di Roberto Maurizio
Una Vespa e basta
Via Ambaradam, via dei Laterani. Roma, 25 aprile 2009. Caput mundi? Obiettivo Panella. Largo Argentina. Strada libera fino a San Giovanni. Blocco al semaforo prima dell’ospedale. Blocco davanti l’ospedale. Blocco e basta. Ore 11.50. Ancora blocco. Ore 12.20, ancora blocco. Obiettivo non raggiunto. Retromarcia. Ma dove? Via dei Laterani? Ma non sei un taxi. Allora avanti, con il mal di denti e con la convinzione di fare altri 35 minuti in una fila pazzesca, in una metropoli senza controlli che non ti consente nessun ripensamento. Bastava un vigile (ma è il 25 aprile). Chi può ripensarci? I taxi (perché?). Anche loro bloccati, ma senza traumi, tanto paga il cliente scellerato che ha scelto Roma come vacanza. Vacanze romane. Se avessi avuto la mia bellissima vespa del 1957, come quella di Gregory Peck e della principessa Anna, Audrey Hepburn, non ci sarebbero stati problemi. Vacanza romane avvelenate, con una Nikon 80 e un 500 Sigma per poter immortalare Marco Pannella e la sua esaltante esibizione che tanto si avvicina alla gente normale, non infetta dall’antifascismo che chiede ancora vendetta, dall’anticomunismo che chiede la forca: vacanze romane imbavagliate. Getto la spugna. Giro a sinistra, anche se in questi tempi non conviene. Infatti, imbocco via dei Laterani, in senso vietato, e mi sento libero. Libero di essere bersagliato come un delinquente con 12 punti in meno sulla patente, una multa da 500 euro e meno male che non sono stato arrestato. Le disfunzioni ricadono sui miserabili, cioè sui cittadini, cioè su quelli che pagano le tasse, cioè su quelli che come me hanno bisogno di un mondo migliore, che vogliono una città come quella di Gregory Peck.
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