla lotta al razzismo e alla discriminazione non sono possibili compromessi al ribasso", sottolinea una nota della Farnesina. Intanto Ahmadinejad è stato accolto da eroe al suo rientro a Teheran. Alcune decine di militanti fondamentalisti hanno scandito slogan come "Morte all'America" e "Il regime sionista va eliminato" all'uscita del presidente iraniano dall'aeroporto.
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